diff --git a/Makefile b/Makefile new file mode 100644 index 0000000..556f327 --- /dev/null +++ b/Makefile @@ -0,0 +1,124 @@ +PY?=python +PELICAN?=pelican +PELICANOPTS= + +BASEDIR=$(CURDIR) +INPUTDIR=$(BASEDIR)/content +OUTPUTDIR=$(BASEDIR)/output +CONFFILE=$(BASEDIR)/pelicanconf.py +PUBLISHCONF=$(BASEDIR)/publishconf.py + +FTP_HOST=localhost +FTP_USER=anonymous +FTP_TARGET_DIR=/ + +SSH_HOST=localhost +SSH_PORT=22 +SSH_USER=root +SSH_TARGET_DIR=/var/www + +S3_BUCKET=tom-is-lost + +CLOUDFILES_USERNAME=my_rackspace_username +CLOUDFILES_API_KEY=my_rackspace_api_key +CLOUDFILES_CONTAINER=my_cloudfiles_container + +DROPBOX_DIR=~/Dropbox/Public/ + +GITHUB_PAGES_BRANCH=gh-pages + +DEBUG ?= 0 +ifeq ($(DEBUG), 1) + PELICANOPTS += -D +endif + +RELATIVE ?= 0 +ifeq ($(RELATIVE), 1) + PELICANOPTS += --relative-urls +endif + +help: + @echo 'Makefile for a pelican Web site ' + @echo ' ' + @echo 'Usage: ' + @echo ' make html (re)generate the web site ' + @echo ' make clean remove the generated files ' + @echo ' make regenerate regenerate files upon modification ' + @echo ' make publish generate using production settings ' + @echo ' make serve [PORT=8000] serve site at http://localhost:8000' + @echo ' make serve-global [SERVER=0.0.0.0] serve (as root) to $(SERVER):80 ' + @echo ' make devserver [PORT=8000] start/restart develop_server.sh ' + @echo ' make stopserver stop local server ' + @echo ' make ssh_upload upload the web site via SSH ' + @echo ' make rsync_upload upload the web site via rsync+ssh ' + @echo ' make dropbox_upload upload the web site via Dropbox ' + @echo ' make ftp_upload upload the web site via FTP ' + @echo ' make s3_upload upload the web site via S3 ' + @echo ' make cf_upload upload the web site via Cloud Files' + @echo ' make github upload the web site via gh-pages ' + @echo ' ' + @echo 'Set the DEBUG variable to 1 to enable debugging, e.g. make DEBUG=1 html ' + @echo 'Set the RELATIVE variable to 1 to enable relative urls ' + @echo ' ' + +html: + $(PELICAN) $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(CONFFILE) $(PELICANOPTS) + +clean: + [ ! -d $(OUTPUTDIR) ] || rm -rf $(OUTPUTDIR) + +regenerate: + $(PELICAN) -r $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(CONFFILE) $(PELICANOPTS) + +serve: +ifdef PORT + cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server $(PORT) +else + cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server +endif + +serve-global: +ifdef SERVER + cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server 80 $(SERVER) +else + cd $(OUTPUTDIR) && $(PY) -m pelican.server 80 0.0.0.0 +endif + + +devserver: +ifdef PORT + $(BASEDIR)/develop_server.sh restart $(PORT) +else + $(BASEDIR)/develop_server.sh restart +endif + +stopserver: + $(BASEDIR)/develop_server.sh stop + @echo 'Stopped Pelican and SimpleHTTPServer processes running in background.' + +publish: + $(PELICAN) $(INPUTDIR) -o $(OUTPUTDIR) -s $(PUBLISHCONF) $(PELICANOPTS) + +ssh_upload: publish + scp -P $(SSH_PORT) -r $(OUTPUTDIR)/* $(SSH_USER)@$(SSH_HOST):$(SSH_TARGET_DIR) + +rsync_upload: publish + rsync -e "ssh -p $(SSH_PORT)" -P -rvzc --delete $(OUTPUTDIR)/ $(SSH_USER)@$(SSH_HOST):$(SSH_TARGET_DIR) --cvs-exclude + +dropbox_upload: publish + cp -r $(OUTPUTDIR)/* $(DROPBOX_DIR) + +ftp_upload: publish + lftp ftp://$(FTP_USER)@$(FTP_HOST) -e "mirror -R $(OUTPUTDIR) $(FTP_TARGET_DIR) ; quit" + +s3_upload: publish + s3cmd sync $(OUTPUTDIR)/ s3://$(S3_BUCKET) --acl-public --delete-removed --guess-mime-type + +cf_upload: publish + cd $(OUTPUTDIR) && swift -v -A https://auth.api.rackspacecloud.com/v1.0 -U $(CLOUDFILES_USERNAME) -K $(CLOUDFILES_API_KEY) upload -c $(CLOUDFILES_CONTAINER) . + +github: publish + ghp-import -m "Generate Pelican site" -b $(GITHUB_PAGES_BRANCH) $(OUTPUTDIR) + git push origin $(GITHUB_PAGES_BRANCH) + +.PHONY: html help clean regenerate serve serve-global devserver publish ssh_upload rsync_upload dropbox_upload ftp_upload s3_upload cf_upload github diff --git a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md new file mode 100644 index 0000000..09f5e15 --- /dev/null +++ b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md @@ -0,0 +1,461 @@ +Title: LOST o del disequilibrio +Date: 2018-10-17 +Tags: +Slug: disequilibrio + + +**Premessa** + +
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+ +Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non +costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una +sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del +2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio Primo Moroni.[/ref]. + +L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la +consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi +per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve +ricominciare da capo né rinunciare del tutto. + +Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita +inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi +in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso. + +Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta +avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e +facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia +dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro +sostanza, sia materiale che organizzativa. + +Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in +gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in +gioco sia solamente economica e/o materiale. + +Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri +dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione +alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su +questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico, +sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un +mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a +sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive +più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti. + +È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa. + + + +**LOST e il convitato di pietra** + +
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+ + +In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali +limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di +recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere. + +Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica, +networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente +e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso +figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei +materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie +e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa. + +Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a +quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il +ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto +mentre non lo sono per nulla. + +Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni +politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse +energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non +toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le +tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per +mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al +fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola, +quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e +flussi di potere. + +Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade +nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di +elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano +le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico +informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno +queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un +*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione? +L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno +smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul +cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito +della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato. + +Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una +connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche +abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se +dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a +posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della +cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar. + +Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla +trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da +30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo +dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora, +quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul +contesto urbano? + +Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che, +pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a +insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref]. +Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa +imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli +strumenti che aggrediscono le nostre vite. + +Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque. + +**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale** + +
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+ +Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono +esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e +mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di +marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un +fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene +filtrata dai collettori dei social principali. + +Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della +maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li +possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra +privati. + +Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di +prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con +grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta +stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*. + +Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform, +Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la +sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del +Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software +applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati +un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato +*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni +applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono +grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della +comunicazione. + +Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso +sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora +incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale +(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. +In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni +(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle +funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno +di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche, +tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro. + +Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati +nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora +intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di +difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare +in modo indipendente questo tipo di tecnologie. + +Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di +costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo +*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo +della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria +tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche +la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema +simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la +cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero +unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate +Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno +dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese +private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso +alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene +guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo +produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del +capitalismo puro. + +Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della +vita politica e della cosa pubblica. + +E così via... + +D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella +manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse +tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di +dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento, +profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità +dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per +veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala +globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento +dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia. + +**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)** + +
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+ +In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi +(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato, +ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo +tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve +anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di +messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva. +Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una +temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di +una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani: + + + (1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti (opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati) + + (2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione) + + +A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di +profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le +implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica +degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode +per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe +dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo). + +La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a +sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che +permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di +interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle +piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a +quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]: +la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata +dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il +titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai +dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime. + +In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la +concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei +vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi +temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di +nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova +forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo +che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e +all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro +lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata +concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio +e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello +necessario a impedire il collasso. + +L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una +tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come +merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in +relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di +frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del +lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto +diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera +devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le +comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di +messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto +da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la +concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il +vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non +è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste +oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o +meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo +della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti +delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale, +all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria. + +
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+ +Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto +tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente +valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”, +per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano, +Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di +attenzione costante da parte della scuola operaista. + +Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse +conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di +una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi) +che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi +lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta +le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i +gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di +fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati +da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle +foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve +contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia +sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un +conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune +transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono +indissolubilmente legate a un IBAN bancario. + +Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia +della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test, +la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione +strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca +pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in +alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e +nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe +verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca +militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale. + +Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di +un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del +messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera +molto rigida le loro soluzioni. + +
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+ +Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica: + +- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta +sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista +almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa +in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono +abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria +per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul +mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda +qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi +meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare. + +* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano +codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’. + +* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno +contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al +giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe +interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi. + +- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che +punto siano state monetizzate la vita e le emozioni. + +- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana +memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un +momento di rottura ulteriore? + +- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le +corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a +proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. + +**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)** + +
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+ +Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile +distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato. +Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue. +Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la +considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni +condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere +quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti +umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata +da uno schermo[ref]Cfr. [Il marketing sui bambini](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013. +[/ref]? + +Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle +forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate +dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà. +Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e +del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o +quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo +sul presente sembra totale. + +Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici, +sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale +planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook. + +Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni +estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti, +sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna. + +L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la +sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del +marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una +conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da +questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione +e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal +punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi +analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo +della comunicazione*. + +**La ciclicità, l’energia** + +Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B. +Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato +in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna +delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da +una crisi che ha ormai toccato il decimo anno. + +**Confronto con la storia recente** + + +Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e +da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in +corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro. + +Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe +del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione +del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore +d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero +monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il +calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della +microelettronica*. + +Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito +ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in +campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica +fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della +produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali +e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a +“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la +concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile +processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il +supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione +dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si +può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo, +quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle +maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale +permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati +(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni +anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso +tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha +indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di +passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è +possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile, +durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore +Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref]. + +Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente +trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno. +Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione +dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel +mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. + +Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non +solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre +che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref]. +Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta? +Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la +“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso +l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente +lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta +dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli +medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto +delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a +delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. +Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la +trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi, +meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in +materia di “sicurezza” e immigrazione. + +0mmot, 17 ottobre 2018 + +
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+ + + diff --git a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp new file mode 100644 index 0000000..9e4518e --- /dev/null +++ b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp @@ -0,0 +1,423 @@ +Title: LOST o del disequilibrio +Date: 2018-10-17 +Tags: +Slug: disequilibrio + + +LOST o del disequilibrio +------------------------ + +**Premessa** + +Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non +costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una +sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, +scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del +2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio +Primo Moroni.[/ref]. +L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la +consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi +per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve +ricominciare da capo né rinunciare del tutto. +Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita +inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi +in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso. +Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta +avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e +facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia +dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro +sostanza, sia materiale che organizzativa. +Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in +gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in +gioco sia solamente economica e/o materiale. +Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri +dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione +alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su +questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico, +sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un +mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a +sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive +più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti. +È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa. + +**LOST e il convitato di pietra** + +In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali +limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di +recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere. +Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica, +networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente +e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso +figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei +materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie +e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa. +Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a +quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il +ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto +mentre non lo sono per nulla. +Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni +politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse +energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non +toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le +tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per +mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al +fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola, +quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e +flussi di potere. +Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade +nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di +elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano +le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico +informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno +queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un +*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione? +L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno +smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul +cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito +della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato. +Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una +connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche +abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se +dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a +posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della +cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar. +Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla +trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da +30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo +dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora, +quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul +contesto urbano? +Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che, +pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a +insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref]. +Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa +imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli +strumenti che aggrediscono le nostre vite. +Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque. + +**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale** + +Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono +esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e +mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di +marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un +fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene +filtrata dai collettori dei social principali. + +Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della +maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li +possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra +privati. + +Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di +prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con +grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta +stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*. + +Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform, +Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la +sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del +Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software +applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati +un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato +*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni +applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono +grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della +comunicazione. + +Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso +sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora +incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale +(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. +In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni +(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle +funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno +di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche, +tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro. + +Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati +nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora +intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di +difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare +in modo indipendente questo tipo di tecnologie. + +Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di +costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo +*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo +della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria +tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche +la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema +simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la +cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero +unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate +Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno +dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese +private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso +alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene +guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo +produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del +capitalismo puro. +Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della +vita politica e della cosa pubblica. +E così via... + +D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella +manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse +tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di +dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento, +profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità +dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per +veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala +globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento +dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia. + +**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)** + +In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi +(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato, +ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo +tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve +anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di +messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva. +Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una +temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di +una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani: + +~~~~ +(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti +(opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati) + +(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione) +~~~~ + +A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di +profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le +implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica +degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode +per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe +dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo). + +La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a +sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che +permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di +interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle +piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a +quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]: +la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata +dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il +titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai +dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime. + +In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la +concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei +vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi +temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di +nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova +forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo +che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e +all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro +lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata +concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio +e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello +necessario a impedire il collasso. + +L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una +tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come +merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in +relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di +frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del +lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto +diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera +devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le +comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di +messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto +da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la +concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il +vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non +è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste +oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o +meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo +della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti +delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale, +all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria. +
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+Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto +tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente +valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”, +per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano, +Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di +attenzione costante da parte della scuola operaista. +Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse +conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di +una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi) +che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi +lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta +le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i +gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di +fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati +da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle +foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve +contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia +sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un +conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune +transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono +indissolubilmente legate a un IBAN bancario. +Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia +della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test, +la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione +strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca +pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in +alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e +nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe +verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca +militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale. +Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di +un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del +messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera +molto rigida le loro soluzioni. +
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+Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica: +- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta +sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista +almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa +in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono +abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria +per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul +mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda +qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi +meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare. +* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano +codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’. +* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno +contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al +giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe +interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi. +- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che +punto siano state monetizzate la vita e le emozioni. +- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana +memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un +momento di rottura ulteriore? +- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le +corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a +proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. + +**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)** + +Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile +distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato. +Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue. +Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la +considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni +condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere +quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti +umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata +da uno schermo[ref]Cfr. [*Il marketing sui bambini*](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013. +[/ref]? + +Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle +forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate +dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà. +Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e +del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o +quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo +sul presente sembra totale. + +Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici, +sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale +planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook. + +Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni +estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti, +sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna. + +L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la +sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del +marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una +conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da +questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione +e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal +punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi +analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo +della comunicazione*. + +**La ciclicità, l’energia** + +Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B. +Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato +in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna +delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da +una crisi che ha ormai toccato il decimo anno. + +**Confronto con la storia recente** + +Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e +da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in +corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro. + +Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe +del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione +del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore +d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero +monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il +calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della +microelettronica*. + +Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito +ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in +campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica +fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della +produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali +e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a +“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la +concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile +processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il +supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione +dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si +può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo, +quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle +maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale +permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati +(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni +anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso +tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha +indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di +passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è +possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile, +durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore +Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref]. + +Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente +trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno. +Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione +dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel +mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. + +Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non +solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre +che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref]. +Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta? +Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la +“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso +l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente +lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta +dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli +medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto +delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a +delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. +Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la +trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi, +meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in +materia di “sicurezza” e immigrazione. + +0mmot, 17 ottobre 2018 + + + + diff --git a/content/blog/eventi/20180228_NothingToHide.md b/content/blog/eventi/20180228_NothingToHide.md new file mode 100644 index 0000000..0141666 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180228_NothingToHide.md @@ -0,0 +1,25 @@ +Title: Presentazione + proiezione Nothing To Hide +Date: 2018-02-28 +Tags: I° Serie, eventi, podcast +Slug: NtH +Summary: Presentazione del ciclo + proiezione del film Nothing to Hide + +domenica 28 febbraio 2018 +ore 21:00 + +Presentazione del progetto LOST + +Proiezione del film *Nothing to Hide* + + + + +PRESENTAZIONE (26 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpresentazione28022018inpillole/LOST-Presentazione_28-02-2018INPIllole.mp3 %} + + +[Request For Comments] (http://lost.abbiamoundominio.org/pages/rfc.html) + +[trailer del film *Nothing to Hide*] (https://vimeo.com/185535526) + + diff --git a/content/blog/eventi/20180311_DRM.md b/content/blog/eventi/20180311_DRM.md new file mode 100644 index 0000000..919890a --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180311_DRM.md @@ -0,0 +1,41 @@ +Title: Se questo è gratis - rompere i DRM +Date: 2018-03-11 +Tags: I° Serie, Glep, DRM, Epub, Copyright, eventi, podcast +Slug: NoDRM +Summary: Presentazione del ciclo + proiezione del film Nothing to Hide + +Se questo è gratis – rompere i DRM + +@CSOA Cox18 + +11 marzo 2018 +ore 17:00 + +Se questo è gratis – rompere i DRM +con Glep, Gruppo Liberazione EPub + +![iduanie]({static}/images/einaudi_.jpg) + +In occasione del 30° anniversario dalla morte di Primo Levi, una famosa casa editrice decide di distribuire “gratuitamente” un suo libro in formato ebook: La bella addormentata nel frigo. Accedere al libro prevede però l’iscrizione ad uno “store”, un sistema di vendita online, con identificazione attraverso dati anagrafici e carta di credito. Il libro inoltre contiene DRM (Digital Restriction Management) che ne impediscono il prestito e la copia. La tecnica, che avrebbe permesso di liberare il libro, qui invece lo vincola con delle catene digitali. + +Vediamo una serie di contraddizioni e ipocrisie sulle quali si gioca la partita delle libertà e dei diritti personali e un parallelo tra la +schiavitù volontaria della Bella nel frigo, protagonista del racconto e quella dei lettori che decidono di accettare gli schiavettoni DRM per leggerlo. Inoltre troviamo brutto chiudere a chiave un libro scritto da qualcuno che aveva un codice tatuato a forza sul braccio. + +Ci siamo chiesti: “Se questo è gratis”. + +A Milano presso l’hacklab Unit, nell’anno 2017, il GLEP, Gruppo di +Liberazione EPub, decide di rompere i DRM e forzare il sistema di +distribuzione iTunes di Apple che Einaudi ha scelto per la pubblicazione +digitale del libro di Primo Levi: La bella addormentata nel frigo. + +Abbiamo lasciato una serie di spunti di riflessione e l’eBook +stesso, questa volta davvero liberamente scaricabile. + +PODCAST in pillole (8 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostglep16032018inpillole/LOST_GLEP_16032018_inPillole.mp3 %} + + + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/03/11/se-questo-e-gratis-rompere-i-drm/) + +[GLEP](https://www.autistici.org/glep/) diff --git a/content/blog/eventi/20180318_Genealogia.md b/content/blog/eventi/20180318_Genealogia.md new file mode 100644 index 0000000..bf48d6d --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180318_Genealogia.md @@ -0,0 +1,33 @@ +Title: Geneaologia del tecno-capitalismo +Date: 2018-03-18 +Tags: I° Serie, capitalismo, adam smith, taylor, catena di montaggio, tecnologia, eventi, podcast +Slug: geneaolgia +Summary: Geneaologia del tecno-capitalismo con Lelio de Michelis + +domenica 18 marzo 2018 +ore 17:00 + +Geneaologia del tecno-capitalismo +con Lelio Demichelis + +Dalla fabbrica di spilli alla catena di montaggio; +Ford, il paternalismo e la Sezione sociologica (e Gramsci); +Taylor, l’operaio Schmidt e la squadra di baseball; +Modello Toyota, supermercati e (ancora) squadre di baseball; +La crisi degli anni ’70 e la rivoluzione neoliberale (e Foucault); +Rete, nodi, creatività e la socializzazione di ruolo-funzione alla società in rete; +Il potere pastorale della tecnica, dai social alle community d’impresa e di brand; +Dal just in time al lavoro on demand; +Dal Postal Market ad Amazon; +Il management algoritmico. + + + +PODCAST in pillole (18 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostdemichelis18032018inpillole/LOST_DeMichelis_18032018_inPillole.mp3 %} + + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/03/18/geneaologia-del-tecno-capitalismo/) + + + diff --git a/content/blog/eventi/20180408_Autistici.md b/content/blog/eventi/20180408_Autistici.md new file mode 100644 index 0000000..343a75f --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180408_Autistici.md @@ -0,0 +1,21 @@ +Title: Autogestione digitale: la storia di Autistici +Date: 2018-04-08 +Tags: I° Serie, autistici/inventati, siti web, caselle di posta, mailing list, chat, instant messaging, anonymous remailer, blog, newsletter, eventi, podcast +Slug: autistici + +**Autogestione digitale: la storia di Autistici** + +domenica 8 aprile 2018 +ore 17.00 + +con il collettivo Autistici/Inventati + +A/I è un progetto nato quasi diciassette anni fa per offrire supporto in rete (tramite l’offerta di siti web, caselle di posta, mailing list, +chat, instant messaging, anonymous remailer, blog, newsletter e altro ancora) a soggetti provenienti dall’universo dell’organizzazione di base e dell’autogestione. Le nostre tesi sono semplici: il mondo non dovrebbe ruotare intorno ai soldi, ma saldamente ancorato ad un asse di relazioni basate su criteri solidaristici, di mutuo appoggio, di uguaglianza e giustizia sociale. Semplice no? Offriamo supporto a quei singoli individui, gruppi o comunità, le cui attività politiche e sociali rientrino in quest’ottica e che condividano alcuni valori fondamentali: +l’antifascismo, l’antisessismo, l’antirazzismo, l’antimilitarismo. A questi si deve poi aggiungere un sentimento, un’attitudine: il profondo disagio di fronte alla logica del denaro. + + +PODCAST in pillole (18 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostautisticiinventati08042018inpillole/LOST_AutisticiInventati_08042018_inPillole.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/04/08/autogestione-digitale-la-storia-di-autistici/) diff --git a/content/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md b/content/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md new file mode 100644 index 0000000..1d3ad25 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md @@ -0,0 +1,26 @@ +Title: Gamificazione e neuroscienze cognitive +Date: 2018-04-18 +Tags: I° Serie, eventi, gruppo ippolita, gamificazione, neuroscienze, podcast +Slug: gamificazione + +**Gamificazione e neuroscienze cognitive** +con Gruppo Ippolita + +@CSOA Cox18 + +18 aprile 2018 +ore 21:00 + +Nell’arricchimento offertoci dall’esperienza dell’alterità, sia essa +rappresentata da un organismo vivente o da un dispositivo tecnologico, non dobbiamo mai dimenticare di definire quali siano i limiti che preservano la nostra autonomia. La diffusione capillare della tecnologia commerciale sembra portare invece verso la direzione opposta, in uno scenario in cui le nostre facoltà corporee sono solamente una povera versione organica di una macchina potenzialmente perfetta. +A partire da un approccio antiproibizionista occorre inventare nuove pratiche di reciprocità ed equilibrio tra esseri organici e macchine. +Per fare questo dobbiamo comprendere in che modo il nostro corpo e la nostra mente si relazionano con i dispositivi portando alla luce le linee di condotta favorite dalle interfacce commerciali. + +Bibliografia +Ippolita, [Tecnologie del Dominio. Lessico minimo di Autodifesa digitale](https://www.ippolita.net/tecnologie-del-dominio/), Meltemi 2017 +Ippolita, [Anime Elettriche](https://www.ippolita.net/anime-elettriche/), Jaca Book, 2016 +Ippolita, [La rete è libera e Democratica Falso!](https://www.ippolita.net/la-rete-e-libera-e-democratica-falso/), Laterza 2014 +Ippolita, [Nell’acquario di Facebook](https://www.ippolita.net/nell-acquario-di-facebook/), Ledizioni 2012 + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/04/18/gamificazione-e-neuroscienze-cognitive/) + diff --git a/content/blog/eventi/20180506_Blockchain.md b/content/blog/eventi/20180506_Blockchain.md new file mode 100644 index 0000000..714bb48 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180506_Blockchain.md @@ -0,0 +1,20 @@ +Title: Blockchain in un guscio di noce. Cos’è e come funziona una blockchain +Date: 2018-05-06 +Tags: II° Serie, eventi, gruppo ippolita, blockchain +Slug: blockchain + +**Blockchain in un guscio di noce**. Cos’è e come funziona una blockchain +@CSOA Cox18 +domenica 6 maggio 2018 +ore 17.00 + +Blockchain in un guscio di noce. Cos’è e come funziona una blockchain +con Gruppo Ippolita + +Dalla base dati distribuita al mistero della validazione del padre e ancora più in là verso il proof of work. + +Che cos’è una blockchain? Come funziona? +L’incontro è tecnico, ma faremo il possibile per rendere l’argomento in forma divulgativa in un tempo ragionevole. + + + diff --git a/content/blog/eventi/20180516_Facebook.md b/content/blog/eventi/20180516_Facebook.md new file mode 100644 index 0000000..21b985a --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180516_Facebook.md @@ -0,0 +1,21 @@ +Title: Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti, iniziando da FaceBook +Date: 2018-05-16 +Tags: II° Serie, eventi, vecna, facebook, podcast +Slug: bacefuck + +MERCOLEDI’ 16 MAGGIO 2018 +ORE 21,00 + +**Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti, iniziando da FaceBook** +con vecna + +Facebook ed altre piattaforme commerciali ci forniscono esperienze personalizzate attraverso un complesso sistema di filtri e algoritmi, cercano cioè di indovinare cosa vogliamo per intrattenerci e indurci a esporre quante più informazioni personali (Ma come si permettono di immaginare chi siamo e cosa vogliamo?) gli algoritmi vorrebbero decidere quali siano le nostre priorità (informative, relazionali, finanche sessuali) ma solo noi possiamo deciderlo. +L’algoritmo è una forma di potere di cui dobbiamo essere consapevoli. +Con questo scopo in mente, si delinea un piano a lungo termine che inizia rendendo l’algoritmo visibile, si passa per un’analisi collettiva del fenomeno e si prova a resistere ai monopoli del web. + + +PODCAST in pillole (53 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostvecna16052017inpillole/LOST_Vecna_16052017inPillole.mp3 %} + + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/16/piano-dazione-contro-il-dominio-dei-monopolisti-iniziando-da-facebook/) diff --git a/content/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md b/content/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md new file mode 100644 index 0000000..6a3482f --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md @@ -0,0 +1,53 @@ +Title: Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale +Date: 2018-05-27 +Tags: II° Serie, eventi, podcast +Slug: totalizzante + +domenica 27 maggio 2018 +ore 17:00 + +Vi è una trasformazione antropologica legata all’introduzione di tecnologie digitali in atto: + +– Pervasività + +– Ibridazione e simbiosi con il digitale + +Questa trasformazione avviene con dei ritmi velocissimi. + +I sistemi politici stanno diventando sistemi elettorali. + +Il conflitto tra aziende private e Stati in giro per il mondo sta creando alcuni problemi. Per superare questi problemi si sta elaborando una apposita tecnologia (2004 – tecnologia del numero unico) … + +È esperienza comune che le nostre relazioni di qualsiasi +tipo vengano sempre più frequentemente intermediate +da dispositivi digitali. I legami interumani diretti lasciano il posto a mille forme di connessioni indirette e artificiali. Il marketing delle ‘internet company’ accompagna questa mutazione tecno-sociale con nuovi miti. La po- +tenza degli smartphone, le meraviglie dell’intelligenza +artificiale, la panacea dei robot per alleviare le fatiche +del lavoro, la rivoluzione dei big data e il paradiso terrestre dell’internet delle cose. Un’assuefazione acritica +maschera la nostra ignoranza sulle reali implicazioni di +questa ulteriore evoluzione del capitalismo. [...] +Ben oltre la società industriale, la società industriale, la +società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe ac- +cattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici +del Novecento, invade e colonizza il luogo più “sacro” +e fondamentale delle libertà. D’altra parte una matura +consapevolezza di questa estrema deriva può essere +anche il punto di partenza per un’ulteriore rimessa in +discussione delle classi sociali e del destino di specie. +Sapremo scegliere o ci accontenteremo di essere scelti? + +da Renato Curcio. *L’impero virtuale. Colonizzazione +dell’immaginario e controllo sociale*, Sensibili alle foglie, 2017 + + +PODCAST in pillole (68 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostcurcio27052018inpillole/LOST_Curcio_27052018_inPillole.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/27/alcune-tendenze-totalizzanti-nella-societa-artificiale/) + +[Trascrizione dell'incontro]({static}/pdfs/TrascrizioneCurcio.pdf) + +
+ +
+ diff --git a/content/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md b/content/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md new file mode 100644 index 0000000..db87b36 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md @@ -0,0 +1,34 @@ +Title: Le narrazioni del neoliberismo “progressista” e la ristrutturazione tecnologica +Date: 2018-05-30 +Tags: II° Serie, eventi, carlo formenti, podcast +Slug: ProgNeoLib + +mercoledì 30 maggio 2018 +ore 21.00 +CSOA Cox18 + +per il ciclo “le Lunghe Ombre della Scienza e della Tecnica” (LOST) + +**Le narrazioni del neoliberismo “progressista” e la ristrutturazione tecnologica** +con Carlo Formenti + +Impraticabilità delle utopie neokeynesiane; +critica della categoria di progresso; +critica del liberalismo identitario; +odio e disprezzo delle sinistre d’élite nei confronti delle plebi; +Taylorismo digitale; +governamentalità algoritmica; +uberizzazione del lavoro; +digitalizzazione del corpo umano; +pervasività del controllo. + +Bibliografia +Formenti, Oligarchi e plebei, Mimesis 2018 +Formenti, La variante populista, Deriveapprodi 2016 +Formenti, Utopie letali, Jacabook 2013 +Formenti, Felici e sfruttati, Egea 2011 + +PODCAST in pillole (41 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lost30052018formentipillole/Lost_30-05-2018FormentiPILLOLE.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/05/30/contro-il-tecno-capitalismo-le-narrazioni-del-neoliberismo-progressista-e-la-ristrutturazione-tecnologica/) diff --git a/content/blog/eventi/20180927_tecnicaesalutedelledonne.md b/content/blog/eventi/20180927_tecnicaesalutedelledonne.md new file mode 100644 index 0000000..e130afc --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20180927_tecnicaesalutedelledonne.md @@ -0,0 +1,17 @@ +Title: Tecnologie riproduttive e salute delle donne +Date: 2018-09-27 +Tags: III° Serie, eventi, laura corradi, podcast +Slug: tecnicaesalute + +Giovedì 27 settembre 2018 + +con Laura Corradi + +Fecondazione in vitro, gestazione per altri, donazione e vendita di ovociti, a partire dal suo volume *Nel ventre di un’altra* edito da Castelvecchi, Corradi ci porta a una ricognizione critica sulle tecnologie riproduttive con una particolare attenzione ai privilegi geopolitici ed economici del mondo occidentale e alla salute delle donne coinvolte in ogni parte del processo riproduttivo. + +**Laura Corradi** +Sociologa del corpo, femminista, viaggiatrice. Ha scritto sulla salute +delle donne, sui movimenti di lotta contro le cause ambientali di cancro, sulle mobilitazioni contadine anti-Ogm in India, sul rapporto fra salute e ambiente, sulle pubblicità etero/sessiste, razziste, classiste e sulle forme di guerriglia semiotica agite dai nuovi femminismi. + + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/09/27/tecnologie-riproduttive-e-salute-delle-donne/) diff --git a/content/blog/eventi/20181028_workshopcontrollo.md b/content/blog/eventi/20181028_workshopcontrollo.md new file mode 100644 index 0000000..129d0a2 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20181028_workshopcontrollo.md @@ -0,0 +1,33 @@ +Title: Tecnologie del controllo – Workshop di liberazione tecno-teatrale +Date: 2018-10-28 +Tags: III° Serie, eventi, gruppo ippolita +Slug: workcontrollo + +domenica 28 ottobre 2018 +ore 16.30 +CSOA Cox18 + +**Tecnologie del controllo +Workshop di liberazione tecno-teatrale** + +*Forse ai nostri giorni l’obiettivo non è quello di scoprire che cosa siamo, +ma di rifiutare quello che siamo. +Dobbiamo immaginare e costruire quello che potremmo essere.* +(M. Foucault) + +![dervisci]({static}/images/dervisci1.jpg) + +La società digitale della trasparenza radicale e della sorveglianza ci fa sentire più sicuri e interconnessi ma, allo stesso tempo, mette in discussione le identità e le sfere di libertà non soltanto dell’individuo, ma dell’intera collettività. +Il social web dei servizi «gratuiti» si basa sul controllo e la manipolazione degli utenti, in particolare è l’idea di media sociale che definisce meglio i confini di uno spazio chiuso di manipolazione massiva, dove la performance è elemento imprescindibile. +Indagheremo sulla differenza tra sicurezza e controllo e cercheremo di capire perché la caccia al like può generare al contempo ansia e piacere. +Il workshop è strutturato in due momenti, uno teorico ed uno esperienziale: la condivisione di lessico e saperi accompagnano e sostengono la parte esercitativa. Infatti, mutuando alcune tecniche teatrali e di apprendimento cooperativo, intraprenderemo un percorso di +consapevolezza digitale, alla ricerca del proprio personale modo di convivere con le macchine e abitare un ecosistema tecnico, in continua danza e mutazione verso forme di liberazione dei corpi e delle identità digitali. + +a cura del Gruppo Ippolita + +Info logistiche +Tempo previsto: 3 ore +Max partecipanti: 20 (è richiesto abbigliamento comodo) + +Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org + diff --git a/content/blog/eventi/20181111_DelegaGamificazione.md b/content/blog/eventi/20181111_DelegaGamificazione.md new file mode 100644 index 0000000..82eab75 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20181111_DelegaGamificazione.md @@ -0,0 +1,23 @@ +Title: Tecnologie del controllo Workshop di liberazione tecno-teatrale +Date: 2018-11-11 +Tags: I° Serie, eventi, laboratorio, gruppo ippolita +Slug: delegamificazione + +domenica 11 novembre 2018 + +ore 16.30 +@CSOA Cox18 + +Laboratorio: **Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online** +a cura del Gruppo Ippolita + +Nel corso del workshop verrà propo:-sta una decostruzione critica delle interfacce web commerciali, facendo emergere gli elementi compositivi legati alla gamificazione dell’esperienza dell’utente. Inoltre verrà messa a fuoco la relazione che mente e cervello instaurano con i dispositivi digitali, ponendo l’attenzione sui vari meccanismi di delega che questi comportano sotto il profilo cognitivo. +Il workshop verrà suddiviso secondo la seguente tripartizione: +• Accenni di Gamificazione +Introdurre gli elementi compositivi dell’interfaccia gamificata: competitività, classifiche, livelli, ricompensa/meccanismo premiale, accumulo. +• Gamificazione delle interfacce +Analisi e confronto critico di social, smartphone, ecc. con le interfacce dei giochi presentati in video. +• Delega Cognitiva: emotiva e relazionale Comprensione dei meccanismi di delega agli strumenti tecnologici, dalla memoria ai bisogni relazionali. + +Il laboratorio è per un massimo di 20 partecipanti. +Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org diff --git a/content/blog/eventi/20181111_labodelegacognitiva.md b/content/blog/eventi/20181111_labodelegacognitiva.md new file mode 100644 index 0000000..d884558 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20181111_labodelegacognitiva.md @@ -0,0 +1,28 @@ +Title: Laboratorio “Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online” +Date: 2018-11-11 +Tags: III° Serie, eventi, gruppo ippolita +Slug: labodelegacogn + +domenica 11 novembre 2018 + +ore 16.30 +@CSOA Cox18 + +Laboratorio: **Delega cognitiva e gamificazione dell’esperienza online** +a cura del Gruppo Ippolita + +![iduanie]({static}/images/Gottlieb.jpg) + +Nel corso del workshop verrà proposta una decostruzione critica delle interfacce web commerciali, facendo emergere gli elementi compositivi legati alla gamificazione dell’esperienza dell’utente. Inoltre verrà messa a fuoco la relazione che mente e cervello instaurano con i dispositivi digitali, ponendo l’attenzione sui vari meccanismi di delega che questi comportano sotto il profilo cognitivo. +Il workshop verrà suddiviso secondo la seguente tripartizione: +• Accenni di Gamificazione +Introdurre gli elementi compositivi dell’interfaccia gamificata: competitività, classifiche, livelli, ricompensa/meccanismo premiale, accumulo. +• Gamificazione delle interfacce +Analisi e confronto critico di social, smartphone, ecc. con le interfacce dei giochi presentati in video. +• Delega Cognitiva: emotiva e relazionale Comprensione dei meccanismi di delega agli strumenti tecnologici, dalla memoria ai bisogni relazionali. + +Il laboratorio è per un massimo di 20 partecipanti. +Per le iscrizioni scrivere a lost@inventati.org + + + diff --git a/content/blog/eventi/20181201_IA.md b/content/blog/eventi/20181201_IA.md new file mode 100644 index 0000000..8ee9835 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20181201_IA.md @@ -0,0 +1,36 @@ +Title: USA e Cina, la sfida per l’Intelligenza Artificiale +Date: 2018-12-01 +Tags: III° Serie, eventi, simone pieranni, podcast +Slug: usacina + + +sabato 1 dicembre 2018 + +ore 17.30 +@CSOA Cox18 + +**USA e Cina, la sfida per l’Intelligenza Artificiale*** + +![usacina]({static}/images/surv-1024x683.jpeg) + +Nel 2017 le start-up cinesi che sviluppano intelligenza artificiale +hanno ottenuto più finanziamenti di quelle americane. Da anni Pechino +lavora e investe perché la nuovissima Cina sia in grado di diventare il +primo paese per quanto riguarda lo sviluppo dell’Intelligenza +artificiale. Il prossimo scontro geopolitico-finanziario verterà +sull’A/I. + +App e software in grado di sviluppare l’«internet delle cose», +modelli predittivi e sistemi di credito sociale su cui incombe la grande +macchina del controllo sociale cinese. + +con Simone Pieranni + + +PODCAST in pillole (49 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpieranni01122018inpillole/LOST_Pieranni_01122018_inPillole.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/12/01/10739/) + + + diff --git a/content/blog/eventi/20181206_HackTheSystem.md b/content/blog/eventi/20181206_HackTheSystem.md new file mode 100644 index 0000000..d7b0e86 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20181206_HackTheSystem.md @@ -0,0 +1,26 @@ +Title: Hack the System +Date: 2018-12-06 +Tags: III° Serie, eventi, zapruder, podcast +Slug: hackthesystem + +Giovedì 6 dicembre + +ore 21.00 + +@CSOA Cox18, via Conchetta 18, Milano + +Presentazione di **Hack the System** numero 45 della rivista Zapruder, storie in movimento + +![zapruder45]({static}/images/copertina_45-prima.jpg) + +La storia dell’hacking come lo conosciamo oggi ha origine negli anni ottanta e nei fenomeni controculturali che li attraversarono: di questa esperienza abbiamo tentato in questo numero di offrire una delle prime forme di narrazione corale disponibili nel contesto italiano (e non). +Partiti con l’intenzione di affrontare la storia dell’hacking in una prospettiva globale, è diventata per noi dominante l’idea di affrontare la nascita e l’evoluzione dell’hacktivism, cioè del nesso delle pratiche hacker con l’attivismo e la militanza politica. Questo perché abbiamo preferito concentrarci su un percorso profondamente politico e peculiare del contesto italiano: nonostante la consapevolezza della non neutralità della tecnica, i movimenti italiani infatti riflettono da almeno tre decenni sull’uso sociale delle tecnologie digitali, dimostrando un particolare interesse per i nuovi media e per il loro uso ai fini di una comunicazione e una (contro)informazione libere e indipendenti. Nella costruzione del numero abbiamo seguito le reti dei protagonisti dell’hacking italiano e ci siamo avvicinati a coloro che, prima di noi, si erano interessati di queste storie. La linea di demarcazione tra gli uni e gli altri si è rivelata labile: per questo ci è impossibile distinguere con certezza quanto ci sia di emico (proveniente dall’interno) e quanto di etico (frutto di interpretazione) in questo numero. +Hack the System è una monade, da qualsiasi spiraglio lo si osservi restituisce il tutto. + +ne discutono i curatori Ilenia Rossini e Ivan Severi con +Damiano Garofalo +gruppo Ippolita +Marco Philopat + + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2018/12/06/10782/) diff --git a/content/blog/eventi/20190127_pmomp.md b/content/blog/eventi/20190127_pmomp.md new file mode 100644 index 0000000..6d61b27 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20190127_pmomp.md @@ -0,0 +1,57 @@ +Title: Privacy Matters on My Phone +Date: 2019-01-27 +Tags: IV° Serie, eventi, hacklab unit, podcast + +Slug: pmomp + +**Privacy Matters on My Phone** + +*Percorso in 5 passi su come entrare in possesso del proprio smartphone dopo averlo comperato* +Unit hacklab + +Domenica 27 Gennaio 2019 h 16.00 +@Cox18 + +{% img left half {static}/images/pmomp-flyer.png pmomp %} + + +**L**'obiettivo di questo progetto è di raccogliere e divulgare strumenti e +conoscenze per utilizzare uno smartphone Android nel rispetto più ampio +possibile della propria privacy. Tale progetto non ha uno scopo +divulgativo riguardo la salvaguardia della privacy: il problema è ormai +chiaro a tutti. Vuole invece essere di supporto a chi consapevolmente +vuole proteggersi. In quest’ottica, il progetto è strutturato a livelli, +dal più facile da perseguire ma con un alto livello di compromesso fino +a un livello più difficile senza lasciare spazio a dubbi e compromissioni. + +**V**ogliamo rompere la sacralità dell’utilizzo dello smartphone. La quale +non viene oramai neanche più messa in discussione. Ricorderete quando si +pensava a togliere la batteria prima di comunicazioni riservate, ora che +non si possono più togliere non si mette neanche in discussione il +motivo per cui si faceva. Siamo regrediti nel mettere in discussione +l’oggetto. Il modo in cui ora accettiamo che faccia **cose** ha del sacrale. + +L‘idea è che si debba essere liberi sul proprio dispostivo. Il telefono +intelligente è un Pc e ci si possono mettere sopra le mani. Va anche +ricordato che è molto più intimo di un Computer Personale, a maggior +ragione vorremo che la fiducia sia simmetrica. + +**È** importante anche ricordare che non ci sono alternative ad Android. Gli +altri smartphone, anche detti telefonini intelligenti, o furby, sono +solamente gli Apple iOS e i Windows. + +**P**rivacy Matters On my Phone è un percorso in forma ludica. + +**Aperto a tutti***. + +a seguire **G***rog di autofinanziamento + + +PODCAST in pillole (60 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostpmomp27012019inpillolel/LOST_PMOMP_27012019_inPillolel.mp3 %} + +PODCAST in extra pillole (40 min) +{% audio /media/podcast/LOST_PMOMPExtreme_27012019_inPilole.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2019/01/27/privacy-matters-on-my-phone/) + diff --git a/content/blog/eventi/20190207_foxconn.md b/content/blog/eventi/20190207_foxconn.md new file mode 100644 index 0000000..e744554 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20190207_foxconn.md @@ -0,0 +1,25 @@ +Title: Dalla Cina all’Europa: lavoro mobile e catene produttive +Date: 2019-02-07 +Tags: IV° Serie, eventi, cina, europa, foxconn, devi sacchetto, podcast + +Slug: foxconn + +**Dalla Cina all’Europa: lavoro mobile e catene produttive** + +giovedì 7 febbraio +ore 21 + +![foxconn]({static}/images/FoxconnWorkers.jpg) + +L’incontro si terrà presso la sede dell’Unione Sindacale Italiana in via Torricelli 19 a Milano + +con Devi Sacchetto + +Il seminario esaminerà le condizioni della forza-lavoro, in particolare la sua mobilità e la sua rotazione nel settore della produzione elettronica; i suoi tempi e spazi tendono a venire compressi dalle catene produttive globali al fine di rispondere just-in-time alle domande di mercato. A partire da un lungo lavoro di ricerca sul campo, verranno considerati i processi lavorativi del maggiore terzista mondiale di prodotti elettronici, la Foxconn, che ha la sede centrale a Taiwan. Con circa 1,3 milioni di dipendenti in vari Paesi, la Foxconn produce per i colossi dell’elettronica: Apple, Microsoft, Google, Intel, HP, IBM, Dell, Cisco, Amazon, Sony e Nintendo. Nel corso degli ultimi vent’anni, oltre che nei suoi mega-stabilimenti situati nella Repubblica popolare cinese, la Foxconn ha investito in nuove fabbriche in alcuni Paesi dell’Europa centro-orientale. +Nell’ambito dell’incontro si confronteranno le pratiche lavorative messe in campo dalla Foxconn in Cina e in Europa per sottolineare come, al di là delle somiglianze, occorra tenere presente sia i contesti socio-istituzionali sia la composizione della forza lavoro. E’ infatti a partire da questi due elementi che si evidenziano diverse forme di resistenza del lavoro vivo che hanno in parte indotto e in parte costretto la multinazionale ad adottare strategie alternative che potrebbero fare tendenza anche al di là dell’Europa centro-orientale. + + +PODCAST in pillole (57 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostfoxconn07022019inpillole/LOST_Foxconn07022019_inPILLOLE.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2019/02/07/dalla-cina-alleuropa-lavoro-mobile-e-catene-produttive/) diff --git a/content/blog/eventi/20190511_fal.md b/content/blog/eventi/20190511_fal.md new file mode 100644 index 0000000..2597d3c --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20190511_fal.md @@ -0,0 +1,25 @@ +Title: Fedeli alla linea +Date: 2019-05-11 +Tags: V° Serie, eventi, laboratorio, blallo, hacklab unit +Slug: fal + + +SABATO 11 MAGGIO alle ore 15 @CSOA COX 18, Milano + +**FEDELI ALLA LINEA *(di comando)* ** +Introduzione al terminale e alla riga di comando su sistemi linux o unix. +Primo approccio alla shell con bash + +Seminario laboratoriale (hands on) di introduzione pratica alle interfacce a riga di comando. Per la (ri)appropriazione degli strumenti tecnologici come forma di resistenza allo sfruttamento capitalista sulle nostre vite + + Ingresso libero + Prenotare per favore all’indirizzo lost (at) inventati.org + Portare un proprio dispositivo (1) + +Sottoscrizione consigliata. +Raccolta fondi a sostegno di Radio Ondarossa. +Seguirà aperitivo conviviale dalle 18.30 + +a cura di Blallo, Unit hacklab + +(1) portatile con già installato linux o MacOS. In alternativa un PC con windows 10 linux subsystem (cioè con bash.exe) o emulatore con shell POSIX. diff --git a/content/blog/eventi/20190616_ludd.md b/content/blog/eventi/20190616_ludd.md new file mode 100644 index 0000000..c304065 --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20190616_ludd.md @@ -0,0 +1,23 @@ +Title: Critiche della tecnologia: dal movimento luddista a oggi +Date: 2019-06-16 +Tags: V° Serie, eventi, apm, los amigos de ludd, podcast + +Slug: ludd + + +16 giugno 2019 domenica, ore 16 + +**Critiche della tecnologia** + +Dal movimento luddista a oggi, dalla religione del capitale al capitale come religione + +*Prima parte* +Excursus storico sulle gesta del Generale Ned Ludd e di Captain Swing, resumé delle ideologie industrialiste. + +*Seconda parte* +Esposizione di “Los Amigos de Ludd” (Bollettino d’informazione anti-industriale) e dell’“Encyclopédie des Nuisances” (Dizionario della sragione nelle arti, nelle scienze e nei mestieri). + +PODCAST in pillole (90 min) +{% audio https://www.archive.org/3/items/lostcritichedellatecnologia16062019pillolel/LOST_CriticheDellaTecnologia_16-06-2019PILLOLEl.mp3 %} + +[PODCAST integrale](https://cox18stream.noblogs.org/post/2019/06/16/critiche-della-tecnologia/) diff --git a/content/blog/eventi/20190928_networkinglite.md b/content/blog/eventi/20190928_networkinglite.md new file mode 100644 index 0000000..521dbfb --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20190928_networkinglite.md @@ -0,0 +1,28 @@ +Title: Workshop networking (facile) +Date: 2019-09-28 +Tags: IP, lan, wan, reti, sottoreti, dns, hostname +Slug: ketwork1 + +Sabato 28 settembre ore 16.30 +@Cox10 - via conchetta 18 - milano + +**Workshop di introduzione (facile) al networking** + +![cabling]({static}/images/kcom-pole-cse-5758x3839.jpg) + +- IP pubblici e privati +- IP statici e dinamici +- rete locale e pubblica (LAN e WAN) +- reti e sottoreti +- DNS, Hostname +- Porte TCP +- cosa c'è nel pannello di configurazione di un Router domestico? +- IP V4 e IP V6 + +se possibile portatevi il vostro PC + +Il workshop non prevede conoscenze particolari ed è propedeutico al workshop del 6/10 [Autocostruzione di centraline per il rilevamento di polveri](https://lost.abbiamoundominio.org/2019/centraline.html) + +durata un'ora circa + +il workshop è gratuito diff --git a/content/blog/eventi/20191006_CentralineAutocostruite.md b/content/blog/eventi/20191006_CentralineAutocostruite.md new file mode 100644 index 0000000..5bb564a --- /dev/null +++ b/content/blog/eventi/20191006_CentralineAutocostruite.md @@ -0,0 +1,71 @@ +Title: Autocostruzione di centraline per il rilevamento di polveri +Date: 2019-10-06 +Tags: VI° Serie, DIY, Quanità dell'aria, top +Slug: centraline + +domenica 06 ottobre 2019 +ore 16:00 +@Cox18 - via Conchetta 18 - milano + + +**Autocostruzione di centraline per il rilevamento di PM10 e PM2.5** + +![centraline autonome]({static}/images/Feinstaub-Sensor-Bausatz-e1479558693357.jpg) + +*Durata minima* +2 ore (intro teorica 45min, il restante assemblaggio e configurazione della centralina) + +*Numero partecipanti ottimale* +10 (possono essere anche di più se per esempio sono in 2 per una centralina) +vi preghiamo quindi di comunicarci prima l'intenzione di partecipare all'indirizzo lost@inventati.org in modo da permetterci di procurare un congruo numero di kit + +*Descrizione* +L’autocostruzione di centraline per rilevare PM10 e PM2.5 non è un evento a termine ma un processo conviviale e comunitario di attivismo climatico. Partiamo dall’idea che il dato non sia “dato” ma bensì un costrutto sociale che dipende dal contesto, dagli oggetti e dagli attori che hanno partecipato alla sua costruzione. Crediamo che la riappropriazione della gestione, produzione ed analisi del fenomeno analizzato possa portare ad una maggiore consapevolezza e quindi coinvolgimento nella costruzione di una città pubblica e solidale. +Il workshop sarà tenuto da [OffTopic](https://www.offtopiclab.org/) + +*Iscrizione* +Non è prevista una vera e propria iscrizione ma per avere un'idea delle centraline da portare vi preghiamo di comunicare la vostra persenza all'email +lost@inventati.org + +*Strumenti necessari* +Un computer (Mac, Windows, Linux) + +*Software da scaricare possibilmente prima del workshop* + +Drivers +[Windows](http://www.wch.cn/downloads/file/5.html) +[MacOS](http://www.wch.cn/downloads/file/178.html (riavvia il computer dopo l'installazione)) +[Linux](Non serve installare nulla, dovrebbe funzionare subito). + +Programma per flashare il firmware +[Windows (64-bit)](https://luftdaten.info/flashtool/luftdaten-tool.zip) +[MacOS](https://luftdaten.info/flashtool/luftdaten-tool.dmg) +[Linux (64-bit)](https://luftdaten.info/flashtool/luftdaten-tool.linux-x64) + +*Costo kit completo* +35 - 37 euro + +*Variabili ambientali necessarie all’installazione a casa/spazio/etc* +- La centralina deve stare all’esterno +- Corrente elettrica costante +- WiFi sempre acceso a cui connettersi +- sconsigliati piani alti + +*Articolo in preparazione* +[Aria, prendiamo le misure non le distanze](https://medium.com/@abuzzo3/aria-prendiamo-le-misure-non-le-distanze-ea644a69faf1) + +*Links utili* +[Il progetto tedesco sulle centraline polveri sottili autocostruibili](https://luftdaten.info/en/home-en/#pll_switcher) +[https://pad.disroot.org/p/r.05c5f9ad3b5ea738e9f0e7eba16fe0dd](https://pad.disroot.org/p/r.05c5f9ad3b5ea738e9f0e7eba16fe0dd) + + + + +
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+ + + + diff --git a/content/blog/materiali/locandineserie6/20190917_locandineserie6.md b/content/blog/materiali/locandineserie6/20190917_locandineserie6.md new file mode 100644 index 0000000..067f009 --- /dev/null +++ b/content/blog/materiali/locandineserie6/20190917_locandineserie6.md @@ -0,0 +1,13 @@ +Title: Locandine serie 6 +Date: 2019-09-17 +Tags: materiali, locandine serie 6 +Slug: locas6 + +**LOST Locandine serie 6** + +| | | +| ------------- | -------------| +| [![LocaNetworking]({static}/images/locandine/VISerie/LOST_2019_networkingthumb.png)]({static}/images/locandine/VISerie/LOST_2019_networking.png) | [![LocaCentraline]({static}/images/locandine/VISerie/LOST_2019_centralinethumb.png)]({static}/images/locandine/VISerie/LOST_2019_centraline.png) | + + + diff --git a/content/blog/news/20190905_notizia1.md b/content/blog/news/20190905_notizia1.md new file mode 100644 index 0000000..32e5ff6 --- /dev/null +++ b/content/blog/news/20190905_notizia1.md @@ -0,0 +1,49 @@ +Title: Sesta serie +Date: 2019-09-06 +Tags: VI° Serie +Slug: news1 + + +La sesta serie degli incontri del LOST prende il via con una veste grafica diversa, più sobria e maneggevole. + +Nelle *puntate* precedenti si è più volte rilevata la necessità di ridimensionare le aspettative nei riguardi della tecnica e l'auspicio di affinare degli strumenti +che permettessero un crescente livello di indipendenza dalle intermediazioni tecnologiche imposte dal mercato. +In quest'ottica sarà indirizzato non solo l'aspetto comunicativo ma anche una parte della programmazione delle attività future. +Alcuni nuovi filoni si andranno ad aggiungere ai temi trattati (e non esauriti) fino ad ora. + +Da un lato la formazione/autoformazione, una sorta di alfabetizzazione tecnologica quantomai necessaria in un tempo dove le macchine sembrano potersi muovere da sole. + +Qualcuno ricorderà di [*I sit in Siberia and have only Telnet*](http://org.pc-freak.net/papers/siberia.txt), una pagina potente che portava alla luce il concreto funzionamento di alcuni elementari applicativi di rete. +Il senso è quello. Con [*Fedeli alla linea*]({filename}/blog/eventi/20190511_fal.md) abbiamo iniziato e su questa strada vorremmo proseguire. + +Ci siamo accorti di quanta importanza hanno i laboratori seminariali, l'esperienza diretta del "metterci le mani sopra" o :"hands-on" derivata +dalla cultura hacker e confermata dagli antichi. +"Ascolto e dimentico, vedo e imparo, faccio e capisco" - Proverbio Cinese. +Un passaggio dal teorico al pratico che trova conferma nel nuovo programma. + +Dall'altro non possiamo più prescindere dalle questioni poste dall'emergenza ambientale, il rapporto tra conoscenza e materia nella prospettiva della dialettica tra scienza e natura. +Ci troviamo di fatti del tutto impreparati di fronte ad un bivio epocale che potrebbe mettere in gioco in tempi molto brevi i modelli di vita e le prospettive del futuro. +La tematica del *cambiamento climatico*, le conseguenze dell'esaurimento dei combustibili fossili, la contabilizzazione dei costi (economici e sociali) dello smaltimento dei rifiuti +anziché diventare uno stimolo ulteriore all'elaborazione di un modello di relazioni che sia libero dallo sfruttamento (di uomini e cose), dalla valorizzazione monetaria, +dalla sopraffazione del più debole, rischiano di diventare bandiere di un novello capitalismo, rinvigorito da nuove praterie da conquistare e nuovi pascoli da sfruttare. + + +Non è un caso che sia proprio all'interno di quella pratica scientifica distruttiva che si cercano le medicine per il pianeta malato. In questo modo anche le virulente contraddizioni ambientali locali, +a cui da tempo siamo abituati, non solo non avranno modo di farsi questione centrale ma verranno inglobate nello spettro dell'Intelligenza Artificiale. + +Anche su questo piano è quindi sempre più necessario acquisire strumenti e capacità di discernimento indipendenti dalla comoda ma interessata e truffaldina lezione di Alexia o di Siri. + +Infine, con l'aria che tira, è sempre più incombente il tema degli strumenti di guerra. La perdurante crisi da un lato e l'intensificarsi del flussi migratori dall'altro +offrono poche prospettive diverse da quelle belliche e a ben vedere una guerra è già in corso, ad intensità variabili e localizzazioni diffuse. + +Il programma delle serie a venire, senza perdere l'attenzione per la riflessione teorica generale, vorrebbe quindi concentrarsi anche su questi temi proponendo: + +un workshop sul networking (livello base) +un workshop di [autocostruzione di centraline per il controllo della qualità dell'aria]({filename}/blog/eventi/20191006_CentralineAutocostruite.md), nell'ambito di un progetto internazionale per la costruzione di una rete +di misura delle polveri sottili e pesanti indipendente dai sistemi di rilevamento nazionali +un incontro sulla cyberguerra +un incontro sui cambiamenti climatici + +State connessi, quindi, e un buon autunno a tutte e tutti. + +LOST, settembre 2019 diff --git a/content/blog/news/20190913_mazzeo1.md b/content/blog/news/20190913_mazzeo1.md new file mode 100644 index 0000000..c199697 --- /dev/null +++ b/content/blog/news/20190913_mazzeo1.md @@ -0,0 +1,13 @@ +Title: Come il Pentagono condiziona e finanzia la ricerca scientifica in Italia +Date: 2019-09-13 +Tags: pentagono, ricerca scientifica, antonio mazzeo +Slug: pentagon + + +**Ecco come il Pentagono condiziona e finanzia la ricerca scientifica in Italia** +*di Antonio Mazzeo* + +La ricerca scientifica nelle università e nei laboratori di istituti pubblici e privati italiani? Sempre più finalizzata allo sviluppo di armi e tecnologie belliche e con il generoso contributo delle forze armate degli Stati Uniti d’America. E’ quanto emerge dall’analisi del data base relativo alle spese effettuate dal governo di Washington, consultabile liberamente in rete (vedi [https://gov.data2www.com](https://gov.data2www.com)). La sistematizzazione dei dati, non certo facile per l’enorme mole degli indicatori e delle informazioni contenute, ha permesso di documentare come a partire dal 2010 ad oggi il Dipartimento della Difesa USA, congiuntamente a US Army, US Air Force e US Navy abbia sovvenzionato con oltre 15 milioni di dollari programmi, sperimentazioni, conferenze, workshop e scambi internazionali delle università e dei più noti centri di ricerca nazionali. + + +segue su [stampalibera](http://www.stampalibera.it/2019/09/13/linchiesta-ecco-come-il-pentagono-condiziona-e-finanzia-la-ricerca-scientifica-in-italia/) diff --git a/content/blog/news/20190916_wearefucked.md b/content/blog/news/20190916_wearefucked.md new file mode 100644 index 0000000..d688cf3 --- /dev/null +++ b/content/blog/news/20190916_wearefucked.md @@ -0,0 +1,9 @@ +Title: We are Fucked +Date: 2019-09-16 +Tags: climate change +Slug: wearefucked + + +**Honest Government Ad | We're Fucked** + +{% youtube cOmdkN6MOwU 640 480 %} diff --git a/content/extra/favicon.ico b/content/extra/favicon.ico new file mode 100644 index 0000000..6e5fe34 Binary files /dev/null and b/content/extra/favicon.ico differ diff --git a/content/images/6ich-300x187.jpeg b/content/images/6ich-300x187.jpeg new file mode 100644 index 0000000..7485ae1 Binary files /dev/null and b/content/images/6ich-300x187.jpeg differ diff --git a/content/images/Feinstaub-Sensor-Bausatz-e1479558693357.jpg b/content/images/Feinstaub-Sensor-Bausatz-e1479558693357.jpg new file mode 100644 index 0000000..620f9f5 Binary files /dev/null and b/content/images/Feinstaub-Sensor-Bausatz-e1479558693357.jpg differ diff --git a/content/images/FoxconnWorkers.jpg b/content/images/FoxconnWorkers.jpg new file mode 100644 index 0000000..7c48399 Binary files /dev/null and b/content/images/FoxconnWorkers.jpg differ diff --git a/content/images/Gottlieb.jpg b/content/images/Gottlieb.jpg new file mode 100644 index 0000000..197593c Binary files /dev/null and b/content/images/Gottlieb.jpg 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files /dev/null and b/content/images/einaudi_.jpg differ diff --git a/content/images/favicon.ico b/content/images/favicon.ico new file mode 100644 index 0000000..87335da Binary files /dev/null and b/content/images/favicon.ico differ diff --git a/content/images/giphy.webp b/content/images/giphy.webp new file mode 100644 index 0000000..f8f891e Binary files /dev/null and b/content/images/giphy.webp differ diff --git a/content/images/leonka-300x182.png b/content/images/leonka-300x182.png new file mode 100644 index 0000000..bd0b51c Binary files /dev/null and b/content/images/leonka-300x182.png differ diff --git a/content/images/locandine/IIISerie/LOST_OTT_NOV_DIC_INCONTRO_SINGOLO_1.jpg b/content/images/locandine/IIISerie/LOST_OTT_NOV_DIC_INCONTRO_SINGOLO_1.jpg new file mode 100644 index 0000000..4a90a46 Binary files /dev/null and b/content/images/locandine/IIISerie/LOST_OTT_NOV_DIC_INCONTRO_SINGOLO_1.jpg differ diff --git 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files /dev/null and b/content/images/locandine/IISerie/lost_incontri_singoli_maggio3.jpg differ diff --git a/content/images/locandine/ISerie/A3_lost_loc_ALTA_COL.pdf b/content/images/locandine/ISerie/A3_lost_loc_ALTA_COL.pdf new file mode 100644 index 0000000..3cf4209 Binary files /dev/null and b/content/images/locandine/ISerie/A3_lost_loc_ALTA_COL.pdf differ diff --git a/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_AUTISTICI_LOW.jpg b/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_AUTISTICI_LOW.jpg new file mode 100644 index 0000000..eebd6f8 Binary files /dev/null and b/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_AUTISTICI_LOW.jpg differ diff --git a/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_GAMIFICAZIONE_LOW.jpg b/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_GAMIFICAZIONE_LOW.jpg new file mode 100644 index 0000000..d2344a6 Binary files /dev/null and b/content/images/locandine/ISerie/A4_lost_incontro_GAMIFICAZIONE_LOW.jpg differ diff --git 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Questa frase cela una segreta intenzione. La sua formulazione +esatta potrebbe essere: “*Se continuate così le nuove tecnologie vi toglieranno la libertà di scegliere +e sarete fregati*”. +Al tempo in cui la tecnologia, e le tecniche informatiche in particolare, sembrano dominare la sfera +della produzione e quella del consumo con una intensità e una aggressività mai viste prima, sembra +essere molto lacunosa la consapevolezza delle metodologie e delle finalità che l’uso degli strumenti +comporta, in particolare quelli digitali, nonché delle caratteristiche intrinseche dei processi che sono +vi coinvolti. +Le perplessità, se mai ve ne sono, riguardano soprattutto l’utilizzo eccessivo o errato di una +strumentazione che si suppone essere neutrale e al servizio dei naturali bisogni di donne e uomini +del nuovo secolo. +La domanda se vi sia un limite che divide l’uso dall’abuso dello strumento tecnologico lascia però +inesplorate le interconnessioni che questo ha con gli assetti di potere esistenti e con le esigenze di +messa a profitto che esprimono. +Ancora più in sordina è il dibattito sulla scienza e sui suoi rapporti con la tecnica, nonché sulle +trasformazioni che queste attraversano nel susseguirsi di crisi e ristrutturazioni del capitale. +Luci e ombre dell’elaborazione teorica e dello sviluppo tecnologico alle soglie del terzo millennio. +Interrogarsi su questi temi per noi significa in primo luogo promuovere momenti di discussione e di +confronto collettivi, raccogliere contributi, esperienze e curiosità che sappiamo esistere benché +spesso in forma inespressa. Contemporaneamente significa dar vita a pratiche di formazione e +informazione suscettibili di irrobustire il nostro approccio agli strumenti e alle teorie che li +accompagnano, alimentando la nostra inguaribile propensione a pensare a forme di organizzazione +sociale realmente e radicalmente diverse. +Proponiamo quindi una serie di incontri sotto il nome di LOST: le “Lunghe Ombre della Scienza e +della Tecnica”. Questi incontri si rivolgeranno a un pubblico vario, non necessariamente fatto di +esperti (anzi!), e mirano sia a fornire una basica contro-informazione unita a un primo gradino di +formazione sia ad aprire uno spazio di confronto e discussione. +Si tratta di riappropriarsi delle conoscenze e della capacità di criticarle, obiettivo molto ambizioso +che, nel nostro modo di vedere, può darsi solo nella rottura degli steccati che separano gli esperti +dai profani, i costruttori dagli utilizzatori, guardando ad un mondo che non contempli la differenza +dei *dotti* dai *villici*. +Apriamo le danze proponendo un testo, un “cappello” introduttivo, lo presentiamo sotto forma di +“Richiesta di commenti”[ref] Una “Richiesta di commenti” (RFC) è un tipo di pubblicazione della Internet Engineering Task Force (IETF) e della +Internet Society (ISOC), i principali enti di sviluppo tecnico e di definizione degli standard per Internet. +Una appare sotto forma di un memorandum che descrive metodi, comportamenti, ricerche o innovazioni applicabili al +funzionamento di Internet e dei sistemi connessi a Internet. Viene pubblicata per permettere una revisione pubblica, una +raccolta di commenti e integrazioni, suggerimenti.. +La prima RFC è stata composta da Steve Crocker nel 1969 per stilare delle note non ufficiali sullo sviluppo di +ARPANET: “We had accumulated a few notes on the design of DEL and other matters, and we decided to put them +together in a set of notes. I remember having great fear that we would offend whomever the official protocol designers +were, and I spent a sleepless night composing humble words for our notes. The basic ground rules were that anyone +could say anything and that nothing was official. And to emphasize the point, I labeled the notes “Request for +Comments.” I never dreamed these notes would distributed through the very medium we were discussing in these notes. +Talk about Sorcerer's Apprentice!” [https://tools.ietf.org/html/rfc1000] (https://tools.ietf.org/html/rfc1000)[/ref] sulla falsariga di quanto avvenne nei primi anni Settanta quando l’Internet +stava preparandosi a nascere. È un testo breve, gnucco e senz’altro incompleto, che serve a noi a +fissare dei paletti iniziali. In esso si enucleano quattro aree tematiche principali che pur essendo +fortemente in relazione l’una con l’altra si prestano ad una trattazione specifica: + +* Scienza, ++ Tecnica, ++ Tecniche digitali, ++ Trasmissione del sapere. + +Il ciclo di incontri sarà anche un modo per migliorare e approfondire, attraverso arricchimenti, +elaborazioni ulteriori e trasformazioni, il contenuto di questo embrionale testo. +Per far ciò abbiamo bisogno di molti aiuti perché, come tutti i percorsi di conoscenza, anche questo +deve potersi arricchire durante il suo procedere e nessuno di noi sente di avere una verità o una +ragione che non si dia nella relazione con una collettività più ampia. +Proponiamo quindi a quanti più siano interessati di attivarsi attorno al progetto con lo scopo di +approfondire e socializzare le conoscenze. + + +Premessa +-------- + +Il terzo millennio ha visto la luce passando attraverso una catastrofe tecnologica che potrebbe +risultare oggi più istruttiva di quanto non sia risultata, allora, distruttiva. +Si diceva, al tempo, che il software, l’algoritmo (già allora, di fatto, c’era l’*algoritmo*), abituato +com’era all’immanenza, non avrebbe tollerato il passaggio dal 1999 (per brevità detto 99) al 2000 +(ossia 00) e avrebbe allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 1999 immancabilmente +confuso il prima con il dopo, portando i sistemi da lui controllati a imprevedibili conseguenze; o, +ancor peggio, poiché la rappresentazione della data nell’anno 2000 avrebbe richiesto un numero di +byte superiore a quello disponibile, l’automa, invadendo aree di memoria ad altro dedicate, avrebbe +perso completamente il senno. Alla catastrofe annunciata vennero dati, come è costume, degli +ammiccanti nomignoli: *Y2K* o *Millennium Bug*: +«The Y2K problem is the electronic equivalent of the El Niño and there will be nasty surprises +around the globe» (John Hamre, *United States Deputy Secretary of Defense*). +Le società di classe amano le simmetrie più di quanto non faccia la natura, privilegiano le cifre +tonde, cercano degli appigli trascendenti nell’universo inconosciuto, così l’avvento dell’anno 2000 +fu funestato dall’incombere del Millennium Bug. +Di fatto, poi, in quella critica notte non accadde praticamente nulla. Le centrali elettriche non +andarono in tilt, gli acquedotti continuarono a funzionare, così le borse finanziarie, gli ospedali e +persino le formule di excel non ebbero incertezze il primo gennaio del 2000. Coloro i quali avevano +fatto scorta di scatolette e di candele, o addirittura si erano rinchiusi in bunker super protetti da +armamenti e scorte d’acqua, si risvegliarono come ogni giorno, con un pugno di mosche in mano e +un po’ di cose in più da smaltire. Se qualche problema vi era stato, e così era, era stato affrontato e +risolto negli anni precedenti a dispetto dell’enfasi che accompagnò il cambio di millennio. +Gli anni duemila, già figli di una gonfiata emergenza tecnologica, crebbero poi all’insegna del +*dilemma digitale*. +Mentre alcuni (pochi) colossi dell’informatica mostravano una crescente ambizione di prendere il +posto del negozietto sotto casa, mentre l’“Internet delle cose” pretendeva di dotare di intelligenza, +seppure artificiale, gli elettrodomestici, mentre ci si chiedeva che fine avrebbe fatto una generazione +(dall’evocativo nome di *millennial*) cresciuta tenendo costantemente una mano occupata con un +telefono che telefona sempre meno, mentre tutto ciò accadeva sotto i nostri occhi è sorto il dubbio +se questa rivoluzione – ché di altro non si può parlare – sarebbe stata foriera di novità positive o +negative. +Il mito del progresso, con l’aiuto della mass-comunicazione, aveva nel frattempo cancellato +l’implicito portato di autonomia (a discapito delle sue origini militari) contenuto nel protocollo +TCP/IP e le prime esperienze di comunicazione digitale, la nascita del software libero, la battaglia ai +copyright che portò allo sviluppo di un sistema operativo, Linux, frutto di una cooperazione non +mercificata e antagonista nei fatti al sistema di royalties sul software che ha fatto di Bill Gates uno +degli uomini più ricchi del mondo. +L’impatto sul senso comune delle trasformazioni indotte dalla miniaturizzazione dei processori e +dall’aumentata potenza di calcolo messa a disposizione a prezzi relativamente bassi si è dimostrato +di singolare efficacia. Nel giro di pochi anni il panorama delle comunicazioni è mutato +radicalmente. È venuto quindi del tutto naturale pensare di trovarsi in un momento di svolta epocale +nella storia dell’umanità. +Una situazione simile fu vissuta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, l’uscita +dall’Orda d’Oro, con quella che allora fu definita la “rivoluzione microelettronica”. +Anche a quei tempi un contesto di crisi economica si accompagnò a grossi mutamenti che +investirono non esclusivamente i luoghi della produzione [con l’ingresso massiccio +dell’automazione industriale e una conseguente espulsione della forza-lavoro] ma anche +l’esperienza della vita quotidiana e del privato (col relativo immaginario, allora si chiamava così), +rendendo accessibili (anche in virtù di un forte abbassamento dei prezzi delle componenti +elettroniche e la conseguente creazione di un mercato di massa) strumenti tecnologici prima +riservati alle istituzioni e alle grandi imprese. In particolare, nascevano i Personal Computer. +La concomitanza di questi eventi con difficoltà e squilibri che preannunciavano la più grave crisi +economica del secondo dopoguerra e con una fase di profonda ristrutturazione del ciclo produttivo a +livello planetario, unita a una grave e duratura empasse delle pratiche di lotta che avevano segnato il +decennio precedente, portò a identificare nello strumento tecnologico una, se non la, causa dei +mutamenti socio-economici in atto generando uno spettro di interpretazioni che andavano dalle più +cupe [la tecnologia avrebbe portato via il lavoro, producendo disoccupazione e sofferenza diffusa] +alle più ottimiste [la rottura della rigidità fordista, permessa dall’introduzione delle nuove +tecnologie, avrebbe di fatto liberato l’operaio di linea dallo sfruttamento e determinato condizioni +oggettive suscettibili di portare al comunismo senza passare per la presa del Palazzo d’inverno]. +Non mancarono però, anche allora, lettori più attenti e smaliziati che non si limitarono a guardare la +superficie del mare e le sue increspature ma cercarono di analizzare quanto avveniva nel ciclo +produzione-distribuzione-consumo, visto nel suo insieme e nella sua interezza, in conseguenza +dell’avvento di queste “nuove” tecnologie. +Vogliamo qui limitarci a citare, per il caso italiano, una pagina di *Lavoro e intelligenza nell’età +microelettronica* di Paola Manacorda, apparso per Feltrinelli nel 1984. +«Queste contraddizioni non sembrano quindi espressive di una tendenza lineare e uniforme che +avanzi spazzando via tutti i vecchi concetti e contenuto del lavoro, della vita quotidiana, della +cultura, dei rapporti sociali. Molte cose cambiano ma altre rimangono inalterate, o addirittura +assumono caratteri che sembrano contro-intuitivi rispetto alla supposta tendenza vincente. +Capire queste contraddizioni, queste apparenti incongruenze della società microeletttronica non è +davvero facile. Occorre entrare nel merito dei singoli processi che costituiscono le specifiche +applicazioni e cercare di capire i meccanismi che li governano. Questo è reso molto difficile dalla +diffusa strategia di socializzazione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, che si limita a +portare a conoscenza del grande pubblico un “oggetto”, risultato di complesse scelte di innovazione +e ricerca scientifica; che attribuisce a questo “oggetto” delle proprietà intrinseche che lo +renderebbero a volta a volta liberatorio o oppressivo, senza analizzare i complicati processi di +mediazione, integrazione, progettazione organizzativa e rapporti sociali che rendono quell’oggetto +realmente fruibile. In definitiva una strategia di informazione che alimenta più l’immaginazione che +la riflessione e che pertanto produce più “immaginario tecnologico” che conoscenza scientifica del +significato e del ruolo dell’innovazione tecnologica. +Questa scarsità di strumenti di analisi si traduce quindi in una difficoltà di elaborare strategie – o +almeno comportamenti coerenti e finalizzati nel breve periodo – a fronte della innovazione +tecnologica e dei reali problemi che essa fa nascere. [...] +Molto spesso – e al livello del grande pubblico e della divulgazione scientifico-tecnica di massa +questa è la regola – l’unica posizione valutativa è quella del “dipende da...”. La tecnologia in sé +non è né liberatoria né oppressiva, dipende da chi la usa e da come la usa. Affermazione che sembra +difficile da contestare sul piano dei principi, tant’è vero che chi si azzarda a metterla in discussione +viene regolarmente accusato di pensare che il microprocessore abbia un’anima, una volontà di +oppressione. Difficile anche perché occorrono tempo e argomenti per dimostrare che l’esito +dell’introduzione dell’innovazione tecnologica dipende non tanto da *chi la usa*, quanto da chi la +produce, da come essa viene prodotta, e per chi; da come viene scelta, inserita in un contesto, +finalizzata a precisi obiettivi. Tanto che alla fine di questa analisi si può vedere che proprio chi usa +la microelettronica, sia esso l’operaio del sistema Digitron, la dattilografa dell’ufficio o la famiglia +davanti al televisore, è meno di tutti gli altri in condizioni di scegliere *come usarla e per che cosa*» +(cit., pp. 16-17). + +
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+ +Le condizioni della rivoluzione elettronica del terzo millennio sono diverse. Ormai abituati alla +presenza dell’automazione nei processi lavorativi e in molti strumenti di svago, sostanzialmente +dimentichi dell’esperienza dello sviluppo cooperativo del codice e della “free-ness”, che non è +necessariamente gratuità del software, si assiste da un lato alla penetrazione del digitale +potenzialmente in ogni singolo momento (di lavoro o di ozio) delle nostre vite; in aggiunta il +carattere strettamente individuale dello strumento fa da schermo alle nostre percezioni sensorie e +relazionali; contemporaneamente la corsa alla concentrazione delle infrastrutture tecnologiche +mondiali (che va di pari con la concentrazione dei capitali e della finanza) vede un pugno di aziende +private[ref]Eccezion fatta per la Cina, che costituisce un caso a sé su cui torneremo tra poco.[/ref] + (che si contano letteralmente sulle dita di una mano) tendere ad accaparrarsi la gestione +dell’intera rete connettiva del Pianeta, del suo scheletro tecnologico, storage dei dati e +interconnessioni incluse. +Un effetto marginale ma non trascurabile di questo corso di eventi è che pare mutata persino la +percezione della verità. La grande rete è così al di sopra di ciascuno da divenire essa stessa +paradigma di verità e, nella crisi di valori e ideologie del secolo andato, l’algoritmo informatico ne è +la bocca parlante, *oraculum veritatis* d’una società incapace di pensarsi in relazione a se stessa e al +suo ambiente naturale. +Così oggi gioie e dolori del vivere cercano risposta e prospettive per il futuro nell’avvento del +digitale, che da un lato ci schiavizza e ci ottunde mentre dall’altro libera nuova potenzialità +cancellando distanze e frontiere. O almeno promette di farlo. +Noi preferiremmo fermarci un attimo, sottrarci al flusso e cercare di riprendere un’attività di +comprensione un po’ più dentro le cose. Vorremmo innanzitutto capire che fine ha fatto la scienza +“come noi l’abbiamo conosciuta”, come recitava il titolo d’una bella raccolta d’autobiografie di +donne proletarie inglesi di una quarantina d’anni fa, ovvero quella pratica che per almeno quattro +secoli ha coltivato l’ambizione di descrivere (e dominare) il mondo materiale. Una forma di +conoscenza che aveva provato a dotarsi di alcuni strumenti atti a garantire l’obiettività delle sue +affermazioni, e le cui certezze sono state minate nell’intimo tanto dalle devastanti (in tutti i sensi) +scoperte sulla struttura fine della materia quanto dalle ripetute dimostrazioni di inadeguatezza dello +strumento logico e gneoseologico. «Three quarks for Muster Mark!», e l’*Ulisse* di Joyce dà il nome +alla scienza più avanzata e acciaccata. Era solo il 1963. E che ne è della “scienza” dal momento in +cui è investita da quegli enormi flussi di interessi economici e politici-militari che producono la Big +Science? +Oggi che Monsanto paga gli istituti di ricerca affinché dimostrino la non tossicità dei suoi prodotti, +oggi che l’apparato militare occupa, con tutto il suo contorno di segretezza, i settori di punta della +ricerca praticamente in qualsiasi settore, oggi che alcune branche della ricerca richiedono +investimenti così colossali da far ammutolire qualsiasi possibile domanda od obiezione, oggi che la +messa a profitto dell’invenzione (o la messa a brevetto della scoperta) è il suo principale se non +unico scopo, di che scienza possiamo parlare? +Cos’è divenuta la medicina, la cura dei corpi malati, nella sua commistione con un apparato +produttivo il cui unico scopo è quello di mettere a valore la reale o potenziale sofferenza, che grado +di obiettività e rispetto del dubbio può offrire? +In una scuola con un orizzonte di conoscenze parcellizzate e intercambiabili, che sembra oggi voler +mettere al primo posto il valore dell’obbedienza, per educare donne e uomini compatibili con un +mondo che ha paura dell’autonomia delle sue componenti, quale tipo di trasmissione di saperi si +può avere? +I grandi “store” on-line, e tutti i dati che è necessario manipolare per indurre una pletora di acquisti +non desiderati, non si ripagano forse con quel plus-valore inglobato nella merce che Marx aveva +analizzato e “smontato” già nel diciannovesimo secolo? E la finora silente (ma non ferma) Cina che +tende ad assumere il ruolo di produttore mondiale di una quota cospicua di queste merci quale posto +occupa in questo scenario? +Negli anni Settanta gli operai della Montedison di Castellanza insieme con i medici e tecnici di +Medicina Democratica condussero una minuziosa opera di ricostruzione del ciclo produttivo per +identificarne con precisione le tossicità. Prendendo spunto da questa loro attività di conoscenza, noi +“operai” del terzo millennio vorremmo provare a ricostruire il ciclo di produzione del sapere, che ci +aggredisce, per meglio difenderci, per meglio contrattaccare, per imparare a far meglio e +diversamente. + +Scienza +------- + +{% img center half http:/images/tre-1-226x300.png %} + +È fuori delle nostre ambizioni (e capacità!) dare una definizione sistematica di Scienza; +raccoglieremo, se ve ne saranno, una serie di contributi per cercare di dare un quadro di quella che +oggi, in una visione anticapitalistica, può e deve essere definita tale. Ci sembra però di poter +indicare alcuni principi generali e qualche domanda come guida del ragionamento. +La scienza fa riferimento a una cosa a lei estranea, che potremmo chiamare *materia*, alla quale cerca +di applicare regole e categorie che la possano descrivere o che possano servire a manipolarla. Tale +materia può essere sia naturale che sociale. +La scienza è fatta da umani, quindi risente delle contraddizioni sociali e ne è espressione. Una +società di classe inevitabilmente produrrà una scienza di classe. Una società autoritaria tende a +produrre una scienza dogmatica, un oggetto di culto che può diventare superstizione in assenza di +validi argomenti. È un sapere che mira più a fornire certezze che a dar voce ai dubbi. +Cosa possiamo farcene oggi di una scienza e cosa vorremmo farcene domani è una delle domande +che ci poniamo. +Nel ventesimo secolo è esistita una grande fiducia negli strumenti logici e deduttivi e nella +possibilità di elaborare una risposta al mistero della materia che non fosse autoritaria, dogmatica, +trascendente. La fine del secolo breve ha imposto la necessità di ripensare i fondamenti della logica +e ha dato per certa l’impossibilità di conoscere appieno la materia naturale. Che cosa è accaduto +nell’ambito delle scienze sociali? E che cosa ne è stato di quella teoria della rivoluzione che, agli +occhi di molti, dalla sua “scientificità” ricavava un grado di certezza e di assertività pari, se non +addirittura superiore, a quello delle scienze naturali? +In una fase di aperto e sfacciato predominio delle grandi concentrazioni di mezzi, capitali e tecniche +di governo, con i loro imperativi e i loro tempi, sempre più accelerati, che ne è del percorso della +conoscenza, con tutti i suoi dubbi e i suoi arresti, e della scienza, con le sue crisi di paradigma, le +sue false piste, i suoi ricorsi? + +
** - **
+ +Infine, facendo un salto indietro nel tempo, pensiamo di giocare con un bambino a “è una +scoperta o un’invenzione”. +Si sceglie una parola e si dice se si tratta di scoperta o invenzione. +Il sole, una scoperta, il tavolo, un’invenzione; il vento, una scoperta, la vela un’invenzione. Il +sorriso, una scoperta, no un’invenzione. È difficile, senz’altro è un’occasione per discutere. +Prendiamo ora per esempio questa sequenza: + + + + + +
+![locandina]({static}/images/giphy.webp) + + + +e questa immagine: + + + +![locandina]({static}/images/pitainvenzione.gif) +
+ +La prima è una scoperta, la seconda è un’invenzione, nota sotto il nome di *teorema di Pitagora*. +Sono la stessa cosa? +Questa domanda è in parte la scienza di cui ci vorremmo occupare, una conoscenza che si +approssima alla realtà materiale. +Diamo per scontato che ci sia qualcosa da scoprire e che ancora non ne siamo del tutto capaci, ma +abbiamo delle ipotesi che riteniamo credibili. Non sono le uniche, le nostre. Sarebbe meglio che lo +fossero? Non ne siamo certi, forse non siamo nella condizione di discuterne. Nel campo della +conoscenza siamo in guerra, da tempo ma forse mai come ora. Anche capire chi sia questo “noi” è +difficile. +Nell’elaborare un’ipotesi scientifica ci si può permettere di utilizzare le esperienze sociali, le +precedenti teorie, quegli strumenti logici che non cozzano con il buon senso, non molto di più. Le +teorie saranno messe a confronto con la materia che descrivono e in discussione dalle collettività +che le producono. Tante più e tanto più diverse verifiche saranno fatte quanto più si potrà dire che le +tesi sono valide. Per questo un presupposto fondamentale intrinsecamente legato alla scienza è che +questa non sia tenuta nascosta e che non siano negate le informazioni necessarie per effettuare tali +verifiche. Non si dice niente di nuovo né di rivoluzionario, questo è Galileo, che però si rimangiò le +parole per aver salva la vita, ma questa è un’altra questione. O forse no? + + +
{% img center http:/images/uno-300x211.png %}
+ + + +Tecnica +------- + +Dal greco *techne* = arte, che rimanda a una radice indoeuropea, *tek* = tessere. +Tirare una riga netta tra scienza e tecnica è impossibile, probabilmente nessun confine ha mai una +netta ragion d’essere; è però utile in questo caso cercare di capire le differenze, reali o artificiose +che siano. +Se definiamo la *tecnica* in relazione all’uso di strumenti nell’*interazione* con la materia possiamo +provare a definire la scienza come una sua astrazione avente lo scopo di *descrivere* la materia. +Dalla tecnica della navigazione nasce, per codifica, astrazione e formalizzazione, la scienza +astronomica. In una certa misura la tecnica è più d’azione e la scienza più di contemplazione. +La commistione però è enorme e il tributo, non riconosciuto, che la Scienza (con la maiuscola) deve +alla tecnica lo è altrettanto. Prendiamo due esempi tratti da *Storia popolare della scienza. Minatori, +levatrici e “gente meccanica”* di Clifford Conner, un libro apparso in italiano presso Marco Tropea +Editore nel 2008. +“Le peculiari innovazioni che trasformarono la macchina a vapore in un’efficiente fonte di energia +in grado di far funzionare i macchinari più diversi si debbono al lavoro di un modesto artigiano +dotato di mezzi limitati e di una scarsa istruzione, James Watt. Watt era un fabbricatore di utensili la +cui bottega era situata nelle vicinanze dell’Università di Glasgow e fu proprio un professore di +questa università a chiedergli di riparare un modello di una delle macchine di Newcomen, +stimolando in lui il desiderio di migliorarne il progetto. L’artigiano stabilì che l’inefficienza era +dovuta alla massiccia perdita di calore che si verificava nel momento in cui il vapore si condensava +nel cilindro. La sua soluzione consistette nell’aggiunta di un vaso separato in cui il vapore avrebbe +potuto condensarsi con l’ausilio dell’acqua fredda senza però provocare il drastico abbassamento di +temperatura del cilindro principale. +Benché Watt fosse un artigiano l’ambiente accademico che lo circondava ebbe un’indubbia +influenza su di lui, sebbene la portata di tale influenza sia stata spesso ingigantita. Watt era in +rapporti cordiali con Joseph Black, che all’epoca insegnava chimica all’Università di Glasgow. La +versione più nota vuole che la teoria del calore latente elaborata dal dottor Black abbia fornito a +Watt la chiave teorica per comprendere i limiti della macchina di Newcomen. Ma, come +puntualizzano McClellan e Dorn, la pretesa ‘che Watt avesse applicato la teoria del calore latente di +Joseph Black per giungere all’idea del condensatore separato’ è stata ‘smentita dalla ricerca storica’. +Inoltre, ‘non si poté nemmeno cominciare a studiare scientificamente’ i sostanziali miglioramenti +meccanici apportati da Watt ‘finché la sintesi della cinematica non sviluppò le appropriate tecniche +analitiche, nell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo’. La carriera di Watt diventa pertanto +l’emblema del tipo di relazione che a quel tempo esisteva tra teoria e pratica: l’idea che la +‘termodinamica deve alla macchina a vapore molto di più di quanto la macchina a vapore dovette +mai alla termodinamica’ è diventato luogo comune. +Il ferro e il vapore furono al centro della Rivoluzione industriale, ma non ne esauriscono le novità. +Così come i meccanici e gli operai metallurgici non furono gli unici artigiani del tempo ad +accrescere le conoscenze sulla natura. Abbiamo già citato i birrai in relazione alla scoperta del coke +come combustibile alternativo. Non si può dimenticare che fu ‘l’esperienza dei processi di bollitura +e condensazione dei liquidi su vasta scala, accumulata nella cantina di distillazione e nella salina’ +all’origine di una scienza quantitativa del calore. La teoria del calore latente di Joseph Black +10derivava dal tentativo di spiegare talune nozioni comunemente note ai distillatori: che è necessario +più calore per far evaporare completamente l’acqua di quanto ne sia necessario per portarla al punto +di ebollizione e che il calore assorbito durante la fase di bollitura ricompare durante il processo di +condensazione del vapore” (pp. 401-402). +Possiamo dire che la tecnica è una scoperta e la scienza è un’invenzione? + +
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+ +Tecniche digitali +----------------- + +**3.1 Concentrazione** +Il sistema socioeconomico attuale, che vede il prevalere assoluto delle grandi concentrazioni di +capitale, tende a riprodurre nuclei di dimensione sovranazionale anche nell’ambito delle produzioni +di beni materiali e immateriali, e della loro distribuzione. +Di fatto, il capitalismo borghese è stato soppiantato da un capitalismo di stampo marcatamente +imperialista ove sopravvivono poche grossissime concentrazioni di capitali e di potere del tutto +sovranazionali. Un sistema di questo tipo vive della capacità di concentrare mezzi e risorse. +Nell’ambito del digitale questa tendenza si manifesta nella lotta tra i colossi dell’IT: Google, +Amazon, Microsoft, Ibm (+ AliBaba) per accaparrarsi la gestione della più grossa fetta di dati +utilizzata dagli utenti del Pianeta, siano essi privati o imprese. +La concentrazione è essa stessa una guerra (il capitalismo in crisi è in continua guerra). È una +guerra feroce, i cui investimenti necessari probabilmente non si ripagano (ancora). Se è vero che +abbiamo di fronte un nemico sarebbe sbagliato pensare che questo sia al suo interno coeso e +pacificato. Pur quell’1% vive sotto le regole della concorrenza e della conflittualità intercapitalistica +ove la legge della sopravvivenza scivola nella sopraffazione. +Come tutte le guerre, però, anche questa semina vittime civili e innocenti, di certo innumerevoli +anonimi addetti alla produzione del “ferro” ma anche in termini di perdita della capacità di reazione, +di autonomia, di lucidità, di subalternità al dominio. +Proviamo a fare una sommaria lista di cosa si fa, o si minaccia di poter fare, grazie alla grande +raccolta di dati digitali (altrimenti detta BigData): +- controllo statistico conoscitivo: seguendo trend semantici si monitora l’insorgenza di casi di +interesse, eventi, malattie, rivolte. L’ambizione è quella di costruire strumenti previsionali di +fenomeni di massa, +- controllo puntuale conoscitivo: una volta definito un soggetto target è possibile ricostruirne +spostamenti, gusti, abitudini, usi e costumi. Per ora non si va molto indietro nel tempo ma a mano a +mano le informazioni si accumuleranno. Con qualche artificio è possibile effettuare questo controllo +in tempo reale, +- determinazione statistica (statistica predittiva): con la profilazione si può pensare di proiettare a +ciascuno il mondo che più gli interessa o che gli è più affine. Lo fanno i motori di ricerca, lo fa l’e- +commerce, quando lo faranno i quotidiani potremo dire che ciascuno vivrà in un mondo del tutto +suo, il suo mondo preferito. La notizia più importante del giornale è quella che non leggo o che non +mi piace, +- determinazione predittiva: nella misura in cui il digitale assume valore assoluto di verità, se in +modo autoritario si censurano informazioni, persone, notizie, dati, temporaneamente o +definitivamente, si possono produrre censure o false verità difficili da svelare. + +
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+ +**3.2 Pervasività** +Per ovviare alla scarsa capienza delle prigioni senza voler venir meno al controllo e alla punizione +nel febbraio 2001 veniva emanato il Decreto Ministeriale 2/2/2001 che contiene le “*modalità di +installazione ed uso e descrizione dei tipi e delle caratteristiche del mezzi elettronici destinati al +controllo delle persone...*”. Si introduceva così nell’amministrazione della giustizia l’uso del +braccialetto elettronico. Avrebbe permesso di seguire le mosse del reo, di controllare che non si +allontanasse dai percorsi concordati e di prevenire altri reati. +Oggi, a distanza di soli sedici anni, siamo tutti dotati di almeno un simulacro di braccialetto +elettronico che, tanto volontariamente quanto inconsapevolmente, ci portiamo dietro. La capacità di +resistenza è pressoché nulla, la conoscenza dello strumento pure. L’arte di indirizzare le scelte e di +anticipare ogni desiderio, insita in questi oggetti, si sostituisce ai sistemi di controllo lasciando +ancor meno spazio mentale all’elaborazione di teorie e pratiche materiali di lotta. +Strumenti “sociali” come FaceBook, Google e Whatsapp detengono una mappa delle relazioni, dei +gusti e degli eventi capace di aggiornarsi continuamente tale da far impallidire gli artefici del +controllo sociale delle società autoritarie del secolo scorso. +In un regime di seppur ristretta concorrenza e agendo direttamente sulle percezioni, questa nuova +branca del mercato è, come sempre ma con tempi che scorrono velocissimi, in cerca costante di +nuove frontiere ed emozioni che possano convincerci a continuare a offrire la nostra manodopera +volontaria e spesso non retribuita ma anche a pagare denaro sonante per mantenere l’infrastruttura +di servizi altrimenti detti “gratuiti”. Le nuove frontiere del dominio corrono con la velocità che il +mercato e la costante ricerca di profitti impongono. +È vero però anche che prende corpo, tra i più giovani soprattutto, un substrato comunicativo e +creativo difficilmente immaginabile in un sistema verticale e che permette ad esempio al genio +sedicenne di [“tha Supreme”](https://open.spotify.com/artist/19i93sA0D7yS9dYoVNBqAA) di +crearsi un nutrito giro di fans in barba alle major discografico-musicali che ancora si affannano +dietro ai contest in stile X-Factor. + +
+{% img center http:/images/6ich-300x187.png %} +
+ +Benché quindi sia indiscutibile che l’infrastruttura tecnologica del digitale è studiata e programmata +in modo da risultare funzionale a un sistema di mercato fortemente centralizzato, non ci paiono +chiarissime al momento né la qualità né la potenza dei messaggi veicolati né la possibile +obsolescenza degli strumenti legata alla necessità di esplorare sempre nuovi terreni di +mercificazione. + +
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+ +**3.3 L’algoritmo di Dio** +Oggi si sente molto parlare d’algoritmo. È un’entità molto autorevole, trova le cose che cerchiamo +in rete, assegna gli insegnanti in scuole lontane da dove abitano, alza l’età pensionabile, aiuta i +tribunali stabilendo cose fino a ieri impensabili come “chi ha scritto un testo” o “di chi è la voce in +una registrazione”. È potente ma, soprattutto, è indiscutibile. Se lo dice l’algoritmo è Vero, come la +parola di Dio. +In realtà è almeno dal Neolitico che uomini e donne si arrabattono con algoritmi e procedimenti vari +per studiare le stagioni, dividere i campi e scambiare il raccolto. Il fatto è che oggi +l’imperscrutabilità dei dati di partenza e la diffusa ignoranza sulle tecniche di analisi fanno pensare +che il giudizio della formula sia insindacabile. +Oggi l’algoritmo vuole trasferirsi negli oggetti della quotidianità comune (come il Genio nella +lampada di Aladino), e darà probabilmente vita a merci lontanissime, sul piano materiale, +13dall’utilizzatore. Merci che si potranno sempre meno riparare e con cui uomini e donne saranno +sempre meno confidenti. Ciò genererà profitti, almeno in via temporanea, per chi tali algoritmi +produce e vende, ma si tratterà anche di strumenti contemporaneamente capaci di studiare il nostro +ambiente e le nostre abitudini più di chiunque altro. +La sfida, da parte di chi tiene le fila di questi processi, starà nell’intelligenza (seppure artificiale) +che verrà impiegata nel trattare questi dati. Sarà possibile analizzare ammassi di dati +apparentemente disarticolati e non strutturati come oggi si fa con le forme e i rumori? Quale genere +di interconnessioni potrà emergere, nel caso, da un processo di questo tipo? + + + +
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+ + + +**3.4 Domanda a margine ma non marginale** +A fianco di tutto ciò è indispensabile porre una domanda poco tecnica ma molto concreta: fino a +quando l’operaio schiavizzato cinese, indiano, coreano, forza-lavoro mondiale al servizio del +capitale multinazionale, vorrà tollerare di farcire del valore spremuto dalla sua fatica gli Ipad, i +cellulari, i microprocessori da lavatrice ma anche le turbine degli aerei da guerra e i missili +intercontinentali? Fino a quando la sua subalternità potrà garantire livelli di distribuzione della +merce pari a quelli attuali? Fino a quando i costi di smaltimento e bonifica dell’inquinamento +prodotto da questo vorace consumo riusciranno a essere tenuti fuori dal computo globale dei +costi/benefici dell’investimento di capitale? E, dopo, che cosa accadrà? + +
+ +| 我就那样站着入睡 | Mi addormento, proprio così, in piedi | +| ------------- | -------------| +| 我就那样站着入睡 | La carta davanti ai miei occhi ingiallisce | +| 眼前的纸张微微发黄 | Con un pennino d’acciaio la incido di un nero | +| 我用钢笔在上面凿下深浅不一的黑 | irregolare | +| 里面盛满打工的词汇 | piena di parole come officina, catena di | +| 车间,流水线,机台,上岗证,加班,薪水 |montaggio, | +|...... | macchina, libretto di lavoro, straordinari | +| | salari ... | +| | |Mi hanno addestrato a essere docile | +| 我被它们治得服服贴贴 |Non so come gridare o ribellarmi | +| 我不会呐喊,不会反抗 |Come lamentarmi o denunciare | +| 不会控诉,不会埋怨 | | +| 只默默地承受着疲惫 |So solo sfinirmi in silenzio | +| 驻足时光之初 | | +| 我只盼望每月十号那张灰色的薪资单 |Quando ho messo piede la prima volta | +| 赐我以迟到的安慰 |in questo posto | +| 为此我必须磨去棱角,磨去语言 |speravo solo che la grigia busta paga, | +| 拒绝旷工,拒绝病假,拒绝事假 |il dieci d’ogni mese, | +| 拒绝迟到,拒绝早退 |potesse donarmi un po’ di conforto | +| 流水线旁我站立如铁,双手如飞 | | +| 多少白天,多少黑夜 |Per questo ho dovuto smussare gli angoli | +| | e le mie parole | +| | | +| | Rifiutare di saltare il lavoro, | +| | Rifiutare le assenze per malattia, | +| | Rifiutare il permesso per questioni private | +| | Rifiutare di arrivare in ritardo, | +| | Rifiutare di andar via prima | +| | | +| | Alla catena di montaggio rigido come il ferro, | +| | le mani che volano | +| | Quanti giorni e quante notti | +| | È proprio così che mi sono addormentato in | +| | piedi? | +| | | +| | | +| | *20 agosto 2011* | +| | *Xu Lizhi, operaio della Foxconn* | + +
+ + +
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+ + + +Trasmissione del sapere +----------------------- + +In quali luoghi si fa scienza? Dove e quando si sviluppano le ‘tecniche’? Come si tramanda +l’esperienza in modo che possa essere costantemente rielaborata, affinata e messa a confronto- +scontro? +L’istituzione ufficialmente delegata a compiere gran parte di questa funzione è la scuola. In maniera +articolata e differenziata nei suoi vari gradi e ordinamenti, la Scuola introduce “i suoi studenti” alle +conoscenze e ai valori ritenuti socialmente utili. È ben vero che le trasformazioni sociali precedono +sempre la capacità della Scuola di adattarsi e che questa rischia di risultare gioco forza sempre +inadatta alle necessità del presente. Però, pur non essendoci mai stata scuola che non potesse +sembrare “vecchia” o passibile di migliorie, questa ha raramente mancato di essere funzionale alla +riproduzione di soggetti dediti alla produzione. Forme e contenuti della scuola hanno +necessariamente interpretato il ruolo che il mercato del lavoro richiedeva, facendo con ciò una cosa +scontata, preparando cioè i più giovani a diventare adulti senza mettere in discussione lo stato delle +cose, istituzione di una società che tende a riprodurre se stessa. +L’istituzione scolastica ha sempre rispettato la divisione in classi sociali, la divisione del lavoro, i +valori della disciplina, della dedizione e del rispetto dell’autorità. I casi, rari ma non inesistenti, in +cui ha saputo essere terreno di sperimentazione della trasmissione ed elaborazione del sapere al di +fuori dei canoni ufficiali non hanno mai avuto alcuna possibilità di affermarsi anche quando +sapevano dimostrarsi più efficaci o quanto meno più ricchi. Da questo punto di vista la scuola è stata +sempre un terreno di scontro tra chi voleva conservare lo stato di cose presenti e chi voleva +cambiarlo. E oggi? A che punto è questo scontro? Quale scuola abbiamo di fronte? +Nel n. 1 della rivista “Gli Asini” Luigi Monti ipotizza una risposta: +«La scuola non è ancora morta solo perché i principi in base ai quali vengono eretti poteri e +istituzioni possono essere già scomparsi, ma le istituzioni e il potere non scompaiono se non vi sono +costretti. Così quel che è morto, diceva Buber, può dominare ancora a lungo su quel che è vivo. Ma +la scuola è già morta perché quotidianamente muoiono in essa il senso critico ed estetico, morale e il +desiderio di rivolta. La scuola è morta perché le categorie con cui l’abbiamo pensata e continuiamo +a pensarla sono saltate, e i modelli che descrivono la nostra idea di scuola non hanno più un +orizzonte sociale che conferisca loro significato.» +O ancora, nelle ultime tesi degli *Appunti per una riflessione collettiva su apparati educativi e +sistema scolastico* del [gruppo Franti](https://franti.noblogs.org/): + + +«**La scuola nella prospettiva della cultura neoliberista** + +17) Uno dei fenomeni più appariscenti delle strategie del potere e delle sue sperimentazioni è il +passaggio dalla scuola della disciplina (caratteristica della scuola in epoca fordista) alla scuola della +sorveglianza, del controllo, anche nel momento in cui la scuola perdeva la sua centralità come luogo +della formazione professionale. L’approccio disciplinare è tendenzialmente valutativo e si dà ex- +post, a cose fatte; l’approccio di controllo è processuale e dinamico e non te lo scrolli mai di dosso. + +18) La svolta neoliberista delle società capitalistiche ha le istituzioni educative come obiettivo +centrale. + +È l’istruzione il campo sul quale un nuovo modello sociale si deve imporre: centralità dell’impresa, +misurazione quantitativa, formazione di una nuova soggettività devono avere le istituzioni +scolastiche come protagoniste. + +19) Un’altra ragione dell’importanza che fa dell’istituzione scolastica un perno dell’organizzazione +della società è che, nella fase nella quale si afferma il capitalismo cognitivo e tendenzialmente la +produzione immateriale diventa prevalente, l’apparato educativo si trasforma in un settore +immediatamente produttivo. + +20) La svolta di questa nuova configurazione dell’istituzione scolastica avviene a livello europeo +con la conferenza di Bologna del 1999, dove viene definito uno spazio continentale dell’istruzione +con l’introduzione del sistema dei crediti come tentativo d’imporre la misurazione quantitativa del +sapere e, nello stesso tempo, avviare processi di differenziazione nella formazione. In Italia, per +quanto riguarda l’istruzione, l’adozione del modello neoliberale avviene, in modo organico, con la +“scuola dell’autonomia”, che introduce un modo nuovo di organizzare i singoli istituti per +rispondere alla crisi della scuola di massa e delle sue finalità. Muovendosi nella direzione della +formazione di un soggetto flessibile, in sintonia con le esigenze del mercato e disponibile ad +inserirsi nelle sue pieghe, questo modello garantiva una limitata ma significativa differenziazione e +competizione tra gli istituti, che rivolgevano un’offerta formativa appetibile a studenti e famiglie, +considerate sempre di più come clienti all’interno del mercato dell’istruzione. + +21) Al modello fordista dell’istruzione e ai suoi obiettivi (formare il lavoratore a vita e il cittadino +integrato nello Stato) si sostituisce il modello neoliberista con la formazione del lavoratore precario +(flessibile, sia nei tempi sia nelle mansioni, intermittente, enormemente ricattabile). Il lavoro si +trasforma da “diritto costituzionale”, per stare alla definizione che lo Stato stesso ne dava, a dovere +dell’individuo indebitato. Da qui, per un verso la precarizzazione del personale già in opera, per +l’altro l’incertezza più assoluta, fino all’emergere del ruolo del “lavoro volontario”. + +22) In questo senso il merito diventa strumento fondamentale, all’interno dell’ideologia neoliberista, +per formare il soggetto imprenditore di se stesso, in continua concorrenza con gli altri: la +valorizzazione del “capitale umano”. + +23) Cambiano anche le forme d’integrazione: sostituire sempre di più all’insegnamento soggettivo, +partecipato, una strumentazione anonima, standardizzata; generalizzare le forme della valutazione +quantitativa, passare dal sapere al saper fare, dal pensiero all’informazione. + +24) Per ottenere questi risultati è fra l’altro necessaria la dissoluzione della figura dell’insegnante, +della sua specificità, della sua autonomia culturale e la sua sostituzione da un lato con +strumentazione tecnologica, dall’altro con la progressiva dequalificazione della sua professionalità +(un po’ come il passaggio dal lavoratore professionale al lavoratore generico nella fabbrica fordista) +unita a forme di crescente esternalizzazione-appalto di funzioni...» + + +Sostenere che la scuola scompare anche dal terreno del conflitto e sopravvive a se stessa come per +inerzia è un’affermazione drastica e radicale. Nello stesso tempo è pur vero che la scuola resta +(ancora) uno degli ultimi luoghi con una organizzazione rigida dello spazio e del tempo, non avendo +ancora ceduto del tutto alla parcellizzazione dei soggetti, dei luoghi, dei tempi e della +organizzazione del lavoro e anche, non trascurabile, resta un luogo dove si maneggia la miscela +esplosiva della conoscenza, seppur edulcorata e resa innocua dalle indicazioni ministeriali. Insomma +anche se oggi non lo è, la scuola potrebbe forse tornare a essere un terreno di scontro, seppure +diversamente da come fu negli anni Settanta. +17Resta il fatto che, come che sia, il sapere si trasmette, si scambia, e così sarà sempre. Vi sono tante +occasioni, metodiche, approcci diversi e la stessa condivisione della conoscenza è oggetto di studio +e sperimentazione. Confrontarvisi è un’inevitabile necessità. Capire cosa non va nella scuola non è +un modo di migliorarla, questa scuola va benissimo così com’è. Solo intervenendo sull’intero +sistema delle relazioni sociali è possibile pensare a un luogo della trasmissione del sapere che sia +realmente diverso. Ma per non prendersi troppo in giro è anche necessario avere una benché minima +idea in che cosa questa differenza potrebbe consistere. Di qui viene l’importanza del lavoro sulla +trasmissione del sapere. + + +[PDF]({static}/pdfs/LOST_RFC_01.pdf) + + + + diff --git a/content/pages/contatti.md b/content/pages/contatti.md new file mode 100644 index 0000000..d14ee7c --- /dev/null +++ b/content/pages/contatti.md @@ -0,0 +1,14 @@ +Title: Contatti + + +**Come trovarci** + +Per contatti LOST si trova ogni primo giovedì del mese ore 18 alla Calusca City Lights in via Conchetta 18 a Milano + +INFO: lost@inventati.org +BLOG: https://lost.abbiamoundominio.org + +Archivio Primo Moroni: archiviomoroni@inventati.org +Libreria Calusca: libreriacalusca@yahoo.it +tel: 02 5810 5688 + diff --git a/content/pages/disequilibrio.md.tmp b/content/pages/disequilibrio.md.tmp new file mode 100644 index 0000000..3f3e42f --- /dev/null +++ b/content/pages/disequilibrio.md.tmp @@ -0,0 +1,421 @@ +Title: LOST o del disequilibrio +Date: 2018-10-17 +Tags: +Slug: disequilibrio + + +LOST o del disequilibrio +------------------------ + +**Premessa** + +Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non +costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una +sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, +scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del +2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio +Primo Moroni.[/ref]. +L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la +consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi +per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve +ricominciare da capo né rinunciare del tutto. +Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita +inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi +in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso. +Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta +avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e +facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia +dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro +sostanza, sia materiale che organizzativa. +Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in +gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in +gioco sia solamente economica e/o materiale. +Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri +dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione +alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su +questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico, +sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un +mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a +sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive +più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti. +È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa. + +**LOST e il convitato di pietra** + +In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali +limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di +recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere. +Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica, +networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente +e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso +figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei +materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie +e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa. +Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a +quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il +ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto +mentre non lo sono per nulla. +Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni +politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse +energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non +toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le +tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per +mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al +fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola, +quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e +flussi di potere. +Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade +nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di +elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano +le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico +informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno +queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un +*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione? +L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno +smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul +cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito +della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato. +Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una +connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche +abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se +dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a +posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della +cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar. +Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla +trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da +30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo +dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora, +quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul +contesto urbano? +Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che, +pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a +insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref]. +Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa +imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli +strumenti che aggrediscono le nostre vite. +Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque. + +**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale** + +Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono +esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e +mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di +marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un +fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene +filtrata dai collettori dei social principali. + +Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della +maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li +possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra +privati. + +Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di +prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con +grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta +stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*. + +Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform, +Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la +sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del +Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software +applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati +un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato +*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni +applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono +grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della +comunicazione. + +Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso +sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora +incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale +(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. +In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni +(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle +funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno +di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche, +tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro. + +Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati +nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora +intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di +difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare +in modo indipendente questo tipo di tecnologie. + +Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di +costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo +*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo +della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria +tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche +la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema +simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la +cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero +unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate +Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno +dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese +private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. +In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso +alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene +guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo +produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del +capitalismo puro. +Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della +vita politica e della cosa pubblica. +E così via... + +D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella +manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse +tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di +dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento, +profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità +dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per +veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala +globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento +dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia. + +**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)** + +In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi +(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato, +ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo +tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve +anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di +messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva. +Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una +temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di +una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani: + +~~~~ +(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti +(opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati) + +(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione) +~~~~ + +A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di +profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le +implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica +degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode +per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe +dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo). + +La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a +sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che +permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di +interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle +piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a +quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]: +la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata +dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il +titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai +dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime. + +In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la +concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei +vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi +temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di +nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova +forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo +che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e +all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro +lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata +concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio +e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello +necessario a impedire il collasso. + +L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una +tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come +merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in +relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di +frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del +lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto +diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera +devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le +comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di +messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto +da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la +concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il +vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non +è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste +oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o +meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo +della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti +delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale, +all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria. +
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+Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto +tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente +valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”, +per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano, +Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di +attenzione costante da parte della scuola operaista. +Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse +conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di +una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi) +che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi +lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta +le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i +gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di +fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati +da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle +foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve +contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia +sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un +conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune +transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono +indissolubilmente legate a un IBAN bancario. +Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia +della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test, +la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione +strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca +pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in +alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e +nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe +verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca +militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale. +Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di +un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del +messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera +molto rigida le loro soluzioni. +
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+Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica: +- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta +sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista +almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa +in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono +abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria +per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul +mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda +qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi +meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare. +* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano +codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’. +* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno +contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al +giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe +interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi. +- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che +punto siano state monetizzate la vita e le emozioni. +- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana +memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un +momento di rottura ulteriore? +- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le +corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a +proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. + +**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)** + +Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile +distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato. +Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue. +Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la +considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni +condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere +quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti +umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata +da uno schermo[ref]Cfr. [*Il marketing sui bambini*](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013. +[/ref]? + +Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle +forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate +dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà. +Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e +del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o +quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo +sul presente sembra totale. + +Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici, +sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale +planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook. + +Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni +estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti, +sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna. + +L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la +sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del +marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una +conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da +questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione +e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal +punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi +analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. +Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo +della comunicazione*. + +**La ciclicità, l’energia** + +Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B. +Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato +in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna +delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da +una crisi che ha ormai toccato il decimo anno. + +**Confronto con la storia recente** + +Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e +da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in +corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro. + +Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe +del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione +del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore +d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero +monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il +calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della +microelettronica*. + +Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito +ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in +campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica +fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della +produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali +e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a +“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la +concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile +processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il +supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione +dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si +può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo, +quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle +maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale +permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati +(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni +anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso +tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha +indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di +passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è +possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile, +durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore +Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref]. + +Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente +trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno. +Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione +dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel +mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. + +Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non +solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre +che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. +La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref]. +Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta? +Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la +“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso +l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente +lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta +dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli +medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto +delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a +delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. +Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la +trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi, +meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in +materia di “sicurezza” e immigrazione. + +0mmot, 17 ottobre 2018 + + diff --git a/content/pages/eventi.md b/content/pages/eventi.md new file mode 100644 index 0000000..4ce1073 --- /dev/null +++ b/content/pages/eventi.md @@ -0,0 +1,11 @@ +Title: Eventi +Tags: +Slug: eventi + + + +[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref] +[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref] +[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref] +[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref] +[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref] diff --git a/content/pages/home.md.old b/content/pages/home.md.old new file mode 100644 index 0000000..f327b5e --- /dev/null +++ b/content/pages/home.md.old @@ -0,0 +1,27 @@ +Title: [L]unghe [O]mbre della [S]cienza e della [T]ecnica +asave_as: xindex.html +Slug: lost + +
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+ +Che cos’è LOST +-------------- +*Le lunghe ombre della scienza e della tecnica* +Ciclo di incontri di contro-in-formazione e spazio di confronto su scienza, tecnica, trasmissione del sapere e tecnologie digitali per riappropriarsi delle conoscenze e della capacità critica e per rompere gli steccati che separano i saperi da chi li usa e/o li subisce. Guardando ad un mondo che superi la differenza tra dotti e villici. + +A cura di *Archivio Primo Moroni, Calusca City Lights, CSOA Cox18, Unit HackLab* + + + + +
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+ +iscriviti alla newsletter +[![Iscriviti alla newsletter]({static}/images/newsletter-icon-300x171.jpg)](https://noise.autistici.org/mailman/listinfo/lost18-news) + + + diff --git a/content/pdfs/LOST_RFC_01.pdf b/content/pdfs/LOST_RFC_01.pdf new file mode 100644 index 0000000..da3254d Binary files /dev/null and b/content/pdfs/LOST_RFC_01.pdf differ diff --git a/content/pdfs/LostODelDisequilibri.pdf b/content/pdfs/LostODelDisequilibri.pdf new file mode 100644 index 0000000..deb5a2c Binary files /dev/null and b/content/pdfs/LostODelDisequilibri.pdf differ diff --git a/content/pdfs/TrascrizioneCurcio.pdf b/content/pdfs/TrascrizioneCurcio.pdf new file mode 100644 index 0000000..5e377a8 Binary files /dev/null and b/content/pdfs/TrascrizioneCurcio.pdf differ diff --git a/content/xtemplates/archives.html b/content/xtemplates/archives.html new file mode 100644 index 0000000..2a8dcfc --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/archives.html @@ -0,0 +1,24 @@ +{% extends "base.html" %} +{% block title %}{{ _('Archives') }} - {{ SITENAME }}{% endblock %} +{% block breadcrumbs %} + {% if DISPLAY_BREADCRUMBS %} + + {% endif %} +{% endblock %} + +{% block content %} +
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    +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/disqus_script.html b/content/xtemplates/includes/disqus_script.html new file mode 100644 index 0000000..02570b3 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/disqus_script.html @@ -0,0 +1,17 @@ +{% if DISQUS_SITENAME %} + + + +{% endif %} \ No newline at end of file diff --git a/content/xtemplates/includes/footer.html b/content/xtemplates/includes/footer.html new file mode 100644 index 0000000..ec0f258 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/footer.html @@ -0,0 +1,28 @@ + diff --git a/content/xtemplates/includes/ga.html b/content/xtemplates/includes/ga.html new file mode 100644 index 0000000..8663e73 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/ga.html @@ -0,0 +1,32 @@ +{% if GOOGLE_ANALYTICS %} + + + +{% endif %} +{% if GOOGLE_ANALYTICS_UNIVERSAL %} + + + +{% endif %} \ No newline at end of file diff --git a/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_footer.html b/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_footer.html new file mode 100644 index 0000000..f5f8007 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_footer.html @@ -0,0 +1,14 @@ + diff --git a/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_header.html b/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_header.html new file mode 100644 index 0000000..8fcbd9a --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/liquid_tags_nb_header.html @@ -0,0 +1,165 @@ + + + + + + + + + diff --git a/content/xtemplates/includes/minify_tipuesearch.html b/content/xtemplates/includes/minify_tipuesearch.html new file mode 100644 index 0000000..dff9542 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/minify_tipuesearch.html @@ -0,0 +1,3 @@ +{% assets filters="rjsmin", output="tipuesearch/tipuesearch.packed.min.js", "tipuesearch/tipuesearch_set.js", "tipuesearch/tipuesearch.js" %} + +{% endassets %} diff --git a/content/xtemplates/includes/pagination.html b/content/xtemplates/includes/pagination.html new file mode 100644 index 0000000..cb34fa5 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/pagination.html @@ -0,0 +1,37 @@ +{% if articles_page and articles_paginator.num_pages > 1 %} + {% if USE_PAGER %} + + {% else %} + + {% endif %} +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/piwik.html b/content/xtemplates/includes/piwik.html new file mode 100644 index 0000000..a386f2d --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/piwik.html @@ -0,0 +1,20 @@ +{% if PIWIK_SITE_ID and PIWIK_URL %} + {% if PIWIK_SSL_URL is not defined %} + {% set PIWIK_SSL_URL = PIWIK_URL %} + {% endif %} + + + +{% endif %} \ No newline at end of file diff --git a/content/xtemplates/includes/related-posts.html b/content/xtemplates/includes/related-posts.html new file mode 100644 index 0000000..70a56f3 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/related-posts.html @@ -0,0 +1,10 @@ +{% if article.related_posts %} + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/series.html b/content/xtemplates/includes/series.html new file mode 100644 index 0000000..3998440 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/series.html @@ -0,0 +1,22 @@ +{% if article.series %} + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/shariff.html b/content/xtemplates/includes/shariff.html new file mode 100644 index 0000000..d00e5f7 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/shariff.html @@ -0,0 +1,25 @@ +{% if SHARIFF|default(false) %} +
    + +
    + +{% endif %} \ No newline at end of file diff --git a/content/xtemplates/includes/show_source.html b/content/xtemplates/includes/show_source.html new file mode 100644 index 0000000..f6a4f3c --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/show_source.html @@ -0,0 +1,10 @@ +{% if SHOW_SOURCE_IN_SECTION %} + {% if article and article.show_source_url %} +
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    + {% endif %} +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar.html b/content/xtemplates/includes/sidebar.html new file mode 100644 index 0000000..f9aaa95 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar.html @@ -0,0 +1,20 @@ + +
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    {{ title(_('Archive'), DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS) }}

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    {{ title(_('Authors'), DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS) }}

    + +
  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/categories.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/categories.html new file mode 100644 index 0000000..01fb5b4 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/categories.html @@ -0,0 +1,21 @@ +{% if DISPLAY_CATEGORIES_ON_SIDEBAR %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + + +
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    {{ title(_('Categories'), DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS) }}

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    + {% if GITHUB_SHOW_USER_LINK is defined %} + @{{ GITHUB_USER }} on GitHub + {% endif %} +
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  • + {% if SIDEBAR_IMAGES_HEADER %} +

    {{ title(SIDEBAR_IMAGES_HEADER, DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS, icon='external-link-square') }}

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  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/links.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/links.html new file mode 100644 index 0000000..179b1a3 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/links.html @@ -0,0 +1,16 @@ +{% if LINKS %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + + +
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  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/macros.jinja b/content/xtemplates/includes/sidebar/macros.jinja new file mode 100644 index 0000000..b830923 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/macros.jinja @@ -0,0 +1,7 @@ +{% macro title(name, no_icon, icon='home') -%} + {%- if no_icon -%} + {{ name }} + {%- else -%} + {{ name }} + {%- endif -%} +{%- endmacro %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/recent_posts.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/recent_posts.html new file mode 100644 index 0000000..0b301df --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/recent_posts.html @@ -0,0 +1,19 @@ +{% if DISPLAY_RECENT_POSTS_ON_SIDEBAR %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + {% if RECENT_POST_COUNT is not defined %} + {% set RECENT_POST_COUNT = 5 %} + {% endif %} + + +
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  • +

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    + +
  • + + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/show_source.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/show_source.html new file mode 100644 index 0000000..4316129 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/show_source.html @@ -0,0 +1,19 @@ +{% if SHOW_SOURCE_ON_SIDEBAR %} + {% if (article and article.show_source_url) or (page and page.show_source_url) %} + + +
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  • + + + {% endif %} +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/social.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/social.html new file mode 100644 index 0000000..a4bdc91 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/social.html @@ -0,0 +1,24 @@ +{% if SOCIAL %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + + +
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    {{ title(_('Social'), DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS) }}

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  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/tag_cloud.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/tag_cloud.html new file mode 100644 index 0000000..147432a --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/tag_cloud.html @@ -0,0 +1,27 @@ +{% if DISPLAY_TAGS_ON_SIDEBAR is not defined %} + {% set DISPLAY_TAGS_ON_SIDEBAR = True %} +{% endif -%} + +{% if 'tag_cloud' in PLUGINS and DISPLAY_TAGS_ON_SIDEBAR %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + {% if DISPLAY_TAGS_INLINE %} + {% set tags = tag_cloud | sort(attribute='0') %} + {% else %} + {% set tags = tag_cloud | sort(attribute='1') %} + {% endif %} + + +
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    {{ title(_('Tags'), DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS, icon='tags') }}

    + +
  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/sidebar/twitter_timeline.html b/content/xtemplates/includes/sidebar/twitter_timeline.html new file mode 100644 index 0000000..16551a2 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/sidebar/twitter_timeline.html @@ -0,0 +1,12 @@ +{% if TWITTER_WIDGET_ID %} + {% from 'includes/sidebar/macros.jinja' import title %} + + +
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    {{ title('Latest Tweets', DISABLE_SIDEBAR_TITLE_ICONS, icon='twitter') }}

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  • + +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/taglist.html b/content/xtemplates/includes/taglist.html new file mode 100644 index 0000000..2aa0237 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/taglist.html @@ -0,0 +1,9 @@ +{% if article.tags %} +{{ _('Tags') }} +{% for tag in article.tags %} + {{ tag }} + {% if not loop.last %} + / + {% endif %} +{% endfor %} +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/includes/translations.html b/content/xtemplates/includes/translations.html new file mode 100644 index 0000000..2d79217 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/translations.html @@ -0,0 +1,8 @@ +{% macro translations_for(article) %} +{% if article.translations %} +{{ _('Lang') }} +{% for translation in article.translations %} + {{ translation.lang }} +{% endfor %} +{% endif %} +{% endmacro %} diff --git a/content/xtemplates/includes/twitter_cards.html b/content/xtemplates/includes/twitter_cards.html new file mode 100644 index 0000000..036721f --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/includes/twitter_cards.html @@ -0,0 +1,28 @@ +{% if TWITTER_CARDS and USE_OPEN_GRAPH %} + {# Do not include duplicates tag with og ones. #} + {# Twitter is able to infer them from og. #} + + + {% if TWITTER_USERNAME %} + + + {% endif %} + + {% if article %} + {% if article.og_image %} + + {% elif OPEN_GRAPH_IMAGE %} + + {% endif %} + {% elif page %} + {% if page.og_image %} + + {% elif OPEN_GRAPH_IMAGE %} + + {% endif %} + {% endif %} +{% endif %} diff --git a/content/xtemplates/index.html b/content/xtemplates/index.html new file mode 100644 index 0000000..527d712 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/index.html @@ -0,0 +1,8 @@ +sssss +{% extends "article_list.html" %} + +{% block canonical_rel %}{% endblock %} + +{% block banner %} + {% include 'includes/banner.html' %} +{% endblock %} diff --git a/content/xtemplates/page.html b/content/xtemplates/page.html new file mode 100644 index 0000000..c4d35ee --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/page.html @@ -0,0 +1,66 @@ +{% extends "base.html" %} +{% block title %}{{ page.title }} - {{ SITENAME }}{% endblock %} +{% block html_lang %}{{ page.lang }}{% endblock %} +{% block meta %} + {% if page.author %} + + {% else %} + + {% endif %} + {% if page.summary %} + + {% endif %} +{% endblock %} +{% block opengraph %} + {% if OPEN_GRAPH_FB_APP_ID %} + + {% endif %} + + + + + + {% if page.og_image %} + + {% elif OPEN_GRAPH_IMAGE %} + + {% endif %} +{% endblock %} + +{% block canonical_rel %} + +{% endblock %} + +{% block breadcrumbs %} + {% if DISPLAY_BREADCRUMBS %} + + {% endif %} +{% endblock %} + +{% block content %} +
    + {% if page.title %} +

    {{ page.title }}

    + {% endif %} + {% import 'includes/translations.html' as translations with context %} + {{ translations.translations_for(page) }} + {% if PDF_PROCESSOR %} + + get the pdf + + {% endif %} +
    + {{ page.content }} + {% if page.comments == 'enabled' %} + {% include 'includes/comments.html' %} + {% endif %} +
    +
    +{% endblock %} diff --git a/content/xtemplates/search.html b/content/xtemplates/search.html new file mode 100644 index 0000000..be1c017 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/search.html @@ -0,0 +1,27 @@ +{% extends 'base.html' %} + +{% block title %} +{{ _('Search') }} - {{ super() }} +{% endblock %} + +{% block scripts %} + {% if 'assets' in PLUGINS %} + {% include 'includes/minify_tipuesearch.html' with context %} + {% else %} + + + + {% endif %} + +{% endblock %} + +{% block content %} +
    +{% endblock %} diff --git a/content/xtemplates/tag.html b/content/xtemplates/tag.html new file mode 100644 index 0000000..aa9edc8 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/tag.html @@ -0,0 +1,15 @@ +{% extends "article_list.html" %} +{% block title %}{{ tag }} - {{ SITENAME }}{% endblock %} +{% block meta %} + + +{% endblock %} +{% block breadcrumbs %} + {% if DISPLAY_BREADCRUMBS %} + + {% endif %} +{% endblock %} diff --git a/content/xtemplates/tags.html b/content/xtemplates/tags.html new file mode 100644 index 0000000..08c1c23 --- /dev/null +++ b/content/xtemplates/tags.html @@ -0,0 +1,37 @@ +{% extends "base.html" %} + +{% block title %}Tags - {{ SITENAME }}{% endblock %} + +{% block breadcrumbs %} + {% if DISPLAY_BREADCRUMBS %} + + {% endif %} +{% endblock %} + +{% block content %} +
    +

    {{ _('Tags for') }} {{ SITENAME }}

    +
    + {%- for tag, articles in tags|sort %} +
    + +
    +
    + {% for article in articles %} +

    {{ article.title }}

    + {% endfor %} +
    +
    +
    + {% endfor %} +
    + +
    +{% endblock %} diff --git a/develop_server.sh b/develop_server.sh new file mode 100755 index 0000000..8c2f27f --- /dev/null +++ b/develop_server.sh @@ -0,0 +1,103 @@ +#!/usr/bin/env bash +## +# This section should match your Makefile +## +PY=${PY:-python} +PELICAN=${PELICAN:-pelican} +PELICANOPTS= + +BASEDIR=$(pwd) +INPUTDIR=$BASEDIR/content +OUTPUTDIR=$BASEDIR/output +CONFFILE=$BASEDIR/pelicanconf.py + +### +# Don't change stuff below here unless you are sure +### + +SRV_PID=$BASEDIR/srv.pid +PELICAN_PID=$BASEDIR/pelican.pid + +function usage(){ + echo "usage: $0 (stop) (start) (restart) [port]" + echo "This starts Pelican in debug and reload mode and then launches" + echo "an HTTP server to help site development. It doesn't read" + echo "your Pelican settings, so if you edit any paths in your Makefile" + echo "you will need to edit your settings as well." + exit 3 +} + +function alive() { + kill -0 $1 >/dev/null 2>&1 +} + +function shut_down(){ + PID=$(cat $SRV_PID) + if [[ $? -eq 0 ]]; then + if alive $PID; then + echo "Stopping HTTP server" + kill $PID + else + echo "Stale PID, deleting" + fi + rm $SRV_PID + else + echo "HTTP server PIDFile not found" + fi + + PID=$(cat $PELICAN_PID) + if [[ $? -eq 0 ]]; then + if alive $PID; then + echo "Killing Pelican" + kill $PID + else + echo "Stale PID, deleting" + fi + rm $PELICAN_PID + else + echo "Pelican PIDFile not found" + fi +} + +function start_up(){ + local port=$1 + echo "Starting up Pelican and HTTP server" + shift + $PELICAN --debug --autoreload -r $INPUTDIR -o $OUTPUTDIR -s $CONFFILE $PELICANOPTS & + pelican_pid=$! + echo $pelican_pid > $PELICAN_PID + cd $OUTPUTDIR + $PY -m pelican.server $port & + srv_pid=$! + echo $srv_pid > $SRV_PID + cd $BASEDIR + sleep 1 + if ! alive $pelican_pid ; then + echo "Pelican didn't start. Is the Pelican package installed?" + return 1 + elif ! alive $srv_pid ; then + echo "The HTTP server didn't start. Is there another service using port" $port "?" + return 1 + fi + echo 'Pelican and HTTP server processes now running in background.' +} + +### +# MAIN +### +[[ ($# -eq 0) || ($# -gt 2) ]] && usage +port='' +[[ $# -eq 2 ]] && port=$2 + +if [[ $1 == "stop" ]]; then + shut_down +elif [[ $1 == "restart" ]]; then + shut_down + start_up $port +elif [[ $1 == "start" ]]; then + if ! start_up $port; then + shut_down + fi +else + usage +fi diff --git a/fabfile.py b/fabfile.py new file mode 100644 index 0000000..95796b5 --- /dev/null +++ b/fabfile.py @@ -0,0 +1,94 @@ +from fabric.api import * +import fabric.contrib.project as project +import os +import shutil +import sys +import SocketServer + +from pelican.server import ComplexHTTPRequestHandler + +# Local path configuration (can be absolute or relative to fabfile) +env.deploy_path = 'output' +DEPLOY_PATH = env.deploy_path + +# Remote server configuration +production = 'root@localhost:22' +dest_path = '/var/www' + +# Rackspace Cloud Files configuration settings +env.cloudfiles_username = 'my_rackspace_username' +env.cloudfiles_api_key = 'my_rackspace_api_key' +env.cloudfiles_container = 'my_cloudfiles_container' + +# Github Pages configuration +env.github_pages_branch = "gh-pages" + +# Port for `serve` +PORT = 8000 + +def clean(): + """Remove generated files""" + if os.path.isdir(DEPLOY_PATH): + shutil.rmtree(DEPLOY_PATH) + os.makedirs(DEPLOY_PATH) + +def build(): + """Build local version of site""" + local('pelican -s pelicanconf.py') + +def rebuild(): + """`clean` then `build`""" + clean() + build() + +def regenerate(): + """Automatically regenerate site upon file modification""" + local('pelican -r -s pelicanconf.py') + +def serve(): + """Serve site at http://localhost:8000/""" + os.chdir(env.deploy_path) + + class AddressReuseTCPServer(SocketServer.TCPServer): + allow_reuse_address = True + + server = AddressReuseTCPServer(('', PORT), ComplexHTTPRequestHandler) + + sys.stderr.write('Serving on port {0} ...\n'.format(PORT)) + server.serve_forever() + +def reserve(): + """`build`, then `serve`""" + build() + serve() + +def preview(): + """Build production version of site""" + local('pelican -s publishconf.py') + +def cf_upload(): + """Publish to Rackspace Cloud Files""" + rebuild() + with lcd(DEPLOY_PATH): + local('swift -v -A https://auth.api.rackspacecloud.com/v1.0 ' + '-U {cloudfiles_username} ' + '-K {cloudfiles_api_key} ' + 'upload -c {cloudfiles_container} .'.format(**env)) + +@hosts(production) +def publish(): + """Publish to production via rsync""" + local('pelican -s publishconf.py') + project.rsync_project( + remote_dir=dest_path, + exclude=".DS_Store", + local_dir=DEPLOY_PATH.rstrip('/') + '/', + delete=True, + extra_opts='-c', + ) + +def gh_pages(): + """Publish to GitHub Pages""" + rebuild() + local("ghp-import -b {github_pages_branch} {deploy_path}".format(**env)) + local("git push origin {github_pages_branch}".format(**env)) diff --git a/pelican-plugins/.gitignore b/pelican-plugins/.gitignore new file mode 100644 index 0000000..54089a4 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/.gitignore @@ -0,0 +1,11 @@ +*~ +._* +.*.swp +.*.swo +*.pyc +*.log +.DS_Store +.directory +.idea +.project +.pydevproject diff --git a/pelican-plugins/.gitmodules b/pelican-plugins/.gitmodules new file mode 100644 index 0000000..5310e4e --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/.gitmodules @@ -0,0 +1,144 @@ +[submodule "pelican-fontawesome"] + path = pelican-fontawesome + url = https://github.com/kura/pelican-fontawesome.git +[submodule "pelican_youtube"] + path = pelican_youtube + url = https://github.com/kura/pelican_youtube.git +[submodule "pelican_vimeo"] + path = pelican_vimeo + url = https://github.com/kura/pelican_vimeo.git +[submodule "cjk-auto-spacing"] + path = cjk-auto-spacing + url = https://github.com/yuex/cjk-auto-spacing.git +[submodule "pelican-gist"] + path = pelican-gist + url = https://github.com/streeter/pelican-gist.git +[submodule "pelicanfly"] + path = pelicanfly + url = https://github.com/bmcorser/pelicanfly.git +[submodule "pelican-flickr"] + path = pelican-flickr + url = https://github.com/La0/pelican-flickr.git +[submodule "better_code_samples"] + path = better_code_samples + url = https://github.com/ChrislS/better_code_samples.git +[submodule "pin_to_top"] + path = pin_to_top + url = https://github.com/Shaked/pin_to_top.git +[submodule "pelican-githubprojects"] + path = pelican-githubprojects + url = https://github.com/kura/pelican-githubprojects.git +[submodule "pelicanthemes-generator"] + path = pelicanthemes-generator + url = https://github.com/badele/pelicanthemes-generator +[submodule "pelican-page-order"] + path = pelican-page-order + url = https://github.com/akhayyat/pelican-page-order.git +[submodule "pelican-page-hierarchy"] + path = pelican-page-hierarchy + url = https://github.com/akhayyat/pelican-page-hierarchy.git +[submodule "multi_neighbors"] + path = multi_neighbors + url = https://github.com/davidlesieur/multi_neighbors.git +[submodule "pelican-langcategory"] + path = pelican-langcategory + url = https://github.com/CNBorn/pelican-langcategory.git +[submodule "pandoc_reader"] + path = pandoc_reader + url = https://github.com/liob/pandoc_reader.git +[submodule "bootstrapify"] + path = bootstrapify + url = https://github.com/ingwinlu/pelican-bootstrapify.git +[submodule "pelican-jinja2content"] + path = pelican-jinja2content + url = https://github.com/joachimneu/pelican-jinja2content.git +[submodule "panorama"] + path = panorama + url = https://github.com/romainx/panorama.git +[submodule "pelican-genealogy"] + path = pelican-genealogy + url = https://github.com/zappala/pelican-genealogy +[submodule "image_process"] + path = image_process + url = https://github.com/whiskyechobravo/image_process +[submodule "pelican-open_graph"] + path = pelican-open_graph + url = https://github.com/whiskyechobravo/pelican-open_graph.git +[submodule "replacer"] + path = replacer + url = https://github.com/narusemotoki/replacer +[submodule "pelican-toc"] + path = pelican-toc + url = https://github.com/ingwinlu/pelican-toc +[submodule "multimarkdown_reader"] + path = multimarkdown_reader + url = https://github.com/dames57/multimarkdown_reader.git +[submodule "pelican_javascript"] + path = pelican_javascript + url = https://github.com/mortada/pelican_javascript.git +[submodule "loadcsv"] + path = loadcsv + url = https://github.com/e9t/pelican-loadcsv +[submodule "org_pandoc_reader"] + path = org_pandoc_reader + url = https://github.com/jo-tham/org_pandoc_reader.git +[submodule "pdf-img"] + path = pdf-img + url = https://github.com/cmacmackin/pdf-img.git +[submodule "pelican-cite"] + path = pelican-cite + url = https://github.com/cmacmackin/pelican-cite.git +[submodule "figure-ref"] + path = figure-ref + url = https://github.com/cmacmackin/figure-ref +[submodule "encrypt-content"] + path = encrypt-content + url = https://github.com/mindcruzer/pelican-encrypt-content +[submodule "md-metayaml"] + path = md-metayaml + url = https://github.com/joachimneu/pelican-md-metayaml +[submodule "backreftranslate"] + path = backreftranslate + url = https://github.com/daltonmatos/pelican-plugin-backref-translate +[submodule "category_order"] + path = category_order + url = https://github.com/jhshi/pelican.plugins.category_order.git +[submodule "ga_page_view"] + path = ga_page_view + url = https://github.com/jhshi/pelican.plugins.ga_page_view.git +[submodule "post_revision"] + path = post_revision + url = https://github.com/jhshi/pelican.plugins.post_revision +[submodule "linkclass"] + path = pelican-linkclass + url = https://github.com/rlaboiss/pelican-linkclass +[submodule "just_table"] + path = just_table + url = https://github.com/burakkose/just_table +[submodule "ace_editor"] + path = ace_editor + url = https://github.com/mothsART/ace_editor.git +[submodule "mboxreader"] + path = pelican-mboxreader + url = https://github.com/TC01/pelican-mboxreader +[submodule "pelican-version"] + path = pelican-version + url = https://github.com/Shaked/pelican-version +[submodule "lightbox"] + path = lightbox + url = https://github.com/kura/lightbox +[submodule "pelican-ipynb"] + path = pelican-ipynb + url = https://github.com/danielfrg/pelican-ipynb +[submodule "deadlinks"] + path = deadlinks + url = https://github.com/silentlamb/pelican-deadlinks.git +[submodule "pelican-ert"] + path = pelican-ert + url = https://github.com/nogaems/pelican-ert.git +[submodule "pelican_meetup_info"] + path = pelican_meetup_info + url = https://github.com/tylerdave/pelican-meetup-info.git +[submodule "similar_posts"] + path = similar_posts + url = https://github.com/davidlesieur/similar_posts.git diff --git a/pelican-plugins/.travis.yml b/pelican-plugins/.travis.yml new file mode 100644 index 0000000..5fb3815 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/.travis.yml @@ -0,0 +1,13 @@ +language: python +python: + - "2.7" + - "3.2" +before_install: + - sudo apt-get update -qq + - sudo apt-get install -qq --no-install-recommends ruby-sass +install: + - pip install nose + - pip install -e git://github.com/getpelican/pelican.git#egg=pelican + - pip install --use-mirrors Markdown + - if [[ $TRAVIS_PYTHON_VERSION == '2.7' ]]; then pip install --use-mirrors webassets cssmin; fi +script: nosetests diff --git a/pelican-plugins/Contributing.rst b/pelican-plugins/Contributing.rst new file mode 100644 index 0000000..4647b3c --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/Contributing.rst @@ -0,0 +1,39 @@ +Contributing a plugin +===================== + +Details regarding how to write a plugin are explained in the Pelican `docs`_. + +If you want to contribute, **please be sure** to read our general contributing +`guidelines`_ first. Then you can fork this repository, create a new branch, +make your changes, squash your commits, and issue your pull request from your +new branch (i.e., **not** the ``master`` branch). + +Make sure that your plugin follows the structure below:: + + my_plugin + ├── __init__.py + ├── my_plugin.py + ├── test_my_plugin.py + └── ReadMe.rst / ReadMe.md + +``my_plugin.py`` is the actual plugin implementation. Include a brief +explanation of what the plugin does as a module docstring. Put any further +explanations and usage details into the ``ReadMe`` file. + +``__init__.py`` should contain a single line with ``from .my_plugin import *``. + +Place tests for your plugin in the same folder inside ``test_my_plugin.py``. +If you need content or templates in your tests, you can use the main +``test_data`` folder for that purpose. + +**Note:** Each plugin can contain a LICENSE file stating the license it's +released under. If there is an absence of LICENSE then it defaults to the +*GNU AFFERO GENERAL PUBLIC LICENSE Version 3*. Please refer to the ``LICENSE`` +file for the full text of the license. + +Before making your initial commit, please be sure to add an entry to the repo's +top-level ``ReadMe`` file, adding your plugin to the list (in alphabetical +order) and providing a brief description. + +.. _guidelines: http://docs.getpelican.com/en/latest/contribute.html#using-git-and-github +.. _docs: http://docs.getpelican.com/en/latest/plugins.html#how-to-create-plugins diff --git a/pelican-plugins/LICENSE b/pelican-plugins/LICENSE new file mode 100644 index 0000000..ba67bd0 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/LICENSE @@ -0,0 +1,665 @@ +Unless the folder itself contains a LICENSE stating otherwise, all the files +distributed here are released under the GNU AFFERO GENERAL PUBLIC LICENSE. + + + GNU AFFERO GENERAL PUBLIC LICENSE + Version 3, 19 November 2007 + + Copyright (C) 2007 Free Software Foundation, Inc. + Everyone is permitted to copy and distribute verbatim copies + of this license document, but changing it is not allowed. + + Preamble + + The GNU Affero General Public License is a free, copyleft license for +software and other kinds of works, specifically designed to ensure +cooperation with the community in the case of network server software. + + The licenses for most software and other practical works are designed +to take away your freedom to share and change the works. By contrast, +our General Public Licenses are intended to guarantee your freedom to +share and change all versions of a program--to make sure it remains free +software for all its users. + + When we speak of free software, we are referring to freedom, not +price. Our General Public Licenses are designed to make sure that you +have the freedom to distribute copies of free software (and charge for +them if you wish), that you receive source code or can get it if you +want it, that you can change the software or use pieces of it in new +free programs, and that you know you can do these things. + + Developers that use our General Public Licenses protect your rights +with two steps: (1) assert copyright on the software, and (2) offer +you this License which gives you legal permission to copy, distribute +and/or modify the software. + + A secondary benefit of defending all users' freedom is that +improvements made in alternate versions of the program, if they +receive widespread use, become available for other developers to +incorporate. Many developers of free software are heartened and +encouraged by the resulting cooperation. However, in the case of +software used on network servers, this result may fail to come about. +The GNU General Public License permits making a modified version and +letting the public access it on a server without ever releasing its +source code to the public. + + The GNU Affero General Public License is designed specifically to +ensure that, in such cases, the modified source code becomes available +to the community. It requires the operator of a network server to +provide the source code of the modified version running there to the +users of that server. Therefore, public use of a modified version, on +a publicly accessible server, gives the public access to the source +code of the modified version. + + An older license, called the Affero General Public License and +published by Affero, was designed to accomplish similar goals. This is +a different license, not a version of the Affero GPL, but Affero has +released a new version of the Affero GPL which permits relicensing under +this license. + + The precise terms and conditions for copying, distribution and +modification follow. + + TERMS AND CONDITIONS + + 0. Definitions. + + "This License" refers to version 3 of the GNU Affero General Public License. + + "Copyright" also means copyright-like laws that apply to other kinds of +works, such as semiconductor masks. + + "The Program" refers to any copyrightable work licensed under this +License. Each licensee is addressed as "you". "Licensees" and +"recipients" may be individuals or organizations. + + To "modify" a work means to copy from or adapt all or part of the work +in a fashion requiring copyright permission, other than the making of an +exact copy. The resulting work is called a "modified version" of the +earlier work or a work "based on" the earlier work. + + A "covered work" means either the unmodified Program or a work based +on the Program. + + To "propagate" a work means to do anything with it that, without +permission, would make you directly or secondarily liable for +infringement under applicable copyright law, except executing it on a +computer or modifying a private copy. Propagation includes copying, +distribution (with or without modification), making available to the +public, and in some countries other activities as well. + + To "convey" a work means any kind of propagation that enables other +parties to make or receive copies. Mere interaction with a user through +a computer network, with no transfer of a copy, is not conveying. + + An interactive user interface displays "Appropriate Legal Notices" +to the extent that it includes a convenient and prominently visible +feature that (1) displays an appropriate copyright notice, and (2) +tells the user that there is no warranty for the work (except to the +extent that warranties are provided), that licensees may convey the +work under this License, and how to view a copy of this License. If +the interface presents a list of user commands or options, such as a +menu, a prominent item in the list meets this criterion. + + 1. Source Code. + + The "source code" for a work means the preferred form of the work +for making modifications to it. "Object code" means any non-source +form of a work. + + A "Standard Interface" means an interface that either is an official +standard defined by a recognized standards body, or, in the case of +interfaces specified for a particular programming language, one that +is widely used among developers working in that language. + + The "System Libraries" of an executable work include anything, other +than the work as a whole, that (a) is included in the normal form of +packaging a Major Component, but which is not part of that Major +Component, and (b) serves only to enable use of the work with that +Major Component, or to implement a Standard Interface for which an +implementation is available to the public in source code form. A +"Major Component", in this context, means a major essential component +(kernel, window system, and so on) of the specific operating system +(if any) on which the executable work runs, or a compiler used to +produce the work, or an object code interpreter used to run it. + + The "Corresponding Source" for a work in object code form means all +the source code needed to generate, install, and (for an executable +work) run the object code and to modify the work, including scripts to +control those activities. However, it does not include the work's +System Libraries, or general-purpose tools or generally available free +programs which are used unmodified in performing those activities but +which are not part of the work. For example, Corresponding Source +includes interface definition files associated with source files for +the work, and the source code for shared libraries and dynamically +linked subprograms that the work is specifically designed to require, +such as by intimate data communication or control flow between those +subprograms and other parts of the work. + + The Corresponding Source need not include anything that users +can regenerate automatically from other parts of the Corresponding +Source. + + The Corresponding Source for a work in source code form is that +same work. + + 2. Basic Permissions. + + All rights granted under this License are granted for the term of +copyright on the Program, and are irrevocable provided the stated +conditions are met. This License explicitly affirms your unlimited +permission to run the unmodified Program. The output from running a +covered work is covered by this License only if the output, given its +content, constitutes a covered work. This License acknowledges your +rights of fair use or other equivalent, as provided by copyright law. + + You may make, run and propagate covered works that you do not +convey, without conditions so long as your license otherwise remains +in force. You may convey covered works to others for the sole purpose +of having them make modifications exclusively for you, or provide you +with facilities for running those works, provided that you comply with +the terms of this License in conveying all material for which you do +not control copyright. Those thus making or running the covered works +for you must do so exclusively on your behalf, under your direction +and control, on terms that prohibit them from making any copies of +your copyrighted material outside their relationship with you. + + Conveying under any other circumstances is permitted solely under +the conditions stated below. Sublicensing is not allowed; section 10 +makes it unnecessary. + + 3. Protecting Users' Legal Rights From Anti-Circumvention Law. + + No covered work shall be deemed part of an effective technological +measure under any applicable law fulfilling obligations under article +11 of the WIPO copyright treaty adopted on 20 December 1996, or +similar laws prohibiting or restricting circumvention of such +measures. + + When you convey a covered work, you waive any legal power to forbid +circumvention of technological measures to the extent such circumvention +is effected by exercising rights under this License with respect to +the covered work, and you disclaim any intention to limit operation or +modification of the work as a means of enforcing, against the work's +users, your or third parties' legal rights to forbid circumvention of +technological measures. + + 4. Conveying Verbatim Copies. + + You may convey verbatim copies of the Program's source code as you +receive it, in any medium, provided that you conspicuously and +appropriately publish on each copy an appropriate copyright notice; +keep intact all notices stating that this License and any +non-permissive terms added in accord with section 7 apply to the code; +keep intact all notices of the absence of any warranty; and give all +recipients a copy of this License along with the Program. + + You may charge any price or no price for each copy that you convey, +and you may offer support or warranty protection for a fee. + + 5. Conveying Modified Source Versions. + + You may convey a work based on the Program, or the modifications to +produce it from the Program, in the form of source code under the +terms of section 4, provided that you also meet all of these conditions: + + a) The work must carry prominent notices stating that you modified + it, and giving a relevant date. + + b) The work must carry prominent notices stating that it is + released under this License and any conditions added under section + 7. This requirement modifies the requirement in section 4 to + "keep intact all notices". + + c) You must license the entire work, as a whole, under this + License to anyone who comes into possession of a copy. This + License will therefore apply, along with any applicable section 7 + additional terms, to the whole of the work, and all its parts, + regardless of how they are packaged. This License gives no + permission to license the work in any other way, but it does not + invalidate such permission if you have separately received it. + + d) If the work has interactive user interfaces, each must display + Appropriate Legal Notices; however, if the Program has interactive + interfaces that do not display Appropriate Legal Notices, your + work need not make them do so. + + A compilation of a covered work with other separate and independent +works, which are not by their nature extensions of the covered work, +and which are not combined with it such as to form a larger program, +in or on a volume of a storage or distribution medium, is called an +"aggregate" if the compilation and its resulting copyright are not +used to limit the access or legal rights of the compilation's users +beyond what the individual works permit. Inclusion of a covered work +in an aggregate does not cause this License to apply to the other +parts of the aggregate. + + 6. Conveying Non-Source Forms. + + You may convey a covered work in object code form under the terms +of sections 4 and 5, provided that you also convey the +machine-readable Corresponding Source under the terms of this License, +in one of these ways: + + a) Convey the object code in, or embodied in, a physical product + (including a physical distribution medium), accompanied by the + Corresponding Source fixed on a durable physical medium + customarily used for software interchange. + + b) Convey the object code in, or embodied in, a physical product + (including a physical distribution medium), accompanied by a + written offer, valid for at least three years and valid for as + long as you offer spare parts or customer support for that product + model, to give anyone who possesses the object code either (1) a + copy of the Corresponding Source for all the software in the + product that is covered by this License, on a durable physical + medium customarily used for software interchange, for a price no + more than your reasonable cost of physically performing this + conveying of source, or (2) access to copy the + Corresponding Source from a network server at no charge. + + c) Convey individual copies of the object code with a copy of the + written offer to provide the Corresponding Source. This + alternative is allowed only occasionally and noncommercially, and + only if you received the object code with such an offer, in accord + with subsection 6b. + + d) Convey the object code by offering access from a designated + place (gratis or for a charge), and offer equivalent access to the + Corresponding Source in the same way through the same place at no + further charge. You need not require recipients to copy the + Corresponding Source along with the object code. If the place to + copy the object code is a network server, the Corresponding Source + may be on a different server (operated by you or a third party) + that supports equivalent copying facilities, provided you maintain + clear directions next to the object code saying where to find the + Corresponding Source. Regardless of what server hosts the + Corresponding Source, you remain obligated to ensure that it is + available for as long as needed to satisfy these requirements. + + e) Convey the object code using peer-to-peer transmission, provided + you inform other peers where the object code and Corresponding + Source of the work are being offered to the general public at no + charge under subsection 6d. + + A separable portion of the object code, whose source code is excluded +from the Corresponding Source as a System Library, need not be +included in conveying the object code work. + + A "User Product" is either (1) a "consumer product", which means any +tangible personal property which is normally used for personal, family, +or household purposes, or (2) anything designed or sold for incorporation +into a dwelling. In determining whether a product is a consumer product, +doubtful cases shall be resolved in favor of coverage. For a particular +product received by a particular user, "normally used" refers to a +typical or common use of that class of product, regardless of the status +of the particular user or of the way in which the particular user +actually uses, or expects or is expected to use, the product. A product +is a consumer product regardless of whether the product has substantial +commercial, industrial or non-consumer uses, unless such uses represent +the only significant mode of use of the product. + + "Installation Information" for a User Product means any methods, +procedures, authorization keys, or other information required to install +and execute modified versions of a covered work in that User Product from +a modified version of its Corresponding Source. The information must +suffice to ensure that the continued functioning of the modified object +code is in no case prevented or interfered with solely because +modification has been made. + + If you convey an object code work under this section in, or with, or +specifically for use in, a User Product, and the conveying occurs as +part of a transaction in which the right of possession and use of the +User Product is transferred to the recipient in perpetuity or for a +fixed term (regardless of how the transaction is characterized), the +Corresponding Source conveyed under this section must be accompanied +by the Installation Information. But this requirement does not apply +if neither you nor any third party retains the ability to install +modified object code on the User Product (for example, the work has +been installed in ROM). + + The requirement to provide Installation Information does not include a +requirement to continue to provide support service, warranty, or updates +for a work that has been modified or installed by the recipient, or for +the User Product in which it has been modified or installed. Access to a +network may be denied when the modification itself materially and +adversely affects the operation of the network or violates the rules and +protocols for communication across the network. + + Corresponding Source conveyed, and Installation Information provided, +in accord with this section must be in a format that is publicly +documented (and with an implementation available to the public in +source code form), and must require no special password or key for +unpacking, reading or copying. + + 7. Additional Terms. + + "Additional permissions" are terms that supplement the terms of this +License by making exceptions from one or more of its conditions. +Additional permissions that are applicable to the entire Program shall +be treated as though they were included in this License, to the extent +that they are valid under applicable law. If additional permissions +apply only to part of the Program, that part may be used separately +under those permissions, but the entire Program remains governed by +this License without regard to the additional permissions. + + When you convey a copy of a covered work, you may at your option +remove any additional permissions from that copy, or from any part of +it. (Additional permissions may be written to require their own +removal in certain cases when you modify the work.) You may place +additional permissions on material, added by you to a covered work, +for which you have or can give appropriate copyright permission. + + Notwithstanding any other provision of this License, for material you +add to a covered work, you may (if authorized by the copyright holders of +that material) supplement the terms of this License with terms: + + a) Disclaiming warranty or limiting liability differently from the + terms of sections 15 and 16 of this License; or + + b) Requiring preservation of specified reasonable legal notices or + author attributions in that material or in the Appropriate Legal + Notices displayed by works containing it; or + + c) Prohibiting misrepresentation of the origin of that material, or + requiring that modified versions of such material be marked in + reasonable ways as different from the original version; or + + d) Limiting the use for publicity purposes of names of licensors or + authors of the material; or + + e) Declining to grant rights under trademark law for use of some + trade names, trademarks, or service marks; or + + f) Requiring indemnification of licensors and authors of that + material by anyone who conveys the material (or modified versions of + it) with contractual assumptions of liability to the recipient, for + any liability that these contractual assumptions directly impose on + those licensors and authors. + + All other non-permissive additional terms are considered "further +restrictions" within the meaning of section 10. If the Program as you +received it, or any part of it, contains a notice stating that it is +governed by this License along with a term that is a further +restriction, you may remove that term. If a license document contains +a further restriction but permits relicensing or conveying under this +License, you may add to a covered work material governed by the terms +of that license document, provided that the further restriction does +not survive such relicensing or conveying. + + If you add terms to a covered work in accord with this section, you +must place, in the relevant source files, a statement of the +additional terms that apply to those files, or a notice indicating +where to find the applicable terms. + + Additional terms, permissive or non-permissive, may be stated in the +form of a separately written license, or stated as exceptions; +the above requirements apply either way. + + 8. Termination. + + You may not propagate or modify a covered work except as expressly +provided under this License. Any attempt otherwise to propagate or +modify it is void, and will automatically terminate your rights under +this License (including any patent licenses granted under the third +paragraph of section 11). + + However, if you cease all violation of this License, then your +license from a particular copyright holder is reinstated (a) +provisionally, unless and until the copyright holder explicitly and +finally terminates your license, and (b) permanently, if the copyright +holder fails to notify you of the violation by some reasonable means +prior to 60 days after the cessation. + + Moreover, your license from a particular copyright holder is +reinstated permanently if the copyright holder notifies you of the +violation by some reasonable means, this is the first time you have +received notice of violation of this License (for any work) from that +copyright holder, and you cure the violation prior to 30 days after +your receipt of the notice. + + Termination of your rights under this section does not terminate the +licenses of parties who have received copies or rights from you under +this License. If your rights have been terminated and not permanently +reinstated, you do not qualify to receive new licenses for the same +material under section 10. + + 9. Acceptance Not Required for Having Copies. + + You are not required to accept this License in order to receive or +run a copy of the Program. Ancillary propagation of a covered work +occurring solely as a consequence of using peer-to-peer transmission +to receive a copy likewise does not require acceptance. However, +nothing other than this License grants you permission to propagate or +modify any covered work. These actions infringe copyright if you do +not accept this License. Therefore, by modifying or propagating a +covered work, you indicate your acceptance of this License to do so. + + 10. Automatic Licensing of Downstream Recipients. + + Each time you convey a covered work, the recipient automatically +receives a license from the original licensors, to run, modify and +propagate that work, subject to this License. You are not responsible +for enforcing compliance by third parties with this License. + + An "entity transaction" is a transaction transferring control of an +organization, or substantially all assets of one, or subdividing an +organization, or merging organizations. If propagation of a covered +work results from an entity transaction, each party to that +transaction who receives a copy of the work also receives whatever +licenses to the work the party's predecessor in interest had or could +give under the previous paragraph, plus a right to possession of the +Corresponding Source of the work from the predecessor in interest, if +the predecessor has it or can get it with reasonable efforts. + + You may not impose any further restrictions on the exercise of the +rights granted or affirmed under this License. For example, you may +not impose a license fee, royalty, or other charge for exercise of +rights granted under this License, and you may not initiate litigation +(including a cross-claim or counterclaim in a lawsuit) alleging that +any patent claim is infringed by making, using, selling, offering for +sale, or importing the Program or any portion of it. + + 11. Patents. + + A "contributor" is a copyright holder who authorizes use under this +License of the Program or a work on which the Program is based. The +work thus licensed is called the contributor's "contributor version". + + A contributor's "essential patent claims" are all patent claims +owned or controlled by the contributor, whether already acquired or +hereafter acquired, that would be infringed by some manner, permitted +by this License, of making, using, or selling its contributor version, +but do not include claims that would be infringed only as a +consequence of further modification of the contributor version. For +purposes of this definition, "control" includes the right to grant +patent sublicenses in a manner consistent with the requirements of +this License. + + Each contributor grants you a non-exclusive, worldwide, royalty-free +patent license under the contributor's essential patent claims, to +make, use, sell, offer for sale, import and otherwise run, modify and +propagate the contents of its contributor version. + + In the following three paragraphs, a "patent license" is any express +agreement or commitment, however denominated, not to enforce a patent +(such as an express permission to practice a patent or covenant not to +sue for patent infringement). To "grant" such a patent license to a +party means to make such an agreement or commitment not to enforce a +patent against the party. + + If you convey a covered work, knowingly relying on a patent license, +and the Corresponding Source of the work is not available for anyone +to copy, free of charge and under the terms of this License, through a +publicly available network server or other readily accessible means, +then you must either (1) cause the Corresponding Source to be so +available, or (2) arrange to deprive yourself of the benefit of the +patent license for this particular work, or (3) arrange, in a manner +consistent with the requirements of this License, to extend the patent +license to downstream recipients. "Knowingly relying" means you have +actual knowledge that, but for the patent license, your conveying the +covered work in a country, or your recipient's use of the covered work +in a country, would infringe one or more identifiable patents in that +country that you have reason to believe are valid. + + If, pursuant to or in connection with a single transaction or +arrangement, you convey, or propagate by procuring conveyance of, a +covered work, and grant a patent license to some of the parties +receiving the covered work authorizing them to use, propagate, modify +or convey a specific copy of the covered work, then the patent license +you grant is automatically extended to all recipients of the covered +work and works based on it. + + A patent license is "discriminatory" if it does not include within +the scope of its coverage, prohibits the exercise of, or is +conditioned on the non-exercise of one or more of the rights that are +specifically granted under this License. You may not convey a covered +work if you are a party to an arrangement with a third party that is +in the business of distributing software, under which you make payment +to the third party based on the extent of your activity of conveying +the work, and under which the third party grants, to any of the +parties who would receive the covered work from you, a discriminatory +patent license (a) in connection with copies of the covered work +conveyed by you (or copies made from those copies), or (b) primarily +for and in connection with specific products or compilations that +contain the covered work, unless you entered into that arrangement, +or that patent license was granted, prior to 28 March 2007. + + Nothing in this License shall be construed as excluding or limiting +any implied license or other defenses to infringement that may +otherwise be available to you under applicable patent law. + + 12. No Surrender of Others' Freedom. + + If conditions are imposed on you (whether by court order, agreement or +otherwise) that contradict the conditions of this License, they do not +excuse you from the conditions of this License. If you cannot convey a +covered work so as to satisfy simultaneously your obligations under this +License and any other pertinent obligations, then as a consequence you may +not convey it at all. For example, if you agree to terms that obligate you +to collect a royalty for further conveying from those to whom you convey +the Program, the only way you could satisfy both those terms and this +License would be to refrain entirely from conveying the Program. + + 13. Remote Network Interaction; Use with the GNU General Public License. + + Notwithstanding any other provision of this License, if you modify the +Program, your modified version must prominently offer all users +interacting with it remotely through a computer network (if your version +supports such interaction) an opportunity to receive the Corresponding +Source of your version by providing access to the Corresponding Source +from a network server at no charge, through some standard or customary +means of facilitating copying of software. This Corresponding Source +shall include the Corresponding Source for any work covered by version 3 +of the GNU General Public License that is incorporated pursuant to the +following paragraph. + + Notwithstanding any other provision of this License, you have +permission to link or combine any covered work with a work licensed +under version 3 of the GNU General Public License into a single +combined work, and to convey the resulting work. The terms of this +License will continue to apply to the part which is the covered work, +but the work with which it is combined will remain governed by version +3 of the GNU General Public License. + + 14. Revised Versions of this License. + + The Free Software Foundation may publish revised and/or new versions of +the GNU Affero General Public License from time to time. Such new versions +will be similar in spirit to the present version, but may differ in detail to +address new problems or concerns. + + Each version is given a distinguishing version number. If the +Program specifies that a certain numbered version of the GNU Affero General +Public License "or any later version" applies to it, you have the +option of following the terms and conditions either of that numbered +version or of any later version published by the Free Software +Foundation. If the Program does not specify a version number of the +GNU Affero General Public License, you may choose any version ever published +by the Free Software Foundation. + + If the Program specifies that a proxy can decide which future +versions of the GNU Affero General Public License can be used, that proxy's +public statement of acceptance of a version permanently authorizes you +to choose that version for the Program. + + Later license versions may give you additional or different +permissions. However, no additional obligations are imposed on any +author or copyright holder as a result of your choosing to follow a +later version. + + 15. Disclaimer of Warranty. + + THERE IS NO WARRANTY FOR THE PROGRAM, TO THE EXTENT PERMITTED BY +APPLICABLE LAW. EXCEPT WHEN OTHERWISE STATED IN WRITING THE COPYRIGHT +HOLDERS AND/OR OTHER PARTIES PROVIDE THE PROGRAM "AS IS" WITHOUT WARRANTY +OF ANY KIND, EITHER EXPRESSED OR IMPLIED, INCLUDING, BUT NOT LIMITED TO, +THE IMPLIED WARRANTIES OF MERCHANTABILITY AND FITNESS FOR A PARTICULAR +PURPOSE. THE ENTIRE RISK AS TO THE QUALITY AND PERFORMANCE OF THE PROGRAM +IS WITH YOU. SHOULD THE PROGRAM PROVE DEFECTIVE, YOU ASSUME THE COST OF +ALL NECESSARY SERVICING, REPAIR OR CORRECTION. + + 16. Limitation of Liability. + + IN NO EVENT UNLESS REQUIRED BY APPLICABLE LAW OR AGREED TO IN WRITING +WILL ANY COPYRIGHT HOLDER, OR ANY OTHER PARTY WHO MODIFIES AND/OR CONVEYS +THE PROGRAM AS PERMITTED ABOVE, BE LIABLE TO YOU FOR DAMAGES, INCLUDING ANY +GENERAL, SPECIAL, INCIDENTAL OR CONSEQUENTIAL DAMAGES ARISING OUT OF THE +USE OR INABILITY TO USE THE PROGRAM (INCLUDING BUT NOT LIMITED TO LOSS OF +DATA OR DATA BEING RENDERED INACCURATE OR LOSSES SUSTAINED BY YOU OR THIRD +PARTIES OR A FAILURE OF THE PROGRAM TO OPERATE WITH ANY OTHER PROGRAMS), +EVEN IF SUCH HOLDER OR OTHER PARTY HAS BEEN ADVISED OF THE POSSIBILITY OF +SUCH DAMAGES. + + 17. Interpretation of Sections 15 and 16. + + If the disclaimer of warranty and limitation of liability provided +above cannot be given local legal effect according to their terms, +reviewing courts shall apply local law that most closely approximates +an absolute waiver of all civil liability in connection with the +Program, unless a warranty or assumption of liability accompanies a +copy of the Program in return for a fee. + + END OF TERMS AND CONDITIONS + + How to Apply These Terms to Your New Programs + + If you develop a new program, and you want it to be of the greatest +possible use to the public, the best way to achieve this is to make it +free software which everyone can redistribute and change under these terms. + + To do so, attach the following notices to the program. It is safest +to attach them to the start of each source file to most effectively +state the exclusion of warranty; and each file should have at least +the "copyright" line and a pointer to where the full notice is found. + + + Copyright (C) + + This program is free software: you can redistribute it and/or modify + it under the terms of the GNU Affero General Public License as published by + the Free Software Foundation, either version 3 of the License, or + (at your option) any later version. + + This program is distributed in the hope that it will be useful, + but WITHOUT ANY WARRANTY; without even the implied warranty of + MERCHANTABILITY or FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. See the + GNU Affero General Public License for more details. + + You should have received a copy of the GNU Affero General Public License + along with this program. If not, see . + +Also add information on how to contact you by electronic and paper mail. + + If your software can interact with users remotely through a computer +network, you should also make sure that it provides a way for users to +get its source. For example, if your program is a web application, its +interface could display a "Source" link that leads users to an archive +of the code. There are many ways you could offer source, and different +solutions will be better for different programs; see section 13 for the +specific requirements. + + You should also get your employer (if you work as a programmer) or school, +if any, to sign a "copyright disclaimer" for the program, if necessary. +For more information on this, and how to apply and follow the GNU AGPL, see +. diff --git a/pelican-plugins/Readme.rst b/pelican-plugins/Readme.rst new file mode 100644 index 0000000..ea77d6e --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/Readme.rst @@ -0,0 +1,302 @@ +Pelican Plugins +############### + +Beginning with version 3.0, Pelican supports plugins. Plugins are a way to add +features to Pelican without having to directly modify the Pelican core. Starting +with 3.2, all plugins (including the ones previously in the core) have been +moved to this repository, so this is the central place for all plugins. + +How to use plugins +================== + +The easiest way to install and use these plugins is to clone this repo:: + + git clone --recursive https://github.com/getpelican/pelican-plugins + +and activate the ones you want in your settings file:: + + PLUGIN_PATHS = ['path/to/pelican-plugins'] + PLUGINS = ['assets', 'sitemap', 'gravatar'] + +``PLUGIN_PATHS`` can be a path relative to your settings file or an absolute path. + +Alternatively, if plugins are in an importable path, you can omit ``PLUGIN_PATHS`` +and list them:: + + PLUGINS = ['assets', 'sitemap', 'gravatar'] + +or you can ``import`` the plugin directly and give that:: + + import my_plugin + PLUGINS = [my_plugin, 'assets'] + +Plugin descriptions +=================== + +======================== =========================================================== +Plugin Description +======================== =========================================================== +Ace Editor Replace default **** by an Ace__ code editor with settings configure on pelicanconf.py. + +Always modified Copy created date metadata into modified date for easy "latest updates" indexes + +AsciiDoc reader Use AsciiDoc to write your posts. + +Asset management Use the Webassets module to manage assets such as CSS and JS files. + +Auto Pages Generate custom content for generated Author, Category, and Tag pages (e.g. author biography) + +Backref Translate Add a new attribute (``is_translation_of``) to every article/page (which is a translation) pointing back to the original article/page which is being translated + +Better code line numbers Allow code blocks with line numbers to wrap + +Better code samples Wraps ``table`` blocks with ``div > .hilitewrapper > .codehilitetable`` class attribute, allowing for scrollable code blocks. + +Better figures/samples Adds a ``style="width: ???px; height: auto;"`` attribute to any ```` tags in the content + +bootstrap-rst Provides most (though not all) of Bootstrap's features as rst directives + +bootstrapify Automatically add bootstraps default classes to your content + +Category Order Order categories (and tags) by the number of articles in that category (or tag). + +CJK auto spacing Inserts spaces between Chinese/Japanese/Korean characters and English words + +Clean summary Cleans your summary of excess images + +Code include Includes Pygments highlighted code in reStructuredText + +Collate content Makes categories of content available to the template as lists through a ``collations`` attribute + +Creole reader Allows you to write your posts using the wikicreole syntax + +Custom article URLs Adds support for defining different default URLs for different categories + +CTags generator Generates a "tags" file following the CTags in the "content/" directory, to provide autocompletion for code editors that support it. + +Dateish Treat arbitrary metadata fields as datetime objects + +Dead Links Manage dead links (website not available, errors such as 403, 404) + +Disqus static comments Adds a disqus_comments property to all articles. Comments are fetched at generation time using disqus API + +Encrypt content Password protect pages and articles + +Events Add event start, duration, and location info to post metadata to generate an iCalendar file + +Extract table of content Extracts table of contents (ToC) from ``article.content`` + +Figure References Provides a system to number and references figures + +Filetime from Git Uses Git commit to determine page date + +Filetime from Hg Uses Mercurial commit to determine page date + +Footer Insert Add standardized footer (e.g., author information) at end of every article + +GA Page View Display Google Analytics page views on individual articles and pages + +Gallery Allows an article to contain an album of pictures + +Gist directive This plugin adds a ``gist`` reStructuredText directive. + +GitHub wiki Converts a flat github wiki into a structured read only wiki on your site + +GitHub activity On the template side, you just have to iterate over the ``github_activity`` variable + +Global license Allows you to define a ``LICENSE`` setting and adds the contents of that license variable to the article's context + +Glossary Adds a variable containing definitions extracted from definition lists in articles and pages. This variable is visible to all page templates. + +Goodreads activity Lists books from your Goodreads shelves + +GooglePlus comments Adds GooglePlus comments to Pelican + +Gravatar Assigns the ``author_gravatar`` variable to the Gravatar URL and makes the variable available within the article's context + +Gzip cache Enables certain web servers (e.g., Nginx) to use a static cache of gzip-compressed files to prevent the server from compressing files during an HTTP call + +Headerid This plugin adds an anchor to each heading so you can deeplink to headers in reStructuredText articles. + +HTML entities Allows you to enter HTML entities such as ©, <, • inline in a RST document + +HTML tags for rST Allows you to use HTML tags from within reST documents + +I18N Sub-sites Extends the translations functionality by creating internationalized sub-sites for the default site + +ical Looks for and parses an ``.ics`` file if it is defined in a given page's ``calendar`` metadata. + +Image Process Automates the processing of images based on their class attributes + +Interlinks Lets you add frequently used URLs to your markup using short keywords + +Jinja2 Content Allows the use of Jinja2 template code in articles, including ``include`` and ``import`` statements. Replacement for pelican-jinja2content. + +JPEG Reader Create image gallery pages based on content of JPEG metadata + +Just table Allows you to easily create and manage tables. You can embed the tables into posts with a simple way. + +Libravatar Allows inclusion of user profile pictures from libravatar.org + +Link Class Allows the insertion of class attributes into generated elements (Markdown only) + +Linker Allows the definition of custom linker commands in analogy to the builtin ``{filename}``, ``{attach}``, ``{category}``, ``{tag}``, ``{author}``, and ``{index}`` syntax + +Liquid-style tags Allows liquid-style tags to be inserted into markdown within Pelican documents + +Load CSV Adds ``csv`` Jinja tag to display the contents of a CSV file as an HTML table + +Markdown Inline Extend Enables you to add customize inline patterns to your markdown + +Markdown-metaYAML Pelican reader to enable YAML-style metadata in markdown articles + +Math Render Gives pelican the ability to render mathematics + +Mbox Reader Generate articles automatically via email, given a path to a Unix mbox + +More Categories Multiple categories per article; nested categories (`foo/bar, foo/baz`) + +Multi Neighbors Adds a list of newer articles and a list of older articles to every article's context. + +Multi parts posts Allows you to write multi-part posts + +Neighbor articles Adds ``next_article`` (newer) and ``prev_article`` (older) variables to the article's context + +Open graph Generates Open Graph tags for your articles + +Optimize images Applies lossless compression on JPEG and PNG images + +Org Reader Create posts via Emacs Orgmode files + +Page View Pull page view count from Google Analytics. + +Panorama Creates charts from posts metadata + +PDF generator Automatically exports articles and pages as PDF files + +PDF Images If an img tag contains a PDF, EPS or PS file as a source, this plugin generates a PNG preview which will then act as a link to the original file. + +Pelican Cite Produces inline citations and a bibliography in articles and pages, using a BibTeX file. + +Pelican Comment System Allows you to add static comments to your articles + +pelican-ert Allows you to add estimated reading time of an article + +Pelican-flickr Brings your Flickr photos & sets into your static website + +Pelican Genealogy Add surnames and people so metadata and context can be accessed from within a theme to provide surname and person pages + +Pelican Gist tag Easily embed GitHub Gists in your Pelican articles + +Pelican Github Projects Embed a list of your public GitHub projects in your pages + +pelican_javascript Allows you to embed Javascript and CSS files into individual articles + +Pelican Jinja2Content Allows the use of Jinja2 template code in articles, including ``include`` and ``import`` statements + +Pelican Link Class Set class attribute of ```` elements according to whether the link is external or internal + +Pelican Meetup Info Include your Meetup.com group and event information on generated pages and articles + +Pelican Page Hierarchy Creates a URL hierarchy for pages that matches the filesystem hierarchy of their sources + +Pelican Page Order Adds a ``page_order`` attribute to all pages if one is not defined. + +Pelican Themes Generator Generates theme screenshots from the Pelican Themes repository + +pelican-rdf Allows the processing of .rdf vocabularies, and the generation of a lightweight documentation. + +pelican-toc Generates a Table of Contents and make it available to the theme via article.toc + +Pelican Vimeo Enables you to embed Vimeo videos in your pages and articles + +Pelican YouTube Enables you to embed YouTube videos in your pages and articles + +pelicanfly Lets you type things like ``i ♥ :fa-coffee:`` in your Markdown documents and have it come out as little Font Awesome icons in the browser + +Photos Add a photo or a gallery of photos to an article, or include photos in the body text. Resize photos as needed. + +permalink Enables a kind of permalink using html redirects. + +Pin to top Pin Pelican's article(s) to top "Sticky article" + +PlantUML Allows you to define UML diagrams directly into rst documents using the great PlantUML tool + +Post Revision Extract article and page revision information from Git commit history + +Post statistics Calculates various statistics about a post and store them in an article.stats dictionary + +Random article Generates a html file which redirect to a random article + +Read More link Inserts an inline "read more" or "continue" link into the last html element of the object summary + +Readtime Adds article estimated read time calculator to the site, in the form of ' minutes'. + +Related posts Adds the ``related_posts`` variable to the article's context + +Render Math Render mathematics in content via the MathJax Javascript engine + +Replacer Replace a text of a generated HTML + +Representative image Extracts a representative image (i.e, featured image) from the article's summary or content + +RMD Reader Create posts via knitr RMarkdown files + +Section number Adds section numbers for article headers, in the form of ``2.3.3`` + +Series Groups related articles into a series + +Share post Creates share URLs of article + +Show Source Place a link to the source text of your posts. + +Similar Posts Adds a list of similar posts to every article's context. + +Simple footnotes Adds footnotes to blog posts + +Sitemap Generates plain-text or XML sitemaps + +Slim Render theme template files via Plim, a Python port of Slim, instead of Jinja + +Static comments Allows you to add static comments to an article + +Subcategory Adds support for subcategories + +Sub parts Break a very long article in parts, without polluting the timeline with lots of small articles. + +Summary Allows easy, variable length summaries directly embedded into the body of your articles + +tag_cloud Provides a tag_cloud + +Textile Reader Adds support for Textile markup + +Thumbnailer Creates thumbnails for all of the images found under a specific directory + +Tipue Search Serializes generated HTML to JSON that can be used by jQuery plugin - Tipue Search + +Touch Does a touch on your generated files using the date metadata from the content + +Twitter Bootstrap Defines some rst directive that enable a clean usage of the twitter bootstrap CSS and Javascript components + +txt2tags_reader Reader that renders txt2tags markup in content + +Unity WebGL Easily embed Unity3d games into posts and pages + +Video Privacy Enhancer Increases user privacy by stopping YouTube, Google, et al from placing cookies via embedded video + +W3C validate Submits generated HTML content to the W3C Markup Validation Service + +Yuicompressor Minify CSS and JS files on building step +======================== =========================================================== + +__ https://ace.c9.io + +Please refer to the ``Readme`` file in a plugin's folder for detailed information about +that plugin. + +Contributing a plugin +===================== + +Please refer to the `Contributing`_ file. + +.. _Contributing: Contributing.rst diff --git a/pelican-plugins/i18n_subsites/README.rst b/pelican-plugins/i18n_subsites/README.rst new file mode 100644 index 0000000..340109b --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/i18n_subsites/README.rst @@ -0,0 +1,165 @@ +======================= + I18N Sub-sites Plugin +======================= + +This plugin extends the translations functionality by creating +internationalized sub-sites for the default site. + +This plugin is designed for Pelican 3.4 and later. + +What it does +============ + +1. When the content of the main site is being generated, the settings + are saved and the generation stops when content is ready to be + written. While reading source files and generating content objects, + the output queue is modified in certain ways: + + - translations that will appear as native in a different (sub-)site + will be removed + - untranslated articles will be transformed to drafts if + ``I18N_UNTRANSLATED_ARTICLES`` is ``'hide'`` (default), removed if + ``'remove'`` or kept as they are if ``'keep'``. + - untranslated pages will be transformed into hidden pages if + ``I18N_UNTRANSLATED_PAGES`` is ``'hide'`` (default), removed if + ``'remove'`` or kept as they are if ``'keep'``.'' + - additional content manipulation similar to articles and pages can + be specified for custom generators in the ``I18N_GENERATOR_INFO`` + setting. + +2. For each language specified in the ``I18N_SUBSITES`` dictionary the + settings overrides are applied to the settings from the main site + and a new sub-site is generated in the same way as with the main + site until content is ready to be written. +3. When all (sub-)sites are waiting for content writing, all removed + contents, translations and static files are interlinked across the + (sub-)sites. +4. Finally, all the output is written. + +Setting it up +============= + +For each extra used language code, a language-specific settings overrides +dictionary must be given (but can be empty) in the ``I18N_SUBSITES`` dictionary + +.. code-block:: python + + PLUGINS = ['i18n_subsites', ...] + + # mapping: language_code -> settings_overrides_dict + I18N_SUBSITES = { + 'cz': { + 'SITENAME': 'Hezkej blog', + } + } + +You must also have the following in your pelican configuration + +.. code-block:: python + JINJA_ENVIRONMENT = { + 'extensions': ['jinja2.ext.i18n'], + } + + + +Default and special overrides +----------------------------- +The settings overrides may contain arbitrary settings, however, there +are some that are handled in a special way: + +``SITEURL`` + Any overrides to this setting should ensure that there is some level + of hierarchy between all (sub-)sites, because Pelican makes all URLs + relative to ``SITEURL`` and the plugin can only cross-link between + the sites using this hierarchy. For instance, with the main site + ``http://example.com`` a sub-site ``http://example.com/de`` will + work, but ``http://de.example.com`` will not. If not overridden, the + language code (the language identifier used in the ``lang`` + metadata) is appended to the main ``SITEURL`` for each sub-site. +``OUTPUT_PATH``, ``CACHE_PATH`` + If not overridden, the language code is appended as with ``SITEURL``. + Separate cache paths are required as parser results depend on the locale. +``STATIC_PATHS``, ``THEME_STATIC_PATHS`` + If not overridden, they are set to ``[]`` and all links to static + files are cross-linked to the main site. +``THEME``, ``THEME_STATIC_DIR`` + If overridden, the logic with ``THEME_STATIC_PATHS`` does not apply. +``DEFAULT_LANG`` + This should not be overridden as the plugin changes it to the + language code of each sub-site to change what is perceived as translations. + +Localizing templates +-------------------- + +Most importantly, this plugin can use localized templates for each +sub-site. There are two approaches to having the templates localized: + +- You can set a different ``THEME`` override for each language in + ``I18N_SUBSITES``, e.g. by making a copy of a theme ``my_theme`` to + ``my_theme_lang`` and then editing the templates in the new + localized theme. This approach means you don't have to deal with + gettext ``*.po`` files, but it is harder to maintain over time. +- You use only one theme and localize the templates using the + `jinja2.ext.i18n Jinja2 extension + `_. For a kickstart + read this `guide <./localizing_using_jinja2.rst>`_. + +Additional context variables +............................ + +It may be convenient to add language buttons to your theme in addition +to the translation links of articles and pages. These buttons could, +for example, point to the ``SITEURL`` of each (sub-)site. For this +reason the plugin adds these variables to the template context: + +``main_lang`` + The language of the main site — the original ``DEFAULT_LANG`` +``main_siteurl`` + The ``SITEURL`` of the main site — the original ``SITEURL`` +``lang_siteurls`` + An ordered dictionary, mapping all used languages to their + ``SITEURL``. The ``main_lang`` is the first key with ``main_siteurl`` + as the value. This dictionary is useful for implementing global + language buttons that show the language of the currently viewed + (sub-)site too. +``extra_siteurls`` + An ordered dictionary, subset of ``lang_siteurls``, the current + ``DEFAULT_LANG`` of the rendered (sub-)site is not included, so for + each (sub-)site ``set(extra_siteurls) == set(lang_siteurls) - + set([DEFAULT_LANG])``. This dictionary is useful for implementing + global language buttons that do not show the current language. +``relpath_to_site`` + A function that returns a relative path from the first (sub-)site to + the second (sub-)site where the (sub-)sites are identified by the + language codes given as two arguments. + +If you don't like the default ordering of the ordered dictionaries, +use a Jinja2 filter to alter the ordering. + +All the siteurls above are always absolute even in the case of +``RELATIVE_URLS == True`` (it would be to complicated to replicate the +Pelican internals for local siteurls), so you may rather use something +like ``{{ SITEURL }}/{{ relpath_to_site(DEFAULT_LANG, main_lang }}`` +to link to the main site. + +This short `howto <./implementing_language_buttons.rst>`_ shows two +example implementations of language buttons. + +Usage notes +=========== +- It is **mandatory** to specify ``lang`` metadata for each article + and page as ``DEFAULT_LANG`` is later changed for each sub-site, so + content without ``lang`` metadata would be rendered in every + (sub-)site. +- As with the original translations functionality, ``slug`` metadata + is used to group translations. It is therefore often convenient to + compensate for this by overriding the content URL (which defaults to + slug) using the ``url`` and ``save_as`` metadata. You could also + give articles e.g. ``name`` metadata and use it in ``ARTICLE_URL = + '{name}.html'``. + +Development +=========== + +- A demo and a test site is in the ``gh-pages`` branch and can be seen + at http://smartass101.github.io/pelican-plugins/ diff --git a/pelican-plugins/i18n_subsites/__init__.py b/pelican-plugins/i18n_subsites/__init__.py new file mode 100644 index 0000000..7dfbde0 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/i18n_subsites/__init__.py @@ -0,0 +1 @@ +from .i18n_subsites import * diff --git a/pelican-plugins/i18n_subsites/i18n_subsites.py b/pelican-plugins/i18n_subsites/i18n_subsites.py new file mode 100644 index 0000000..dc27799 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/i18n_subsites/i18n_subsites.py @@ -0,0 +1,462 @@ +"""i18n_subsites plugin creates i18n-ized subsites of the default site + +This plugin is designed for Pelican 3.4 and later +""" + + +import os +import six +import logging +import posixpath + +from copy import copy +from itertools import chain +from operator import attrgetter +try: + from collections.abc import OrderedDict +except ImportError: + from collections import OrderedDict +from contextlib import contextmanager +from six.moves.urllib.parse import urlparse + +import gettext +import locale + +from pelican import signals +from pelican.generators import ArticlesGenerator, PagesGenerator +from pelican.settings import configure_settings +try: + from pelican.contents import Draft +except ImportError: + from pelican.contents import Article as Draft + + +# Global vars +_MAIN_SETTINGS = None # settings dict of the main Pelican instance +_MAIN_LANG = None # lang of the main Pelican instance +_MAIN_SITEURL = None # siteurl of the main Pelican instance +_MAIN_STATIC_FILES = None # list of Static instances the main Pelican instance +_SUBSITE_QUEUE = {} # map: lang -> settings overrides +_SITE_DB = OrderedDict() # OrderedDict: lang -> siteurl +_SITES_RELPATH_DB = {} # map: (lang, base_lang) -> relpath +# map: generator -> list of removed contents that need interlinking +_GENERATOR_DB = {} +_NATIVE_CONTENT_URL_DB = {} # map: source_path -> content in its native lang +_LOGGER = logging.getLogger(__name__) + + +@contextmanager +def temporary_locale(temp_locale=None): + '''Enable code to run in a context with a temporary locale + + Resets the locale back when exiting context. + Can set a temporary locale if provided + ''' + orig_locale = locale.setlocale(locale.LC_ALL) + if temp_locale is not None: + locale.setlocale(locale.LC_ALL, temp_locale) + yield + locale.setlocale(locale.LC_ALL, orig_locale) + + +def initialize_dbs(settings): + '''Initialize internal DBs using the Pelican settings dict + + This clears the DBs for e.g. autoreload mode to work + ''' + global _MAIN_SETTINGS, _MAIN_SITEURL, _MAIN_LANG, _SUBSITE_QUEUE + _MAIN_SETTINGS = settings + _MAIN_LANG = settings['DEFAULT_LANG'] + _MAIN_SITEURL = settings['SITEURL'] + _SUBSITE_QUEUE = settings.get('I18N_SUBSITES', {}).copy() + prepare_site_db_and_overrides() + # clear databases in case of autoreload mode + _SITES_RELPATH_DB.clear() + _NATIVE_CONTENT_URL_DB.clear() + _GENERATOR_DB.clear() + + +def prepare_site_db_and_overrides(): + '''Prepare overrides and create _SITE_DB + + _SITE_DB.keys() need to be ready for filter_translations + ''' + _SITE_DB.clear() + _SITE_DB[_MAIN_LANG] = _MAIN_SITEURL + # make sure it works for both root-relative and absolute + main_siteurl = '/' if _MAIN_SITEURL == '' else _MAIN_SITEURL + for lang, overrides in _SUBSITE_QUEUE.items(): + if 'SITEURL' not in overrides: + overrides['SITEURL'] = posixpath.join(main_siteurl, lang) + _SITE_DB[lang] = overrides['SITEURL'] + # default subsite hierarchy + if 'OUTPUT_PATH' not in overrides: + overrides['OUTPUT_PATH'] = os.path.join( + _MAIN_SETTINGS['OUTPUT_PATH'], lang) + if 'CACHE_PATH' not in overrides: + overrides['CACHE_PATH'] = os.path.join( + _MAIN_SETTINGS['CACHE_PATH'], lang) + if 'STATIC_PATHS' not in overrides: + overrides['STATIC_PATHS'] = [] + if ('THEME' not in overrides and 'THEME_STATIC_DIR' not in overrides and + 'THEME_STATIC_PATHS' not in overrides): + relpath = relpath_to_site(lang, _MAIN_LANG) + overrides['THEME_STATIC_DIR'] = posixpath.join( + relpath, _MAIN_SETTINGS['THEME_STATIC_DIR']) + overrides['THEME_STATIC_PATHS'] = [] + # to change what is perceived as translations + overrides['DEFAULT_LANG'] = lang + + +def subscribe_filter_to_signals(settings): + '''Subscribe content filter to requested signals''' + for sig in settings.get('I18N_FILTER_SIGNALS', []): + sig.connect(filter_contents_translations) + + +def initialize_plugin(pelican_obj): + '''Initialize plugin variables and Pelican settings''' + if _MAIN_SETTINGS is None: + initialize_dbs(pelican_obj.settings) + subscribe_filter_to_signals(pelican_obj.settings) + + +def get_site_path(url): + '''Get the path component of an url, excludes siteurl + + also normalizes '' to '/' for relpath to work, + otherwise it could be interpreted as a relative filesystem path + ''' + path = urlparse(url).path + if path == '': + path = '/' + return path + + +def relpath_to_site(lang, target_lang): + '''Get relative path from siteurl of lang to siteurl of base_lang + + the output is cached in _SITES_RELPATH_DB + ''' + path = _SITES_RELPATH_DB.get((lang, target_lang), None) + if path is None: + siteurl = _SITE_DB.get(lang, _MAIN_SITEURL) + target_siteurl = _SITE_DB.get(target_lang, _MAIN_SITEURL) + path = posixpath.relpath(get_site_path(target_siteurl), + get_site_path(siteurl)) + _SITES_RELPATH_DB[(lang, target_lang)] = path + return path + + +def save_generator(generator): + '''Save the generator for later use + + initialize the removed content list + ''' + _GENERATOR_DB[generator] = [] + + +def article2draft(article): + '''Transform an Article to Draft''' + draft = Draft(article._content, article.metadata, article.settings, + article.source_path, article._context) + draft.status = 'draft' + return draft + + +def page2hidden_page(page): + '''Transform a Page to a hidden Page''' + page.status = 'hidden' + return page + + +class GeneratorInspector(object): + '''Inspector of generator instances''' + + generators_info = { + ArticlesGenerator: { + 'translations_lists': ['translations', 'drafts_translations'], + 'contents_lists': [('articles', 'drafts')], + 'hiding_func': article2draft, + 'policy': 'I18N_UNTRANSLATED_ARTICLES', + }, + PagesGenerator: { + 'translations_lists': ['translations', 'hidden_translations'], + 'contents_lists': [('pages', 'hidden_pages')], + 'hiding_func': page2hidden_page, + 'policy': 'I18N_UNTRANSLATED_PAGES', + }, + } + + def __init__(self, generator): + '''Identify the best known class of the generator instance + + The class ''' + self.generator = generator + self.generators_info.update(generator.settings.get( + 'I18N_GENERATORS_INFO', {})) + for cls in generator.__class__.__mro__: + if cls in self.generators_info: + self.info = self.generators_info[cls] + break + else: + self.info = {} + + def translations_lists(self): + '''Iterator over lists of content translations''' + return (getattr(self.generator, name) for name in + self.info.get('translations_lists', [])) + + def contents_list_pairs(self): + '''Iterator over pairs of normal and hidden contents''' + return (tuple(getattr(self.generator, name) for name in names) + for names in self.info.get('contents_lists', [])) + + def hiding_function(self): + '''Function for transforming content to a hidden version''' + hiding_func = self.info.get('hiding_func', lambda x: x) + return hiding_func + + def untranslated_policy(self, default): + '''Get the policy for untranslated content''' + return self.generator.settings.get(self.info.get('policy', None), + default) + + def all_contents(self): + '''Iterator over all contents''' + translations_iterator = chain(*self.translations_lists()) + return chain(translations_iterator, + *(pair[i] for pair in self.contents_list_pairs() + for i in (0, 1))) + + +def filter_contents_translations(generator): + '''Filter the content and translations lists of a generator + + Filters out + 1) translations which will be generated in a different site + 2) content that is not in the language of the currently + generated site but in that of a different site, content in a + language which has no site is generated always. The filtering + method bay be modified by the respective untranslated policy + ''' + inspector = GeneratorInspector(generator) + current_lang = generator.settings['DEFAULT_LANG'] + langs_with_sites = _SITE_DB.keys() + removed_contents = _GENERATOR_DB[generator] + + for translations in inspector.translations_lists(): + for translation in translations[:]: # copy to be able to remove + if translation.lang in langs_with_sites: + translations.remove(translation) + removed_contents.append(translation) + + hiding_func = inspector.hiding_function() + untrans_policy = inspector.untranslated_policy(default='hide') + for (contents, other_contents) in inspector.contents_list_pairs(): + for content in other_contents: # save any hidden native content first + if content.lang == current_lang: # in native lang + # save the native URL attr formatted in the current locale + _NATIVE_CONTENT_URL_DB[content.source_path] = content.url + for content in contents[:]: # copy for removing in loop + if content.lang == current_lang: # in native lang + # save the native URL attr formatted in the current locale + _NATIVE_CONTENT_URL_DB[content.source_path] = content.url + elif content.lang in langs_with_sites and untrans_policy != 'keep': + contents.remove(content) + if untrans_policy == 'hide': + other_contents.append(hiding_func(content)) + elif untrans_policy == 'remove': + removed_contents.append(content) + + +def install_templates_translations(generator): + '''Install gettext translations in the jinja2.Environment + + Only if the 'jinja2.ext.i18n' jinja2 extension is enabled + the translations for the current DEFAULT_LANG are installed. + ''' + if 'JINJA_ENVIRONMENT' in generator.settings: # pelican 3.7+ + jinja_extensions = generator.settings['JINJA_ENVIRONMENT'].get( + 'extensions', []) + else: + jinja_extensions = generator.settings['JINJA_EXTENSIONS'] + + if 'jinja2.ext.i18n' in jinja_extensions: + domain = generator.settings.get('I18N_GETTEXT_DOMAIN', 'messages') + localedir = generator.settings.get('I18N_GETTEXT_LOCALEDIR') + if localedir is None: + localedir = os.path.join(generator.theme, 'translations') + current_lang = generator.settings['DEFAULT_LANG'] + if current_lang == generator.settings.get('I18N_TEMPLATES_LANG', + _MAIN_LANG): + translations = gettext.NullTranslations() + else: + langs = [current_lang] + try: + translations = gettext.translation(domain, localedir, langs) + except (IOError, OSError): + _LOGGER.error(( + "Cannot find translations for language '{}' in '{}' with " + "domain '{}'. Installing NullTranslations.").format( + langs[0], localedir, domain)) + translations = gettext.NullTranslations() + newstyle = generator.settings.get('I18N_GETTEXT_NEWSTYLE', True) + generator.env.install_gettext_translations(translations, newstyle) + + +def add_variables_to_context(generator): + '''Adds useful iterable variables to template context''' + context = generator.context # minimize attr lookup + context['relpath_to_site'] = relpath_to_site + context['main_siteurl'] = _MAIN_SITEURL + context['main_lang'] = _MAIN_LANG + context['lang_siteurls'] = _SITE_DB + current_lang = generator.settings['DEFAULT_LANG'] + extra_siteurls = _SITE_DB.copy() + extra_siteurls.pop(current_lang) + context['extra_siteurls'] = extra_siteurls + + +def interlink_translations(content): + '''Link content to translations in their main language + + so the URL (including localized month names) of the different subsites + will be honored + ''' + lang = content.lang + # sort translations by lang + content.translations.sort(key=attrgetter('lang')) + for translation in content.translations: + relpath = relpath_to_site(lang, translation.lang) + url = _NATIVE_CONTENT_URL_DB[translation.source_path] + translation.override_url = posixpath.join(relpath, url) + + +def interlink_translated_content(generator): + '''Make translations link to the native locations + + for generators that may contain translated content + ''' + inspector = GeneratorInspector(generator) + for content in inspector.all_contents(): + interlink_translations(content) + + +def interlink_removed_content(generator): + '''For all contents removed from generation queue update interlinks + + link to the native location + ''' + current_lang = generator.settings['DEFAULT_LANG'] + for content in _GENERATOR_DB[generator]: + url = _NATIVE_CONTENT_URL_DB[content.source_path] + relpath = relpath_to_site(current_lang, content.lang) + content.override_url = posixpath.join(relpath, url) + + +def interlink_static_files(generator): + '''Add links to static files in the main site if necessary''' + if generator.settings['STATIC_PATHS'] != []: + return # customized STATIC_PATHS + try: # minimize attr lookup + static_content = generator.context['static_content'] + except KeyError: + static_content = generator.context['filenames'] + relpath = relpath_to_site(generator.settings['DEFAULT_LANG'], _MAIN_LANG) + for staticfile in _MAIN_STATIC_FILES: + if staticfile.get_relative_source_path() not in static_content: + staticfile = copy(staticfile) # prevent override in main site + staticfile.override_url = posixpath.join(relpath, staticfile.url) + try: + generator.add_source_path(staticfile, static=True) + except TypeError: + generator.add_source_path(staticfile) + + +def save_main_static_files(static_generator): + '''Save the static files generated for the main site''' + global _MAIN_STATIC_FILES + # test just for current lang as settings change in autoreload mode + if static_generator.settings['DEFAULT_LANG'] == _MAIN_LANG: + _MAIN_STATIC_FILES = static_generator.staticfiles + + +def update_generators(): + '''Update the context of all generators + + Ads useful variables and translations into the template context + and interlink translations + ''' + for generator in _GENERATOR_DB.keys(): + install_templates_translations(generator) + add_variables_to_context(generator) + interlink_static_files(generator) + interlink_removed_content(generator) + interlink_translated_content(generator) + + +def get_pelican_cls(settings): + '''Get the Pelican class requested in settings''' + cls = settings['PELICAN_CLASS'] + if isinstance(cls, six.string_types): + module, cls_name = cls.rsplit('.', 1) + module = __import__(module) + cls = getattr(module, cls_name) + return cls + + +def create_next_subsite(pelican_obj): + '''Create the next subsite using the lang-specific config + + If there are no more subsites in the generation queue, update all + the generators (interlink translations and removed content, add + variables and translations to template context). Otherwise get the + language and overrides for next the subsite in the queue and apply + overrides. Then generate the subsite using a PELICAN_CLASS + instance and its run method. Finally, restore the previous locale. + ''' + global _MAIN_SETTINGS + if len(_SUBSITE_QUEUE) == 0: + _LOGGER.debug( + 'i18n: Updating cross-site links and context of all generators.') + update_generators() + _MAIN_SETTINGS = None # to initialize next time + else: + with temporary_locale(): + settings = _MAIN_SETTINGS.copy() + lang, overrides = _SUBSITE_QUEUE.popitem() + settings.update(overrides) + settings = configure_settings(settings) # to set LOCALE, etc. + cls = get_pelican_cls(settings) + + new_pelican_obj = cls(settings) + _LOGGER.debug(("Generating i18n subsite for language '{}' " + "using class {}").format(lang, cls)) + new_pelican_obj.run() + + +# map: signal name -> function name +_SIGNAL_HANDLERS_DB = { + 'get_generators': initialize_plugin, + 'article_generator_pretaxonomy': filter_contents_translations, + 'page_generator_finalized': filter_contents_translations, + 'get_writer': create_next_subsite, + 'static_generator_finalized': save_main_static_files, + 'generator_init': save_generator, +} + + +def register(): + '''Register the plugin only if required signals are available''' + for sig_name in _SIGNAL_HANDLERS_DB.keys(): + if not hasattr(signals, sig_name): + _LOGGER.error(( + 'The i18n_subsites plugin requires the {} ' + 'signal available for sure in Pelican 3.4.0 and later, ' + 'plugin will not be used.').format(sig_name)) + return + + for sig_name, handler in _SIGNAL_HANDLERS_DB.items(): + sig = getattr(signals, sig_name) + sig.connect(handler) diff --git a/pelican-plugins/i18n_subsites/implementing_language_buttons.rst b/pelican-plugins/i18n_subsites/implementing_language_buttons.rst new file mode 100644 index 0000000..55b7bf3 --- /dev/null +++ b/pelican-plugins/i18n_subsites/implementing_language_buttons.rst @@ -0,0 +1,128 @@ +----------------------------- +Implementing language buttons +----------------------------- + +Each article with translations has translations links, but that's the +only way to switch between language subsites. + +For this reason it is convenient to add language buttons to the top +menu bar to make it simple to switch between the language subsites on +all pages. + +Example designs +--------------- + +Language buttons showing other available languages +.................................................. + +The ``extra_siteurls`` dictionary is a mapping of all other (not the +``DEFAULT_LANG`` of the current (sub-)site) languages to the +``SITEURL`` of the respective (sub-)sites + +.. code-block:: jinja + + +