Primo invio
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e55825411a
124
Makefile
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124
Makefile
Normal file
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@ -0,0 +1,124 @@
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PY?=python
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PELICAN?=pelican
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PELICANOPTS=
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BASEDIR=$(CURDIR)
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INPUTDIR=$(BASEDIR)/content
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OUTPUTDIR=$(BASEDIR)/output
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CONFFILE=$(BASEDIR)/pelicanconf.py
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PUBLISHCONF=$(BASEDIR)/publishconf.py
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FTP_HOST=localhost
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FTP_USER=anonymous
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FTP_TARGET_DIR=/
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SSH_HOST=localhost
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SSH_PORT=22
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SSH_USER=root
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SSH_TARGET_DIR=/var/www
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S3_BUCKET=tom-is-lost
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CLOUDFILES_USERNAME=my_rackspace_username
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CLOUDFILES_API_KEY=my_rackspace_api_key
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CLOUDFILES_CONTAINER=my_cloudfiles_container
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DROPBOX_DIR=~/Dropbox/Public/
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GITHUB_PAGES_BRANCH=gh-pages
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DEBUG ?= 0
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ifeq ($(DEBUG), 1)
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PELICANOPTS += -D
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||||
endif
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RELATIVE ?= 0
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||||
ifeq ($(RELATIVE), 1)
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PELICANOPTS += --relative-urls
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||||
endif
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help:
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@echo 'Makefile for a pelican Web site '
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@echo ' '
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@echo 'Usage: '
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@echo ' make html (re)generate the web site '
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@echo ' make clean remove the generated files '
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@echo ' make regenerate regenerate files upon modification '
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@echo ' make publish generate using production settings '
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@echo ' make serve [PORT=8000] serve site at http://localhost:8000'
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@echo ' make serve-global [SERVER=0.0.0.0] serve (as root) to $(SERVER):80 '
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@echo ' make devserver [PORT=8000] start/restart develop_server.sh '
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@echo ' make stopserver stop local server '
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@echo ' make ssh_upload upload the web site via SSH '
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@echo ' make rsync_upload upload the web site via rsync+ssh '
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@echo ' make dropbox_upload upload the web site via Dropbox '
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@echo ' make ftp_upload upload the web site via FTP '
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@echo ' make s3_upload upload the web site via S3 '
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@echo ' make cf_upload upload the web site via Cloud Files'
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@echo ' make github upload the web site via gh-pages '
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@echo ' '
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@echo 'Set the DEBUG variable to 1 to enable debugging, e.g. make DEBUG=1 html '
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@echo 'Set the RELATIVE variable to 1 to enable relative urls '
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@echo ' '
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html:
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$(PELICAN) $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(CONFFILE) $(PELICANOPTS)
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clean:
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[ ! -d $(OUTPUTDIR) ] || rm -rf $(OUTPUTDIR)
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regenerate:
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$(PELICAN) -r $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(CONFFILE) $(PELICANOPTS)
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serve:
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ifdef PORT
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cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server $(PORT)
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else
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cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server
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||||
endif
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serve-global:
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||||
ifdef SERVER
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||||
cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server 80 $(SERVER)
|
||||
else
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cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server 80 0.0.0.0
|
||||
endif
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devserver:
|
||||
ifdef PORT
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||||
$(BASEDIR)/develop_server.sh restart $(PORT)
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||||
else
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||||
$(BASEDIR)/develop_server.sh restart
|
||||
endif
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stopserver:
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$(BASEDIR)/develop_server.sh stop
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||||
@echo 'Stopped Pelican and SimpleHTTPServer processes running in background.'
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publish:
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$(PELICAN) $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(PUBLISHCONF) $(PELICANOPTS)
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ssh_upload: publish
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scp -P $(SSH_PORT) -r $(OUTPUTDIR)/* $(SSH_USER)@$(SSH_HOST):$(SSH_TARGET_DIR)
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rsync_upload: publish
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rsync -e "ssh -p $(SSH_PORT)" -P -rvzc --delete $(OUTPUTDIR)/ $(SSH_USER)@$(SSH_HOST):$(SSH_TARGET_DIR) --cvs-exclude
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dropbox_upload: publish
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cp -r $(OUTPUTDIR)/* $(DROPBOX_DIR)
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ftp_upload: publish
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lftp ftp://$(FTP_USER)@$(FTP_HOST) -e "mirror -R $(OUTPUTDIR) $(FTP_TARGET_DIR) ; quit"
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||||
s3_upload: publish
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||||
s3cmd sync $(OUTPUTDIR)/ s3://$(S3_BUCKET) --acl-public --delete-removed --guess-mime-type
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cf_upload: publish
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||||
cd $(OUTPUTDIR) && swift -v -A https://auth.api.rackspacecloud.com/v1.0 -U $(CLOUDFILES_USERNAME) -K $(CLOUDFILES_API_KEY) upload -c $(CLOUDFILES_CONTAINER) .
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github: publish
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ghp-import -m "Generate Pelican site" -b $(GITHUB_PAGES_BRANCH) $(OUTPUTDIR)
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git push origin $(GITHUB_PAGES_BRANCH)
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.PHONY: html help clean regenerate serve serve-global devserver publish ssh_upload rsync_upload dropbox_upload ftp_upload s3_upload cf_upload github
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content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md
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content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md
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@ -0,0 +1,461 @@
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Title: LOST o del disequilibrio
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Date: 2018-10-17
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Tags:
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Slug: disequilibrio
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**Premessa**
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base01.jpg %} </center>
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Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non
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costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una
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sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del
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2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio Primo Moroni.[/ref].
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L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la
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consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi
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per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve
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ricominciare da capo né rinunciare del tutto.
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Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita
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inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi
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in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso.
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Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta
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avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e
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facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia
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dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro
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sostanza, sia materiale che organizzativa.
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Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in
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gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in
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gioco sia solamente economica e/o materiale.
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Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri
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dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione
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alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref].
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Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su
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questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico,
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sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un
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mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a
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sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive
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più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti.
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È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa.
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**LOST e il convitato di pietra**
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base3.gif %} </center>
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In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali
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limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di
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recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere.
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Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica,
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networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente
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e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso
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figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei
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materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie
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e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa.
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Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a
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quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il
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ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto
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mentre non lo sono per nulla.
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Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni
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politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse
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energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non
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toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le
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tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per
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mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al
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fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola,
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quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e
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flussi di potere.
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Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade
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nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di
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elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano
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le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico
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informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno
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queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un
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*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione?
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L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno
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smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul
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cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito
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della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato.
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Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una
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connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche
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abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se
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dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a
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posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della
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cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar.
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Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla
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trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da
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30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo
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dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora,
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quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul
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contesto urbano?
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Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che,
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pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a
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insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref].
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Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa
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imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli
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strumenti che aggrediscono le nostre vite.
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Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque.
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**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale**
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base2.gif %} </center>
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Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono
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esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e
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mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di
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marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un
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fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene
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filtrata dai collettori dei social principali.
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Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della
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maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li
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possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra
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privati.
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Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di
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prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con
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grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta
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stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*.
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Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform,
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Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la
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sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del
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Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software
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applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati
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un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato
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*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni
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applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono
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grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della
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comunicazione.
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Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso
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sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora
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incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale
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(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref].
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In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni
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(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle
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funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno
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di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche,
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tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro.
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Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati
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nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora
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intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di
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difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare
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||||
in modo indipendente questo tipo di tecnologie.
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Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di
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costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo
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||||
*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo
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della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria
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tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche
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la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema
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simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la
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cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero
|
||||
unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref].
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||||
Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate
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||||
Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
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||||
Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno
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dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese
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||||
private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref].
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In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso
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||||
alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene
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guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo
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produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del
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capitalismo puro.
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Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della
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vita politica e della cosa pubblica.
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E così via...
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D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella
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manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse
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tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di
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dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento,
|
||||
profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità
|
||||
dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
|
||||
Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per
|
||||
veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala
|
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globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento
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dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia.
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**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)**
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base.gif %} </center>
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In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi
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(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato,
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ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo
|
||||
tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve
|
||||
anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di
|
||||
messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva.
|
||||
Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una
|
||||
temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di
|
||||
una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani:
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||||
(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti (opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati)
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||||
(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione)
|
||||
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||||
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||||
A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di
|
||||
profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le
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||||
implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica
|
||||
degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode
|
||||
per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe
|
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dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo).
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La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a
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sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che
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permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di
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interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle
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piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a
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quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]:
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la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata
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dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il
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titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai
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dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime.
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In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la
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concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei
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vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi
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temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di
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nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova
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forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo
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che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e
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all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro
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lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata
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concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio
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e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello
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necessario a impedire il collasso.
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L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una
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tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come
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merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in
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relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di
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frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del
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lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto
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diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera
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devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le
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comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di
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messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto
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da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la
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concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il
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vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non
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è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste
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oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o
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meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo
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della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti
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delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale,
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all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria.
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<center>-.-</center>
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Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto
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tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente
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valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”,
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per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano,
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||||
Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di
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attenzione costante da parte della scuola operaista.
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Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse
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conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di
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una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi)
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che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi
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lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta
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le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i
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gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di
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fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati
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da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle
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foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve
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contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia
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sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un
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conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune
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transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono
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indissolubilmente legate a un IBAN bancario.
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Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia
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della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test,
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la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione
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strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca
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pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in
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alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e
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nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe
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verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca
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militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale.
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Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di
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un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del
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messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera
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molto rigida le loro soluzioni.
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<center>-.-</center>
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Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica:
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- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta
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sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista
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almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa
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in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono
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abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria
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per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul
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mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda
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qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi
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meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare.
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* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano
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codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’.
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* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno
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contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al
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giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe
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interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi.
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- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che
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punto siano state monetizzate la vita e le emozioni.
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- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana
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memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un
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momento di rottura ulteriore?
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- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le
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corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a
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proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref].
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**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)**
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base41.gif %} </center>
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Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile
|
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distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato.
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Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue.
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Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la
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considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni
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condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere
|
||||
quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti
|
||||
umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata
|
||||
da uno schermo[ref]Cfr. [Il marketing sui bambini](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013.
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||||
[/ref]?
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Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle
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forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate
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dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà.
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||||
Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e
|
||||
del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o
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quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo
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||||
sul presente sembra totale.
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Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici,
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sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale
|
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planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook.
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Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni
|
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estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti,
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||||
sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna.
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L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la
|
||||
sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del
|
||||
marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una
|
||||
conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da
|
||||
questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione
|
||||
e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal
|
||||
punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi
|
||||
analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
|
||||
Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo
|
||||
della comunicazione*.
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||||
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||||
**La ciclicità, l’energia**
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||||
Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B.
|
||||
Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato
|
||||
in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna
|
||||
delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da
|
||||
una crisi che ha ormai toccato il decimo anno.
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**Confronto con la storia recente**
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Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e
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da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in
|
||||
corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro.
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Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe
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||||
del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione
|
||||
del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore
|
||||
d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero
|
||||
monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il
|
||||
calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della
|
||||
microelettronica*.
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||||
Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito
|
||||
ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in
|
||||
campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica
|
||||
fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della
|
||||
produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali
|
||||
e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a
|
||||
“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la
|
||||
concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile
|
||||
processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il
|
||||
supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione
|
||||
dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si
|
||||
può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo,
|
||||
quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle
|
||||
maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale
|
||||
permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati
|
||||
(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni
|
||||
anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso
|
||||
tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha
|
||||
indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di
|
||||
passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è
|
||||
possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile,
|
||||
durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore
|
||||
Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref].
|
||||
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||||
Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente
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||||
trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno.
|
||||
Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione
|
||||
dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel
|
||||
mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref].
|
||||
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||||
Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non
|
||||
solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre
|
||||
che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref].
|
||||
La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref].
|
||||
Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta?
|
||||
Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la
|
||||
“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso
|
||||
l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente
|
||||
lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta
|
||||
dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli
|
||||
medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto
|
||||
delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a
|
||||
delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref].
|
||||
Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la
|
||||
trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi,
|
||||
meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in
|
||||
materia di “sicurezza” e immigrazione.
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||||
0mmot, 17 ottobre 2018
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<center>{% img center half /images/red-cavalry-riding-base51.png %} </center>
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content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp
Normal file
423
content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp
Normal file
|
@ -0,0 +1,423 @@
|
|||
Title: LOST o del disequilibrio
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Date: 2018-10-17
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Tags:
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Slug: disequilibrio
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LOST o del disequilibrio
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------------------------
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**Premessa**
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Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non
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costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una
|
||||
sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto,
|
||||
scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del
|
||||
2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio
|
||||
Primo Moroni.[/ref].
|
||||
L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la
|
||||
consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi
|
||||
per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve
|
||||
ricominciare da capo né rinunciare del tutto.
|
||||
Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita
|
||||
inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi
|
||||
in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso.
|
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Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta
|
||||
avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e
|
||||
facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia
|
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dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro
|
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sostanza, sia materiale che organizzativa.
|
||||
Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in
|
||||
gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in
|
||||
gioco sia solamente economica e/o materiale.
|
||||
Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri
|
||||
dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione
|
||||
alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref].
|
||||
Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su
|
||||
questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico,
|
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sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un
|
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mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a
|
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sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive
|
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più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti.
|
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È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa.
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**LOST e il convitato di pietra**
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In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali
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limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di
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recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere.
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Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica,
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networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente
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e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso
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figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei
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materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie
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e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa.
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Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a
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quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il
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ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto
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mentre non lo sono per nulla.
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Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni
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politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse
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energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non
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toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le
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tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per
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mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al
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fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola,
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quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e
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flussi di potere.
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Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade
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nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di
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elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano
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le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico
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informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno
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queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un
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*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione?
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L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno
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smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul
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cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito
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della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato.
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Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una
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connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche
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abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se
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dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a
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posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della
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cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar.
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Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla
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trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da
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30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo
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dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora,
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quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul
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contesto urbano?
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Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che,
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pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a
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insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref].
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Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa
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imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli
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strumenti che aggrediscono le nostre vite.
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Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque.
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**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale**
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Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono
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esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e
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mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di
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marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un
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fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene
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filtrata dai collettori dei social principali.
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Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della
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maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li
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possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra
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privati.
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Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di
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prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con
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grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta
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stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*.
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Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform,
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Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la
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sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del
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Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software
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applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati
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un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato
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*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni
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applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono
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grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della
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comunicazione.
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Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso
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sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora
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incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale
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(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref].
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In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni
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(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle
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funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno
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di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche,
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tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro.
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Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati
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nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora
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intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di
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difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare
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in modo indipendente questo tipo di tecnologie.
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Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di
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costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo
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*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo
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della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria
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tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche
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la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema
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simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la
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cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero
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unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref].
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Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate
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Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
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Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno
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dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese
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private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref].
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In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso
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alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene
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guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo
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produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del
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capitalismo puro.
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Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della
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vita politica e della cosa pubblica.
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E così via...
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D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella
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manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse
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tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di
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dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento,
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profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità
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||||
dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
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Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per
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veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala
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globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento
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dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia.
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**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)**
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In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi
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(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato,
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ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo
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tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve
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anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di
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||||
messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva.
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Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una
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temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di
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una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani:
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(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti
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(opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati)
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(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione)
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~~~~
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A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di
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||||
profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le
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||||
implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica
|
||||
degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode
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per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe
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dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo).
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La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a
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sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che
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permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di
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||||
interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle
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||||
piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a
|
||||
quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]:
|
||||
la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata
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||||
dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il
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||||
titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai
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||||
dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime.
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||||
In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la
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||||
concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei
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||||
vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi
|
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temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di
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nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova
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forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo
|
||||
che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e
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||||
all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro
|
||||
lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata
|
||||
concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio
|
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e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello
|
||||
necessario a impedire il collasso.
|
||||
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||||
L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una
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||||
tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come
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merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in
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relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di
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||||
frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del
|
||||
lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto
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||||
diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera
|
||||
devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le
|
||||
comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di
|
||||
messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto
|
||||
da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la
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||||
concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il
|
||||
vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non
|
||||
è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste
|
||||
oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o
|
||||
meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo
|
||||
della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti
|
||||
delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale,
|
||||
all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria.
|
||||
<center>-.-</center>
|
||||
Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto
|
||||
tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente
|
||||
valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”,
|
||||
per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano,
|
||||
Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di
|
||||
attenzione costante da parte della scuola operaista.
|
||||
Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse
|
||||
conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di
|
||||
una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi)
|
||||
che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi
|
||||
lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta
|
||||
le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i
|
||||
gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di
|
||||
fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati
|
||||
da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle
|
||||
foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve
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||||
contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia
|
||||
sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un
|
||||
conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune
|
||||
transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono
|
||||
indissolubilmente legate a un IBAN bancario.
|
||||
Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia
|
||||
della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test,
|
||||
la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione
|
||||
strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca
|
||||
pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in
|
||||
alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e
|
||||
nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe
|
||||
verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca
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||||
militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale.
|
||||
Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di
|
||||
un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del
|
||||
messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera
|
||||
molto rigida le loro soluzioni.
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<center>-.-</center>
|
||||
Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica:
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||||
- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta
|
||||
sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista
|
||||
almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa
|
||||
in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono
|
||||
abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria
|
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per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul
|
||||
mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda
|
||||
qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi
|
||||
meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare.
|
||||
* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano
|
||||
codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’.
|
||||
* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno
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||||
contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al
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giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe
|
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interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi.
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- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che
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punto siano state monetizzate la vita e le emozioni.
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- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana
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memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un
|
||||
momento di rottura ulteriore?
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- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le
|
||||
corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a
|
||||
proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref].
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||||
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||||
**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)**
|
||||
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Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile
|
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distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato.
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||||
Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue.
|
||||
Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la
|
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considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni
|
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condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere
|
||||
quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti
|
||||
umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata
|
||||
da uno schermo[ref]Cfr. [*Il marketing sui bambini*](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013.
|
||||
[/ref]?
|
||||
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Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle
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forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate
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dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà.
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Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e
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del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o
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quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo
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sul presente sembra totale.
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Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici,
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sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale
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planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook.
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Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni
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estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti,
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sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna.
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L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la
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sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del
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marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una
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conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da
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questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione
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e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal
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punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi
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analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref].
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Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo
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della comunicazione*.
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**La ciclicità, l’energia**
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Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B.
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Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato
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in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna
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delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da
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una crisi che ha ormai toccato il decimo anno.
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**Confronto con la storia recente**
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Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e
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da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in
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corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro.
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Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe
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del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione
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del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore
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d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero
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monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il
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calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della
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microelettronica*.
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Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito
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ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in
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campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica
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fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della
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produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali
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e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a
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“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la
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concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile
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processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il
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supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione
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dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si
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può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo,
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quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle
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maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale
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permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati
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(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni
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anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso
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tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha
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indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di
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passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è
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possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile,
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durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore
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Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref].
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Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente
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trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno.
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Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione
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dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel
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mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref].
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Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non
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solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre
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che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref].
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La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref].
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Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta?
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Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la
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“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso
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l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente
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lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta
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dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli
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medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto
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delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a
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delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref].
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Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la
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trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi,
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meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in
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materia di “sicurezza” e immigrazione.
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0mmot, 17 ottobre 2018
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25
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25
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@ -0,0 +1,25 @@
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Title: Presentazione + proiezione Nothing To Hide
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Date: 2018-02-28
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Tags: I° Serie, eventi, podcast
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Slug: NtH
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Summary: Presentazione del ciclo + proiezione del film Nothing to Hide
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domenica 28 febbraio 2018
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ore 21:00
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Presentazione del progetto LOST
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Proiezione del film *Nothing to Hide*
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PRESENTAZIONE (26 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpresentazione28022018inpillole/LOST-Presentazione_28-02-2018INPIllole.mp3 %}
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[Request For Comments] (http://lost.abbiamoundominio.org/pages/rfc.html)
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[trailer del film *Nothing to Hide*] (https://vimeo.com/185535526)
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Title: Geneaologia del tecno-capitalismo
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Date: 2018-03-18
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Tags: I° Serie, capitalismo, adam smith, taylor, catena di montaggio, tecnologia, eventi, podcast
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Slug: geneaolgia
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Summary: Geneaologia del tecno-capitalismo con Lelio de Michelis
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domenica 18 marzo 2018
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ore 17:00
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Geneaologia del tecno-capitalismo
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con Lelio Demichelis
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Dalla fabbrica di spilli alla catena di montaggio;
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Ford, il paternalismo e la Sezione sociologica (e Gramsci);
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Taylor, l’operaio Schmidt e la squadra di baseball;
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Modello Toyota, supermercati e (ancora) squadre di baseball;
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La crisi degli anni ’70 e la rivoluzione neoliberale (e Foucault);
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Rete, nodi, creatività e la socializzazione di ruolo-funzione alla società in rete;
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Il potere pastorale della tecnica, dai social alle community d’impresa e di brand;
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Dal just in time al lavoro on demand;
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Dal Postal Market ad Amazon;
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Il management algoritmico.
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PODCAST in pillole (18 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostdemichelis18032018inpillole/LOST_DeMichelis_18032018_inPillole.mp3 %}
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/03/18/geneaologia-del-tecno-capitalismo/)
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|||
Title: Gamificazione e neuroscienze cognitive
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Date: 2018-04-18
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Tags: I° Serie, eventi, gruppo ippolita, gamificazione, neuroscienze, podcast
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Slug: gamificazione
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**Gamificazione e neuroscienze cognitive**
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con Gruppo Ippolita
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@CSOA Cox18
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18 aprile 2018
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ore 21:00
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Nell’arricchimento offertoci dall’esperienza dell’alterità, sia essa
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rappresentata da un organismo vivente o da un dispositivo tecnologico, non dobbiamo mai dimenticare di definire quali siano i limiti che preservano la nostra autonomia. La diffusione capillare della tecnologia commerciale sembra portare invece verso la direzione opposta, in uno scenario in cui le nostre facoltà corporee sono solamente una povera versione organica di una macchina potenzialmente perfetta.
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A partire da un approccio antiproibizionista occorre inventare nuove pratiche di reciprocità ed equilibrio tra esseri organici e macchine.
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Per fare questo dobbiamo comprendere in che modo il nostro corpo e la nostra mente si relazionano con i dispositivi portando alla luce le linee di condotta favorite dalle interfacce commerciali.
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Bibliografia
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Ippolita, [Tecnologie del Dominio. Lessico minimo di Autodifesa digitale](https://www.ippolita.net/tecnologie-del-dominio/), Meltemi 2017
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Ippolita, [Anime Elettriche](https://www.ippolita.net/anime-elettriche/), Jaca Book, 2016
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||||
Ippolita, [La rete è libera e Democratica Falso!](https://www.ippolita.net/la-rete-e-libera-e-democratica-falso/), Laterza 2014
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||||
Ippolita, [Nell’acquario di Facebook](https://www.ippolita.net/nell-acquario-di-facebook/), Ledizioni 2012
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/04/18/gamificazione-e-neuroscienze-cognitive/)
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20
content/blog/eventi/20180506_Blockchain.md
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20
content/blog/eventi/20180506_Blockchain.md
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@ -0,0 +1,20 @@
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|||
Title: Blockchain in un guscio di noce. Cos’è e come funziona una blockchain
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Date: 2018-05-06
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Tags: II° Serie, eventi, gruppo ippolita, blockchain
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Slug: blockchain
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**Blockchain in un guscio di noce**. Cos’è e come funziona una blockchain
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@CSOA Cox18
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domenica 6 maggio 2018
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ore 17.00
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Blockchain in un guscio di noce. Cos’è e come funziona una blockchain
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con Gruppo Ippolita
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Dalla base dati distribuita al mistero della validazione del padre e ancora più in là verso il proof of work.
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Che cos’è una blockchain? Come funziona?
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L’incontro è tecnico, ma faremo il possibile per rendere l’argomento in forma divulgativa in un tempo ragionevole.
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21
content/blog/eventi/20180516_Facebook.md
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21
content/blog/eventi/20180516_Facebook.md
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@ -0,0 +1,21 @@
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|||
Title: Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti, iniziando da FaceBook
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Date: 2018-05-16
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Tags: II° Serie, eventi, vecna, facebook, podcast
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Slug: bacefuck
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MERCOLEDI’ 16 MAGGIO 2018
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ORE 21,00
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**Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti, iniziando da FaceBook**
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con vecna
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Facebook ed altre piattaforme commerciali ci forniscono esperienze personalizzate attraverso un complesso sistema di filtri e algoritmi, cercano cioè di indovinare cosa vogliamo per intrattenerci e indurci a esporre quante più informazioni personali (Ma come si permettono di immaginare chi siamo e cosa vogliamo?) gli algoritmi vorrebbero decidere quali siano le nostre priorità (informative, relazionali, finanche sessuali) ma solo noi possiamo deciderlo.
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L’algoritmo è una forma di potere di cui dobbiamo essere consapevoli.
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Con questo scopo in mente, si delinea un piano a lungo termine che inizia rendendo l’algoritmo visibile, si passa per un’analisi collettiva del fenomeno e si prova a resistere ai monopoli del web.
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PODCAST in pillole (53 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostvecna16052017inpillole/LOST_Vecna_16052017inPillole.mp3 %}
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/16/piano-dazione-contro-il-dominio-dei-monopolisti-iniziando-da-facebook/)
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53
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53
content/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md
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@ -0,0 +1,53 @@
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|||
Title: Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale
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Date: 2018-05-27
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Tags: II° Serie, eventi, podcast
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Slug: totalizzante
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domenica 27 maggio 2018
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ore 17:00
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Vi è una trasformazione antropologica legata all’introduzione di tecnologie digitali in atto:
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– Pervasività
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– Ibridazione e simbiosi con il digitale
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Questa trasformazione avviene con dei ritmi velocissimi.
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I sistemi politici stanno diventando sistemi elettorali.
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Il conflitto tra aziende private e Stati in giro per il mondo sta creando alcuni problemi. Per superare questi problemi si sta elaborando una apposita tecnologia (2004 – tecnologia del numero unico) …
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È esperienza comune che le nostre relazioni di qualsiasi
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tipo vengano sempre più frequentemente intermediate
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da dispositivi digitali. I legami interumani diretti lasciano il posto a mille forme di connessioni indirette e artificiali. Il marketing delle ‘internet company’ accompagna questa mutazione tecno-sociale con nuovi miti. La po-
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tenza degli smartphone, le meraviglie dell’intelligenza
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artificiale, la panacea dei robot per alleviare le fatiche
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del lavoro, la rivoluzione dei big data e il paradiso terrestre dell’internet delle cose. Un’assuefazione acritica
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maschera la nostra ignoranza sulle reali implicazioni di
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questa ulteriore evoluzione del capitalismo. [...]
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Ben oltre la società industriale, la società industriale, la
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società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe ac-
|
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cattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici
|
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del Novecento, invade e colonizza il luogo più “sacro”
|
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e fondamentale delle libertà. D’altra parte una matura
|
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consapevolezza di questa estrema deriva può essere
|
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anche il punto di partenza per un’ulteriore rimessa in
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discussione delle classi sociali e del destino di specie.
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Sapremo scegliere o ci accontenteremo di essere scelti?
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da Renato Curcio. *L’impero virtuale. Colonizzazione
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dell’immaginario e controllo sociale*, Sensibili alle foglie, 2017
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PODCAST in pillole (68 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostcurcio27052018inpillole/LOST_Curcio_27052018_inPillole.mp3 %}
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/27/alcune-tendenze-totalizzanti-nella-societa-artificiale/)
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[Trascrizione dell'incontro]({static}/pdfs/TrascrizioneCurcio.pdf)
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<center>
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<iframe src="https://player.vimeo.com/video/271764104" width="640" height="360" frameborder="1" allow="autoplay; fullscreen" allowfullscreen></iframe>
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</center>
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34
content/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md
Normal file
34
content/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md
Normal file
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@ -0,0 +1,34 @@
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|||
Title: Le narrazioni del neoliberismo “progressista” e la ristrutturazione tecnologica
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Date: 2018-05-30
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Tags: II° Serie, eventi, carlo formenti, podcast
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Slug: ProgNeoLib
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mercoledì 30 maggio 2018
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ore 21.00
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CSOA Cox18
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per il ciclo “le Lunghe Ombre della Scienza e della Tecnica” (LOST)
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**Le narrazioni del neoliberismo “progressista” e la ristrutturazione tecnologica**
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con Carlo Formenti
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Impraticabilità delle utopie neokeynesiane;
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critica della categoria di progresso;
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critica del liberalismo identitario;
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odio e disprezzo delle sinistre d’élite nei confronti delle plebi;
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Taylorismo digitale;
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governamentalità algoritmica;
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uberizzazione del lavoro;
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digitalizzazione del corpo umano;
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pervasività del controllo.
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||||
Bibliografia
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||||
Formenti, Oligarchi e plebei, Mimesis 2018
|
||||
Formenti, La variante populista, Deriveapprodi 2016
|
||||
Formenti, Utopie letali, Jacabook 2013
|
||||
Formenti, Felici e sfruttati, Egea 2011
|
||||
|
||||
PODCAST in pillole (41 min)
|
||||
{% audio https://www.archive.org/3/items/lost30052018formentipillole/Lost_30-05-2018FormentiPILLOLE.mp3 %}
|
||||
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||||
[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/30/contro-il-tecno-capitalismo-le-narrazioni-del-neoliberismo-progressista-e-la-ristrutturazione-tecnologica/)
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content/blog/eventi/20180927_tecnicaesalutedelledonne.md
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content/blog/eventi/20180927_tecnicaesalutedelledonne.md
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Title: Tecnologie riproduttive e salute delle donne
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Date: 2018-09-27
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Tags: III° Serie, eventi, laura corradi, podcast
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Slug: tecnicaesalute
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Giovedì 27 settembre 2018
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con Laura Corradi
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Fecondazione in vitro, gestazione per altri, donazione e vendita di ovociti, a partire dal suo volume *Nel ventre di un’altra* edito da Castelvecchi, Corradi ci porta a una ricognizione critica sulle tecnologie riproduttive con una particolare attenzione ai privilegi geopolitici ed economici del mondo occidentale e alla salute delle donne coinvolte in ogni parte del processo riproduttivo.
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**Laura Corradi**
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Sociologa del corpo, femminista, viaggiatrice. Ha scritto sulla salute
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delle donne, sui movimenti di lotta contro le cause ambientali di cancro, sulle mobilitazioni contadine anti-Ogm in India, sul rapporto fra salute e ambiente, sulle pubblicità etero/sessiste, razziste, classiste e sulle forme di guerriglia semiotica agite dai nuovi femminismi.
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/09/27/tecnologie-riproduttive-e-salute-delle-donne/)
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content/blog/eventi/20181028_workshopcontrollo.md
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content/blog/eventi/20181028_workshopcontrollo.md
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Title: Tecnologie del controllo – Workshop di liberazione tecno-teatrale
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Date: 2018-10-28
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Tags: III° Serie, eventi, gruppo ippolita
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Slug: workcontrollo
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domenica 28 ottobre 2018
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ore 16.30
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CSOA Cox18
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**Tecnologie del controllo
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Workshop di liberazione tecno-teatrale**
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*Forse ai nostri giorni l’obiettivo non è quello di scoprire che cosa siamo,
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ma di rifiutare quello che siamo.
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Dobbiamo immaginare e costruire quello che potremmo essere.*
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(M. Foucault)
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![dervisci]({static}/images/dervisci1.jpg)
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La società digitale della trasparenza radicale e della sorveglianza ci fa sentire più sicuri e interconnessi ma, allo stesso tempo, mette in discussione le identità e le sfere di libertà non soltanto dell’individuo, ma dell’intera collettività.
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Il social web dei servizi «gratuiti» si basa sul controllo e la manipolazione degli utenti, in particolare è l’idea di media sociale che definisce meglio i confini di uno spazio chiuso di manipolazione massiva, dove la performance è elemento imprescindibile.
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Indagheremo sulla differenza tra sicurezza e controllo e cercheremo di capire perché la caccia al like può generare al contempo ansia e piacere.
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Il workshop è strutturato in due momenti, uno teorico ed uno esperienziale: la condivisione di lessico e saperi accompagnano e sostengono la parte esercitativa. Infatti, mutuando alcune tecniche teatrali e di apprendimento cooperativo, intraprenderemo un percorso di
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consapevolezza digitale, alla ricerca del proprio personale modo di convivere con le macchine e abitare un ecosistema tecnico, in continua danza e mutazione verso forme di liberazione dei corpi e delle identità digitali.
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a cura del Gruppo Ippolita
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Info logistiche
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Tempo previsto: 3 ore
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Max partecipanti: 20 (è richiesto abbigliamento comodo)
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Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org
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content/blog/eventi/20181111_DelegaGamificazione.md
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content/blog/eventi/20181111_DelegaGamificazione.md
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Title: Tecnologie del controllo Workshop di liberazione tecno-teatrale
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Date: 2018-11-11
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Tags: I° Serie, eventi, laboratorio, gruppo ippolita
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Slug: delegamificazione
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domenica 11 novembre 2018
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ore 16.30
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@CSOA Cox18
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Laboratorio: **Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online**
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a cura del Gruppo Ippolita
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Nel corso del workshop verrà propo:-sta una decostruzione critica delle interfacce web commerciali, facendo emergere gli elementi compositivi legati alla gamificazione dell’esperienza dell’utente. Inoltre verrà messa a fuoco la relazione che mente e cervello instaurano con i dispositivi digitali, ponendo l’attenzione sui vari meccanismi di delega che questi comportano sotto il profilo cognitivo.
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Il workshop verrà suddiviso secondo la seguente tripartizione:
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• Accenni di Gamificazione
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Introdurre gli elementi compositivi dell’interfaccia gamificata: competitività, classifiche, livelli, ricompensa/meccanismo premiale, accumulo.
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• Gamificazione delle interfacce
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Analisi e confronto critico di social, smartphone, ecc. con le interfacce dei giochi presentati in video.
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• Delega Cognitiva: emotiva e relazionale Comprensione dei meccanismi di delega agli strumenti tecnologici, dalla memoria ai bisogni relazionali.
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Il laboratorio è per un massimo di 20 partecipanti.
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Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org
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28
content/blog/eventi/20181111_labodelegacognitiva.md
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content/blog/eventi/20181111_labodelegacognitiva.md
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Title: Laboratorio “Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online”
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Date: 2018-11-11
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Tags: III° Serie, eventi, gruppo ippolita
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Slug: labodelegacogn
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domenica 11 novembre 2018
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ore 16.30
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@CSOA Cox18
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Laboratorio: **Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online**
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a cura del Gruppo Ippolita
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![iduanie]({static}/images/Gottlieb.jpg)
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Nel corso del workshop verrà proposta una decostruzione critica delle interfacce web commerciali, facendo emergere gli elementi compositivi legati alla gamificazione dell’esperienza dell’utente. Inoltre verrà messa a fuoco la relazione che mente e cervello instaurano con i dispositivi digitali, ponendo l’attenzione sui vari meccanismi di delega che questi comportano sotto il profilo cognitivo.
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Il workshop verrà suddiviso secondo la seguente tripartizione:
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• Accenni di Gamificazione
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Introdurre gli elementi compositivi dell’interfaccia gamificata: competitività, classifiche, livelli, ricompensa/meccanismo premiale, accumulo.
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• Gamificazione delle interfacce
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Analisi e confronto critico di social, smartphone, ecc. con le interfacce dei giochi presentati in video.
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• Delega Cognitiva: emotiva e relazionale Comprensione dei meccanismi di delega agli strumenti tecnologici, dalla memoria ai bisogni relazionali.
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Il laboratorio è per un massimo di 20 partecipanti.
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Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org
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content/blog/eventi/20181201_IA.md
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content/blog/eventi/20181201_IA.md
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Title: USA e Cina, la sfida per l’Intelligenza Artificiale
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Date: 2018-12-01
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Tags: III° Serie, eventi, simone pieranni, podcast
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Slug: usacina
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sabato 1 dicembre 2018
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ore 17.30
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@CSOA Cox18
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**USA e Cina, la sfida per l’Intelligenza Artificiale***
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![usacina]({static}/images/surv-1024x683.jpeg)
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Nel 2017 le start-up cinesi che sviluppano intelligenza artificiale
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hanno ottenuto più finanziamenti di quelle americane. Da anni Pechino
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lavora e investe perché la nuovissima Cina sia in grado di diventare il
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primo paese per quanto riguarda lo sviluppo dell’Intelligenza
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artificiale. Il prossimo scontro geopolitico-finanziario verterà
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sull’A/I.
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App e software in grado di sviluppare l’«internet delle cose»,
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modelli predittivi e sistemi di credito sociale su cui incombe la grande
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macchina del controllo sociale cinese.
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con Simone Pieranni
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PODCAST in pillole (49 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpieranni01122018inpillole/LOST_Pieranni_01122018_inPillole.mp3 %}
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/12/01/10739/)
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content/blog/eventi/20181206_HackTheSystem.md
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content/blog/eventi/20181206_HackTheSystem.md
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File diff suppressed because one or more lines are too long
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content/blog/eventi/20190127_pmomp.md
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content/blog/eventi/20190127_pmomp.md
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Title: Privacy Matters on My Phone
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Date: 2019-01-27
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Tags: IV° Serie, eventi, hacklab unit, podcast
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Slug: pmomp
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**Privacy Matters on My Phone**
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*Percorso in 5 passi su come entrare in possesso del proprio smartphone dopo averlo comperato*
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Unit hacklab
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Domenica 27 Gennaio 2019 h 16.00
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@Cox18
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{% img left half {static}/images/pmomp-flyer.png pmomp %}
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**L**'obiettivo di questo progetto è di raccogliere e divulgare strumenti e
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conoscenze per utilizzare uno smartphone Android nel rispetto più ampio
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possibile della propria privacy. Tale progetto non ha uno scopo
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divulgativo riguardo la salvaguardia della privacy: il problema è ormai
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chiaro a tutti. Vuole invece essere di supporto a chi consapevolmente
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vuole proteggersi. In quest’ottica, il progetto è strutturato a livelli,
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dal più facile da perseguire ma con un alto livello di compromesso fino
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a un livello più difficile senza lasciare spazio a dubbi e compromissioni.
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**V**ogliamo rompere la sacralità dell’utilizzo dello smartphone. La quale
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non viene oramai neanche più messa in discussione. Ricorderete quando si
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pensava a togliere la batteria prima di comunicazioni riservate, ora che
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non si possono più togliere non si mette neanche in discussione il
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motivo per cui si faceva. Siamo regrediti nel mettere in discussione
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l’oggetto. Il modo in cui ora accettiamo che faccia **cose** ha del sacrale.
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L‘idea è che si debba essere liberi sul proprio dispostivo. Il telefono
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intelligente è un Pc e ci si possono mettere sopra le mani. Va anche
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ricordato che è molto più intimo di un Computer Personale, a maggior
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ragione vorremo che la fiducia sia simmetrica.
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**È** importante anche ricordare che non ci sono alternative ad Android. Gli
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altri smartphone, anche detti telefonini intelligenti, o furby, sono
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solamente gli Apple iOS e i Windows.
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**P**rivacy Matters On my Phone è un percorso in forma ludica.
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**Aperto a tutti***.
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a seguire **G***rog di autofinanziamento
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PODCAST in pillole (60 min)
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{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpmomp27012019inpillolel/LOST_PMOMP_27012019_inPillolel.mp3 %}
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PODCAST in extra pillole (40 min)
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{% audio /media/podcast/LOST_PMOMPExtreme_27012019_inPilole.mp3 %}
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[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2019/01/27/privacy-matters-on-my-phone/)
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content/blog/eventi/20190207_foxconn.md
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content/blog/eventi/20190207_foxconn.md
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File diff suppressed because one or more lines are too long
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content/blog/eventi/20190511_fal.md
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25
content/blog/eventi/20190511_fal.md
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@ -0,0 +1,25 @@
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Title: Fedeli alla linea
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Date: 2019-05-11
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Tags: V° Serie, eventi, laboratorio, blallo, hacklab unit
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Slug: fal
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