Arti della cura: Macao si fa framework Da lunedì 27 ottobre a Macao si terranno otto serate dedicate al workshop Arte e follia, un’esperienza importante su due diversi versanti. Da una parte, naturalmente, per il soggetto trattato. In un momento storico e politico che mette in discussione la cosiddetta Legge Basaglia, ventilando sostanzialmente l’ipotesi di una riapertura dei manicomi, Macao decide di affrontare una tematica tanto delicata e controversa attraverso il linguaggio dell’arte e della creatività. Dall’altra parte la nascita di questo workshop è una conquista concreta dal punto di vista del metodo di produzione dell’arte, e si profila, dopo mesi dall’occupazione della Torre Galfa, ciò che Macao intende apportare come nuovo Centro per le Arti e la Cultura. All’entrata in Torre Galfa, Macao apre nel proprio sito la sezione del bando. Così come l’intitolazione Macao fa il verso ad istituzioni come Macro, Maxxi, Mac, Madre, allo stesso modo la scelta del termine bando sottolinea in maniera ironica la distanza dal mondo istituzionale e dalle sue criticità: bando è un termine che non appartiene al linguaggio di Macao, ma al linguaggio del sistema produttivo culturale mercificato ed esclusivista dal quale questo processo vuole prendere le distanze, in una modalità, al contrario, inclusiva e partecipata. Lo scopo del bando è quello di sviluppare l’acronimo Macao allegandovi una proposta progettuale da realizzare nel nuovo centro per le arti, senza alcuna restrizione tipologica o temporale: arrivano quindi centinaia di proposte estremamente eterogenee, e con esse la consapevolezza della complessità della gestione e della tutela di queste idee. Il pericolo è che le proposte finiscano per riempire semplicemente la programmazione di Macao, e che quest’ultimo diventi una sorta di service tecnico per performance, spettacoli e concerti. Si impone una riflessione teorica: lo scopo di Macao è quello di costruire uno spazio fisico e virtuale in cui le persone possano essere messe nella condizione di creare, dove trovino un framework, ossia una impalcatura teorica che aiuti ad organizzare un processo di ricerca, e non in senso tecnico un modello, o una teoria, così come definito da C. Hess e E. Ostrom in “La conoscenza come bene comune” Bruno Mondadori. Uno spazio dove ciascuno che voglia fare cultura possa relazionare il proprio corpo e il proprio progetto con altre persone e con Macao. Stabilitosi infine nella sede di viale Molise, Macao incontra coloro che hanno inviato le proposte, nella speranza - ben riposta - che nasca un dialogo tra tutti. Lo scopo è mettere in comunicazione i progetti, fare sì che le competenze e le passioni di ciascuno vengano messe sul piatto, e che si giunga insieme alla costruzione di un progetto nuovo, diverso, costruito insieme. Così nasce, in maniera del tutto naturale, organica e collettiva, il progetto di lavoro Arti della cura. La prima fase, tra ottobre e dicembre, sarà costituita dal workshop Arte e follia. I primi incontri intrecceranno la ricostruzione storica della nascita del movimento dell’antipsichiatria all’analisi teorica, con particolare attenzione alla figura di Franco Basaglia. In un secondo momento verranno prese in esame alcune esperienze artistiche sviluppatesi in condizioni di malattia conclamata, e che hanno avuto un valore estetico indiscutibile e riconosciuto, secondo le stesse categorie che vengono impiegate nella lettura e nell’analisi di qualunque opera d’arte. Questo insieme di esperienze si ricollega all’osservazione che i processi creativi sono utili alla cura, perché hanno il potere di riorganizzare il pensiero in un’azione finita, o di stenderlo in un’azione non funzionale, capace di sollevare il problema del senso, tanto nell’arte quanto nell’esperienza della malattia. Infine verrà dedicato spazio alle esperienze di alcuni laboratori che hanno maturato l’esperienza di affrontare il disagio psichico con strumenti artistici (principalmente disegno, pittura e teatro). Senza pretendere di presentarsi esclusivamente come esperienze di arte terapia (alla quale naturalmente sono vicine), questi laboratori ci permettono di registrare come il disagio personale venga ancora vissuto a Milano come elemento di esclusione e non di inclusione. “Mettersi nei panni degli altri” (che è ciò di cui questi laboratori fanno continua esperienza) permette invece di costruire solidarietà e non paura: una proposta su come può e deve muoversi un’intera città intesa come rete sociale di cittadini capaci di accogliere il disagio. Bigondo nasce come tentativo di sperimentazione teatrale, all’interno del quale l’unico desiderio è quello di cercarsi e ricercarsi insieme in completa onestà. Il laboratorio accoglie chiunque abbia la motivazione e la necessità di muoversi in un ambiente fatto di esseri umani. L’obiettivo è quello di viversi e raccontarsi attraverso ogni mezzo che possa soddisfare la nostra esigenza di “esserci”. Quando e dove? Ogni lunedì di maggio/giugno dalle 19:30 alle 22:30 presso Macao. Quanti partecipanti? numero massimo di 12 partecipanti All’interno dell’esperienza di Macao, una trama di desideri, competenze, relazioni e fatalità (la donazione delle poltrone dell’ex Cinema Maestoso di Milano e dei tendoni del cinema Mexico) ha permesso la costruzione, nel 2013, di una Sala Cinema da 36 posti. La Sala, che si trova sulla destra della scalinata all’ingresso di Macao, rappresenta la costruzione di uno spazio fisico nel quale mettere in discussione le regole della distribuzione e della produzione cinematografica: è uno strumento per dare visibilità a opere che si discostano per soggetto, poetica e formato dai prodotti proposti nelle tradizionali sale dei circuiti cinematografici, rispondendo alle richieste di un pubblico attento, in ricerca, curioso; un impulso per incentivare la scelta delle Creative Commons, salvaguardando l’autorialità dei prodotti video, ma semplificandone i meccanismi di diffusione. Il Cinemacello ospita rassegne cinematografiche, documentaristiche, di videoarte, animazione, fuori formato, superando i vincoli e le barriere all’accesso prodotte dal sistema. Di più Linee programmatiche di intervento e discussione sul tema del rapporto tra Beni Comuni e Cittadinanza Attiva: Macao esprime la volontà di avviare una discussione, a livello locale e nazionale, che miri a qualificare il concetto di beni comuni radicandolo in processi di democrazia partecipativa. Macao vuole contribuire ad una riformulazione delle modalità di utilizzo dei beni collettivi, senza rientrare in meccanismi di affidamento e delega a soggetti pubblici o privati che promuovono un diritto esclusivo ed escludente. Considerando la valenza politica d’una lettura incrociata dell’articolo 43 della Costituzione Italiana e delle norme che regolamentano gli Usi Civici, Macao richiede alle istituzioni il riconoscimento di quel processo per cui un Bene Comune possa essere restituito ad una determinata Comunità di Riferimento, intesa come una moltitudine di soggetti che di quel bene voglia fare un uso inclusivo ed includente. Considerato che: Macao, in qualità di movimento politico, artistico e di ricerca, ha valorizzato e restituito alla pubblica utilità edifici abbandonati e in condizioni di degrado localizzati all’interno della città di Milano, rivitalizzando questi luoghi tramite proposte artistiche e culturali, e avviando fuori e dentro di essi una sperimentazione di forme di democrazia partecipativa e di condivisione della produzione e del lavoro. L’esperienza di Macao dimostra come, in tali occasioni, una comunità di cittadini, lavoratori ed utenti, possa definire come Bene Comune uno spazio e le pratiche che lo attraversano, grazie alla piena legittimità di processi costituenti fondati sulla partecipazione e la cittadinanza attiva. Il contesto in cui ci si muove è connotato dall’enorme quantità di spazi lasciati all’abbandono e al degrado, all’interno di un quadro nel quale il Comune non ha le risorse economiche e materiali necessarie a riqualificarli e restituirli alla città. Al contempo, forme di cittadinanza attiva quali Macao, dimostrano di poter svolgere in autonomia questa funzione pubblica, senza però che questo merito venga loro riconosciuto. Tali realtà, rimanendo estremamente fluide nella propria composizione, si articolano secondo modalità tali da non poter essere formalizzate nei canoni attualmente necessari per costituirsi in personalità giuridiche (per esempio assenza di organizzazione gerarchica, adozione del metodo del consenso, estraneità a concetti quali la delega o il voto). Macao propone di: Avviare una discussione pubblica, aperta ai cittadini e alle istituzioni locali e nazionali, per qualificare in modo condiviso il concetto di beni comuni e per definire un riconoscimento giuridico alle Forme e alle Pratiche di Legittimazione della Cittadinanza Attiva. Nello specifico, e in coerenza con l’articolo 43 della Costituzione Italiana e con i regolamenti sugli Usi Civici, Macao intende favorire una forma democratica di gestione del bene comune monumentale denominato Ex Borsa del Macello, situato all’indirizzo di Viale Molise 68 - 20137 - Milano. La destinazione d’uso che si intende promuovere per il suddetto spazio, sarà determinata con modalità partecipative e avrà esito in attività condivise dalla comunità di riferimento. Tali attività dovranno consentire di restituire il bene comune a servizio della collettività, in qualità di servizio capace di generare e ridistribuire risorse materiali ed immateriali, in accordo con principi ispirati ad un atteggiamento responsabile e rispettoso dei diritti e degli interessi delle generazioni presenti e di quelle future. La necessità di avviare una discussione intorno a queste tematiche, è data dalla consapevolezza che il processo di valorizzazione dei beni comuni, al quale Macao ha contribuito con le proprie azioni, non è riconducibile alla cornice dei tradizionali strumenti di gestione e di assegnazione temporanea di beni pubblici ad associazioni o enti giuridicamente costituiti. Pertanto, volontà di Macao è quella di fondare nuove pratiche di riappropriazione dei beni comuni da parte della collettività, favorendo la collaborazione di una molteplicità di soggetti che si riconosca nell’impegno di farne un uso il più possibile aperto e partecipativo. L’utilizzo e la gestione degli spazi da parte di una comunità di riferimento così identificata, dovrà perciò avvenire tramite la definizione e l’applicazione di un regolamento ispirato a logiche d’inclusione e autodeterminazione. I principi sui quali Macao fonda la propria azione e il proprio impegno sono: • Dichiarare in modo chiaro le finalità, il metodo e gli esiti che intende perseguire; • Garantire processi di democrazia partecipativa; • Tutelare l’accessibilità e la fruizione diretta del bene comune da parte della collettività; • Assicurare che la gestione e la programmazione delle attività si svolgano in modalità condivise e partecipate; • Operare in modalità di ricerca e di studio, anche attraverso la collaborazione con enti di formazione e sperimentazione presenti sul territorio nazionale e internazionale; • Favorire attività artistiche e culturali aperte alla cittadinanza; • Non perseguire scopo di lucro. Tale proposta trova fondamento e si pone in dialogo con: • L’articolo 43 della Costituzione Italiana. • Le norme che regolano gli Usi Civici (varie). • I Materiali di lavoro della Commissione Rodotà, “I Beni Pubblici”, a cura della Segreteria Scientifica, Ministero della Giustizia, Roma, 15 febbraio 2008 • La delibera del Comune di Napoli - prot. n° 400 del 25/05/2012. Oggetto: linee di indirizzo per la destinazione del complesso di San Gregorio Armeno, denominato ex Asilo Filangieri, situato in Vico Giuseppe Maffei n°4, luogo con utilizzo complesso in ambito culturale, nonché come luogo di sperimentazione della fruizione, dei processi di elaborazione della democrazia partecipata nell’ambito della cultura, intesa come bene comune e come diritto fondamentale dei cittadini. “ComeIn!” è un momento di facilitazione per chi ha progettualità, proposte, percorsi o desideri che possono avere a che fare con Macao o realizzarsi nello spazio. E’ una porta di accesso per tutto quello che Macao ospita e può ospitare: gruppi teatrali / di danza, videomakers, fotograf*, ricercatori/ricercatrici, gruppi editoriali di riviste/siti/altro, artigian*, gruppi musicali, formatori/formatrici, associazioni,… Durante gli incontri di ComeIn è facile capire, parlando con persone che da tempo partecipano a progetti e assemblee di Macao, quali sono le modalità di collaborazione, come usare i mezzi di produzione disponibili, come leggere e interagire con una organizzazione fondata sull’autogoverno e sulla cooperazione. FOLLE è un festival d’arte performativa fatto di azioni, produzioni, opere e conferenze: non un’isola felice lontana dal mondo, al contrario, abbiamo costruito un programma non convenzionale come punto d’incontro di importanti laboratori politici e artistici, proponendo contaminazioni e sinergie tra persone e realtà eterogenee. Folle, folli figure solitarie e no, corpi che attraversano lo spazio urbano, vanno, restano, parlano, camminano, scappano, corrono, imprecano, ridono. Pausa, ritmo, pausa, ritmo, ritmo, ritmo. Quando l’arte perde autoreferenzialità crea squarci, rotture ma anche suture e connessioni, trasforma il limite in possibilità, va oltre il dato per arrivare al vissuto, dà nuove possibilità al reale, parte dai nostri bisogni e desideri. E’ spazio sospeso di disvelamento, è tempo di diventare ciò che si è. Ogni martedi dalle 20.45 alle 23,00, Hangar Macao La Murga è una forma di teatro di strada che nasce in America Latina, e con il fenomeno del Carnevale della tradizione Argentina, assume una connotazione più specifica: La Murga porteña. Nei decenni si sviluppa, svincolandosi dai confini dalla Festa, divenendo uno strumento di comunicazione. La Murga descrive con animo carnevalesco, un forte spirito di protesta e di liberazione attraverso la satira, e la presa in giro del potente con la Musica: potente, caratterizzata da suoni intensi, ritmi incalzanti, contaminata di culture; con la Danza, gioiosa, liberatoria, di energia, di salti in aria e braccia al cielo, con i Costumi, sgargianti, eccentrici, connotati dai colori della propria Murga come una famiglia, ed il Trucco, molto luminoso e colorato, che esprime forte carica espressiva al viso. La Murga è di tutti perché sa comunicare a tutti con un linguaggio semplice e di forte impatto, è un espressione viscerale e di passione, necessaria! Il laboratorio prevede lo studio del movimento, dei passi, della danza, e dei ritmi, con percussioni di diverse tipologie. Iil Laboratorio è Gratuito e Aperto a chiunque desideri, è consigliato un abbigliamento comodo per danzare, e se ne siete in possesso, il vostro strumento a persussione. Hangar Games è un progetto curato dal collettivo artistico Kokoschka Revival e da εὖ εὐ. A partire da settembre 2016, dopo un anno di dialogo e lavoro all’interno di Macao, Kokoschka Revival sperimenterà diverse formule per aprire al pubblico gli spazi degli hangar. Hangar Games vuole diffondere, promuovere e intercettare le pratiche teatrali e musicali europee nell’era digitale attraverso ospitalità, residenze, ma anche sessioni di webinar, documentari artistici e panel discussion. Come in ogni gioco che si rispetti partiremo dai limiti degli spazi stessi e ne faremo il nostro protocollo d’azione. Più che i limiti fisici, sono piuttosto i limiti economici che ci stimolano: la riduzione del finanziamento pubblico alla cultura ha depotenziato la circuitazione di compagnie teatrali nazionali ed estere, mantenendo in vita i soli esercizi istituzionali e il loro network consolidato. Le realtà indipendenti devono quindi creare nuove strategie per diffondere i propri contenuti. Lo sviluppo tecnologico ha portato alla democratizzazione del mezzo video aprendo nuove possibilità per il cinema indipendente. Anche la promozione e la diffusione delle performing arts può essere facilitata attraverso la rappresentazione audiovisiva delle stesse. Più i media divengono accessibili più si fa importante una documentazione dell’atto performativo che sia guidata da un processo registico e autoriale. Attraverso questo processo Kokoschka Revival produce opere documentaristiche autonome pronte per essere proiettate, distribuite e discusse con il pubblico. È essenziale condividere l’esperienza della progettazione e della fase produttiva con altri videomaker e addetti ai lavori. Da uno spettacolo teatrale, come fosse una matrice, possono nascere opere artistiche nuove nella forma, nel mezzo e quindi nel contenuto, ad esempio: film sperimentali, eventi musicali e progetti editoriali. Kokoschka Revival definisce circuito ibrido questo processo produttivo e distributivo transmediale tipico della post arte. Il circuito ibrido vuole raggiungere segmenti di pubblico diversi in maniera più capillare, per evitare che la nostra ricerca teatrale collassi nel mantra autoreferenziale di un unico settore. I singoli componenti del Collettivo sono artisti interdisciplinari ibridi in tempi precari. Tu chiamali, se vuoi, post-artisti. Hangar Games è vivere i piani alti di Macao con una comunità che ama, pratica, studia il teatro di ricerca per diffondere un’idea nuova di curatela, sostenibilità e archivio. Un luogo per conoscere i nuovi linguaggi del performativo portati dagli artisti europei più stimolanti che saranno coinvolti nel progetto. InEdito nasce nel 2012 come fiera di editoria indipendente, la prima a svolgersi a Milano. Nel corso di questi anni il progetto è cresciuto, cambiato, esploso, perdendo la definizione netta di “fiera dell’editoria” e trasformandosi in un dispositivo che è insieme mostra, fiera, festival, festa, mercato, simposio. È diventato una miscela di narrativa, saggistica, poesia, grafica, comunicazione, musica, perfomance. Per l’edizione del 2015 “InEdito | Etcetera, etcetera”, ha sviluppato un display il cui obiettivo era dare una forma diversa all’idea di fiera, che superasse il modello fieristico tradizionale - che prevede la separazione tra gli stand degli editori, per favorire il dialogo, la contaminazione e la relazione tra persone, case editrici, lettori. Per riflettere e sperimentare pratiche sul lavoro, sugli eventi e sul mondo del libro, InEdito collabora stabilmente con case editrici, scrittori, grafici ed architetti. Habitat Project ed Enece Film presentano Inhabitants Festival #1: tre giorni dedicati alle sfumature dell’abitare contemporaneo attraverso proiezioni monografiche, cortometraggi, installazioni, musica, performance e incontri con autori e artisti internazionali. Uno stimolo trasversale, composto da esperienze dirette e diversi punti di vista per comporre uno strumento capace di declinare una realtà spesso fraintesa e sottovalutata. Un laboratorio di idee e opinioni con in chiusura un incontro pubblico sulla rappresentazione delle lotte per la casa. Inhabitants Festival #1 è dedicato tanto a fotografi, filmmaker, urbanisti, quanto agli abitanti della città di Milano, con l’obiettivo di attivare modalità di scambio attive e propositive. Per questo motivo la scelta di ubicare il festival nella sede di Macao (ex borsa dl macello comunale di viale Molise) deriva dalla volontà di utilizzare uno spazio informale aperto a tutti e indipendente. Produzioni audiovisive di qualità provenienti da Italia, Spagna, Francia, Serbia, Polonia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Russia esibiscono con taglio indipendente e socialmente necessario, la realtà dei fenomeni abitativi da molteplici punti di vista. Concerti e Dj Set allieteranno il pubblico dopo le proiezioni serali fino a mattina, con la collaborazione di artisti e dj della scena milanese. Un gruppo di ricercatori e attivisti ha valutato il contributo di Expo 2015 al futuro del lavoro in Italia. Dopo anni di studi sull’economia dell’evento, dopo mesi in cui Expo ci è stato raccontato come il modello per il futuro, dopo che il lavoro e addirittura il volontariato dentro expo ci è stato raccontato come la strada per uscire dalla crisi, dopo averlo apertamente contestato, siamo entrati in Expo in questi ultimi due mesi sotto le spoglie di RETHINK HOW. Macao e la Cooperativa Finlandese Robin Hood Minor Asset Management sono stati a Expo per fare un’inchiesta sul lavoro intervistando 150 lavoratrici e lavoratori di Expo sulle proprie condizioni del lavoro e sulla visione del futuro. Con la nostra divisa siamo andati in giro per il decumano, il cardo, nei cluster e attorno ai padiglioni. Abbiamo conosciuto centinaia di lavoratori e volontari, abbiamo raccolto le loro storie, i dettagli dei loro lavori, le loro paure e speranze. La divisa poneva un quesito “Is this working?”, sottolineando se e fino a che punto quello dentro Expo fosse “lavoro” e in quale misura stesse “funzionando”. Funzionando rispetto a cosa? Abbiamo analizzato il funzionamento economico di mega-eventi come l’Expo, attraverso le teorie economiche che analizzano le forme emergenti di lavoro dei prossimi decenni, raggiungendo la conclusione che Expo non fornisce nessuna soluzione per affrontare le sfide poste dai cambiamenti strutturali nella produzione e nel lavoro. Mentre il lavoro salariato diviene sempre meno centrale, il Futuro del Lavoro promosso da Expo si pone come obsoleto e inefficace. Qui in Expo ci sono forme di lavoro molto comuni, o anticamere in attesa di lavori veri e propri, ma sappiamo che molte di queste forme lavorative saranno presto obsolete. Fattorini, assistenti, addetti alla ricezione del pubblico, tante sono le professioni sulla lista dei lavori in via di estinzione. Potrebbe non sembrare così, ma se si dà uno sguardo al futuro, questa è la realtà. Le nuove tecnologie di automazione - i robot, gli algoritmi e le loro possibili interazioni - svolgeranno circa il 50% del lavoro che ora svolgono gli umani (come affermato da un importante studio svolto dall’Università di Oxford), a partire da quelli più elementari. C’è un vuoto in termini di discorso, manca un discorso che ci prepari veramente al futuro del lavoro. Noi, di RETHINK HOW, vogliamo iniziare questo discorso. Attraverso il nostro lavoro di ricerca in Expo abbiamo maturato la necessità di una “Guida Pratica di Sopravvivenza”, un manuale con cui i lavoratori possano iniziare a prepararsi al cambiamento già in atto e andare, allo stesso tempo, oltre il paradigma del lavoro stesso. Parte del contenuto del manuale è stato presentato oggi durante la conferenza stampa, nei prossimi mesi pubblicheremo nei nostri canali il manuale completo. Macao Nuovo Centro per le Arti, la Cultura e la Ricerca "Si può anche pensare di volare" Macao nasce all’interno del percorso politico e teorico di un gruppo di persone, i Lavoratori dell’Arte e dello Spettacolo, in dialogo con altre realtà del movimento cittadino e con una rete di soggetti che lotta in tutta Italia per sostanziare l’idea di cultura come bene comune. Dopo mesi di lavoro e riflessione, prende forma in questo gruppo il progetto onirico dell’occupazione di Torre Galfa. Il 5 maggio 2012 centinaia di persone tra lavoratori dello spettacolo, dell’arte, della ricerca e dell’immateriale, si incontrano ed entrano nel grattacielo. L’occupazione della Torre è un segno simbolico: un grattacielo vuoto, inerte, inutile al tessuto sociale, simbolo prepotente delle logiche insensibili della speculazione edilizia viene restituito alla città, riscattato da una moltitudine di cittadini che vogliono dimostrare come si possa immaginare e costruire una capacità cooperante di fare arte, cultura e ricerca. E’ con l’occupazione di Galfa che comincia a prendere forma il Nuovo Centro per le Arti, la Cultura e la Ricerca: Macao, che diviene il percorso nel quale gli operatori della cultura e della conoscenza comprendono che fare il proprio lavoro, fare arte e cultura, significa ripensare la società intera. Dopo lo sgombero dalla Torre, il 15 maggio, e l’esperienza di Piazza Macao, sempre in Via Galvani, Macao prosegue nello svelamento delle contraddizioni che compongono la città entrando in Palazzo Citterio, un edificio del ’700 abbandonato da 40 anni. Questo palazzo è inserito nel progetto “Grande Brera” che vorrebbe da anni trasformare l’Accademia e la Pinacoteca in un museo stile Louvre all’italiana. Il progetto è sempre fallito, a causa di commissari straordinari che hanno sistematicamente rubato milioni e milioni di euro destinati alla costruzione del museo. L’occupazione dura solo due giorni: tutto l’arco politico e mediatico si schiera contro Macao, il Ministero dei Beni Culturali manda l’esercito per sgomberare il Palazzo. Il giorno dopo lo sgombero da Palazzo Citterio, Macao – invece che spegnersi, si diffonde per la città. In questo nuovo assetto nomade e disperso, durante le assemblee e nei tavoli di lavoro, Macao rafforza la struttura organizzativa interna, riflette sui modelli di produzione e sulle pratiche democratiche interne. Diventa evidente che i concetti stessi di produzione culturale e di lavoro possono essere affermati come un territorio comune costituente, a prescindere dal luogo in cui essi si realizzano nel concreto. Dopo circa un mese di lavoro e di assemblee sparse in diversi luoghi di Milano, il 16 giugno, in seguito ad un attraversamento che tocca molti luoghi simbolo della città, Macao entra nell’Ex Borsa del Macello di V.le Molise, palazzina liberty inutilizzata da anni, ed anch’essa coinvolta in un progetto di riqualificazione mai realizzato, e neppure avviato. In questa nuova occupazione, la composizione di Macao si fa più eterogenea di quella iniziale, ma resta compatta nel desiderio di ridare significato e valore al tempo della propria produzione. La pratica e la riflessione di Macao, sempre aperte al contributo di tutt*, segnano un modello radicale di cittadinanza attiva che si esprime nei tavoli, nelle assemblee, nel lavoro sullo spazio, nella produzione di arte e cultura, nelle relazioni con il movimento, con le istituzioni del sapere e del potere, coi media, con la cittadinanza tutta. E’ a partire da questa radicalità che pretendiamo la legittimazione di modelli orizzontali, permeabili e non verticisti nella gestione dei beni comuni; questa è la forza che immagina forme di produzione in cui il valore generato venga diversamente redistribuito, e che dichiara apertamente una sfida verso le tensioni (finanziarizzazione, biocapitalismo, precarietà,…) che ci attraversano e di cui subiamo la stretta come cittadini e cittadine, oltre che come operatori della cultura e della conoscenza. Alcuni musicisti si incontrano per i corridoi di Macao, usando la sala prove al piano terra; altri scrivono, e si propongono per suonare. Da qualche mese raccogliamo, intessiamo e combiniamo questi percorsi; a partire da oggi questo lavoro converge intorno agli appuntamenti mensili di MM/BC. Make Music / Build Community è un progetto che sperimenta una forma di produzione e distribuzione che passa attraverso la partecipazione e l’attivazione diretta dei musicisti nello spazio e nella comunità di Macao. Le proposte e le iniziative accolte, via mail o per presenza fisica, vengono connesse nel contesto di serate dedicate a generi e stili musicali diversi: un azzardo di accoppiamenti, un gioco di incontri, una curiosità di ascolto. Vedere il futuro è sempre stato uno dei più grandi sogni dell’essere umano, prevederlo ed immaginarlo una delle più grandi sfide, spesso portata avanti da artisti e visionari di ogni epoca. Creative Visions Records & ArtNetwork - Atelier Macao presentano " VISIONART - Art On Future " Un viaggio, dalla concretezza della strada alle realtà più fantastiche e futuristiche dell’ elettronica. Tre giorni di musica, arti visive, installazioni, performances e molto altro ancora. Come fondamento di una società collaborativa e rispettosa, l’organizzazione invita tutti a presentare le proprie proposte artistiche ed idee, nonché a collaborare in ogni forma per la realizzazione di questa esperienza. Questa iniziativa avverrà grazie allo spazio liberato e alle possibilità regalate alla città da M^C^O "Nuovo centro per la Ricerca, la Cultura e le rti". C.E.R.C.A.S.I. nasce nell’inverno del 2016 come consorzio che raduna in sé etichette e collettivi lombardi e piemontesi operanti nella produzione e diffusione di progetti discografici di musica sperimentale, fondamentalmente di matrice jazzistica, improvvisativa ed elettroacustica. Coinvolgendo attivamente le etichette Bunch Records, Honolulu Records (Milano) e Mediterranean Creative Records (Bari/Napoli/Torino) e i collettivi Conserere (Milano), Pietra Tonale, CoMET (Torino) e Mediterraneo Radicale (Bari/Napoli/Torino/Milano/Amsterdam/Copenhagen) C.E.R.C.A.S.I. si propone di: organizzare eventi comunitari di lancio dei progetti delle diverse etichette creare degli spazi di distribuzione della musica indipendente sperimentale realizzare progetti di produzione sostenibile dal basso Lo spazio fisico in cui sia la distribuzione che la produzione e presentazione dei progetti ha luogo è Macao, centro contro-culturale milanese da anni punto di riferimento per innumerevoli movimenti e produzioni promotori di cultura dal basso. All’interno di Macao saranno ospitati: Una rassegna di concerti,che si terranno tutte le domeniche a partire da febbraio e prolungandosi fino a fine giugno. In occasione di ogni evento, uno spazio di distribuzione temporaneo collettivo dei dischi di tutte le etichette e collettivi aderenti, aperto a raccogliere i progetti e i materiali di tutte le altre etichette operanti nei campi estetici in questione nelle regioni del network ed in quelle limitrofe. Una serie di workshop mensili intensivi sull’improvvisazione, dal jazz alla musica libera, coinvolgendo gli artisti più eclettici del panorama musicale settentrionale e gli ospiti della rassegna. Saranno attivi laboratori di strumento, di musica d’insieme, di interplay e di orchestra, quest’ultima concepita soprattutto nel campo della musica improvvisata e gestita tramite conduction. In sede ai workshop orchestrali, la creazione di un’orchestra stabile residente a Macao, dal nome Macao Emergency Orchestra (M.E.O.), aperta a musicisti e artisti di ogni provenienza e diretti ovunque, che svilupperà lavori improntati sulla conduction e presentati in concerti all’interno della rassegna. Durante tutto il mese di marzo, inoltre, la rassegna ospiterà l’edizione milanese di Sprigntime Jazz Festival, nuova creazione della piattaforma di produzione artistica Mediterraneo Radicale, in collaborazione con C.E.R.C.A.S.I. La manifestazione, che presenta una vastità geografica inedita in Italia per un festival jazz, consiste in una serie di concerti, masterclass, presentazioni di dischi/libri, incontri e dibattiti su temi relativi alla produzione, distribuzione, project management, diritto d’autore, foundraising. Il festival toccherà le città di Torino, Milano, Alessandria, Siena, Livorno, Roma, Viterbo, Napoli, Bari, Lecce, Barletta, Gioia del Colle, Mola di Bari, Martina Franca, Matera, per un totale di circa 170 concerti in 9 regioni. C.E.R.C.A.S.I. cerca di tenere in vita e nutrire progetti di alto valore artistico, creando una rete di realtà operanti in ambiti musicali contigui tale da permettere sostegno e supporto reciproco sia nella produzione che nella distribuzione dei lavori. Avendo bene in mente l’importanza sia della ricerca in sé, che della condivisione e divulgazione dei suoi risultati, C.E.R.C.A.S.I. punta alla nascità di una collettività artistica in cui l’identità stessa della comunità venga definendosi e ampliandosi sempre più proprio grazie all’unione degli apporti unici e insostituibili di ogni singolo. Siamo consapevoli che non vogliamo parlare di violenza carnale né fare di noi la categoria delle vittime; vogliamo parlare di sessismo e machismo. Non vogliamo parlare di sessi indistintamente; vogliamo parlare di differenze, di eccedenze impossibili da neutralizzare. Non vogliamo parlare di un desiderio astratto; vogliamo svelare desideri individuali e provare a leggere quelli collettivi. Non vogliamo tacere ciò che lo spirito del capitalismo agisce sui nostri tempi di vita e sui nostri corpi; vogliamo mostrare come siamo e come viviamo. Non vogliamo parlare di stereotipi, i ruoli non sono maschere che si possano togliere facilmente; vogliamo capire cosa è stato naturalizzato sui corpi, secolo dopo secolo, ancor prima di ciò che è inscritto sulle nostre vite dalla realtà che viviamo. Non vogliamo illuderci che ci siano luoghi diversi, liberati dai rapporti di dominio, né nelle nostre relazioni personali, né nelle lotte che ci uniscono. Non vogliamo tacere un conflitto che si rinnova: riconoscere apertamente la sua (im)mutabilità è radicale. Qui ci prendiamo il tempo per discutere e fare, per quello che non vogliamo e per quello che siamo e che vogliamo. OPEN è la prima produzione cinematografica di Macao, nasce e cresce col desiderio di trovare le forme per rendere vive le pratiche artistiche e politiche che ispirano l’esistenza di M^C^O. La cifra essenziale di OPEN è infatti quella dell’attivismo e della partecipazione: abbiamo fatto esperienza della regia collettiva costruendo, tramite un percorso durato alcuni mesi, un soggetto polifonico e non predeterminato. Lo spazio scenico della narrazione si riempie nello svolgimento del film tramite l’attraversamento dei performer e artisti che hanno partecipato alla scena corale conclusiva del film . OPEN è la diversità dello sguardo che si confronta e moltiplica intorno ad un unico soggetto. Abbiamo cercato di destrutturare I ruoli classici del cinema e la struttura gerarchica del set per sperimentare un fare cinenema che nasce dalla cospirazione collettiva per la realizzazione di un prodotto filmico influenzato dalle sensibilità delle persone che hanno voluto collaborarci. La poesia come non l’avete mai vista! Un microfono, un poeta - e la sua voce, testi, corpo. Una giuria scelta tra il pubblico che stabilirà la poesia e la performance migliore. Il tutto coordinato da un Maestro di cerimonia. 4 appuntamenti mensili, a partire da febbraio con la finale a maggio, che vedrà scontrarsi la selezione formata dai primi due classificati di ogni serata. 28 poeti da tutta Italia, generazioni di slam e stili a confronto, tutto sul palco di MACAO. MC del torneo: Ogni serata verrà scelto un poeta che il giorno dopo MACAOpoetrySLAM presenterà un suo reading alla Santeria di via Paladini 8. Partner del progetto: SLAM coworking spettacolo ed editoria / MINAMORO torte e biscotti / SANTERIA Paladini 8 / LIPS Lega Italiana Poetry Slam Il POETRY SLAM nasce a Chicago nel 1984 da un’idea di Mark Kelly Smith, ma appartiene a tutti. E’ una disciplina che mette a confronto i poeti sul palco e mette la poesia nelle mani del pubblico. Diffuso con successo in tutta Europa è una realtà in grande sviluppo anche in Italia. Premiata Serio è un progetto artistico nato nel 2010 dalla passione comune di un manipolo di amici per carta inchiostri e tessuti. Intento alla base del progetto la possibilità di produrre e proporre contenuti artistici in maniera autonoma ed in tirature limitate con tecnica artigianale serigrafica. Premiata Serio è un progetto in divenire, non vincolato da uno spazio fisico o dalle regole del mercato, dal 2014 è ospite presso gli spazi di Macao che generosamente appoggia senza pretese la personalissima ricerca artistica del collettivo Serio. 1) Attività di auto-reddito Dall’autunno 2013, Pieroluigi e Tullio, hanno trovato nello spazio a Macao la possibilità di un riscatto che l’età anagrafica gli precludeva, e di produrre con applicazione, oggetti (suppellettili, sedie, utensili vari, cornici, oggetti decorativi) utilizzando macchinari di piccola dimensione e attrezzi manuali. Motivati e impegnati, hanno contribuito sia come volontari che come tecnici, nella manutenzione dello Spazio Macao e nella collaborazione con altri progetti interni ed esterni a Macao. 2) Progetto di rivalutazione del sottoscala Alla fine del 2015, attraverso contatti con Macao, Simone, valido falegname, è diventato un altro anello della catena. Questo, per dare inizio alla riqualificazione e messa in sicurezza del sottoscala, priorità che ci stiamo dando da alcuni mesi a questa parte. In modo serio e una volta per tutte, il sotteraneo, che per anni e ancora oggi, è diacarica-deposito, un caos malsano e infrequentabile se non per razzie o spazzatura. Tutto quello che si è pensato di recuperare è al suo interno. Si pensa di chiudere il tutto per salvaguardare le atrezzature. Le chiavi saranno anche in possesso di un responsabile di Macao. 3) Apertura laboratorio pubblico. Progetto catena, dopo la ristrutturazione, aprirà un Laboratorio aperto al pubblico, occupando nel sottoscala lo spazio ex-officina e ufficio. Falegnameria, restauro, decorazione. Il laboratorio sarà aperto a chiunque abbia bisogno di uno spazio attrezzato per realizzare o riparare i propri mobili. Al suo interno, troverà attrezzi (da rimpolpare con evento ad hoc), materiali e assistenza per risolvere qualsiasi tipo di problema legato al legno e non solo (ferro, plastica e cavoli buffi). È necessaria la voglia di fare, non l’esperienza, perché con le dovute indicazioni si può fare quasi tutto. Laboratorio per la conoscenza e la diffusione delle arti manuali e coworking. MACAO è un centro indipendente per l’arte, la cultura e la ricerca con sede a Milano. Provando a rinnovare l’idea di istituzione culturale, MACAO ha iniziato a considerare la produzione artistica come processo utile a ripensare il cambiamento sociale. Da una ricerca sulle condizioni di lavoro in questo settore, nasce Robot+Syndicate, un laboratorio permanente che sviluppa strumenti digitali per l’organizzazione artistica e culturale con lo scopo di sostenere la sua autonomia. Il suo corpo è ibrido e fluido. La collaborazione con il Festival consiste in un progetto triennale dove installare un laboratorio aperto, una tappa nomadica di un viaggio più lungo che porta avanti discorso, relazioni e live coding con il desiderio di disegnare nuove forme di governance e strumenti finanziari che possano influenzare la gestione del Festival. A luglio, dentro Openlove Point, la sede di Robot+Syndicate a Santarcangelo, corpi un po’ umani e un po’ no si incontreranno in un nuovo magma di storie e di intuizioni, di costruzioni e di errori possibili. Sarà un luogo di confronti ed appuntamenti dove le persone potranno incontrarsi, stare, bere qualcosa, rilassarsi e parlare. Venite a goderne! Gli spettatori sono invitati a visitare e tornare a Openlove Point ogni giorno durante il Festival. Oltre alla presentazione dei risultati della ricerca e al programma d’incontri, lo spazio ospita giornalmente un laboratorio aperto su arte, finanza e nuove tecnologie, video-installazioni e un programma spontaneo di happenings. Controllate il programma giornaliero all’interno dello spazio e qui. Il Tavolo Fotografia nasce a Macao durante la prima occupazione della Torre Galfa, insieme ad altri tavoli organizzativi ed artistici: video, suono, teatro, danza, comunicazione, ecc. Si scioglie quasi subito per dissapori riguardanti il copyright delle immagini, ma rinasce dopo poco tempo con l’iniziativa del workshop Krisis. Krisis è nato da una collaborazione fra Macao e Milano Città Aperta, una webzine fotografica che dal 2010 pubblica ogni tre mesi, reportage incentrati su Milano. Krisis ha riunito per circa 9 mesi dei fotografi che hanno fatto un percorso di riflessione sulla crisi, esprimendo con le immagini la loro personale visione, confrontandosi e discutendo per tutta la durata del workshop i lavori di ognuno. Il workshop ha prodotto 6 progetti di sette fotografi. Le fotografie hanno dato luogo ad una mostra a Macao ed alla pubblicazione sul numero 16 di Miciap. Il Tavolo Suono ha preso forma appena entrati negli spazi dell’Ex Macello, ha attraversato varie fasi e oggi ha una composizione diversa da quella iniziale. Tra i suoi progetti vi è uno studio per la produzione della musica elettronica (attualmente in allestimento) in futuro aperto a interni ed esterni. Oggi il Tavolo non è altro che un agglomerato di entità (singole e collettive) che si pone come obiettivo l’organizzazione sonora di Macao. Al suo interno collaborano le seguenti organizzazioni: Il Tavolo Teatro prende forma come un gruppo di persone ed entità singole o collettive; ha come obiettivo di organizzare, discutere e coordinare tutte le attività teatrali e performative all’interno degli spazi Macao. Nasce dalla volontà e dalla necessità di creare un momento di incontro nel quale tutti i teatranti che attraversano lo spazio possano avere un confronto faccia a faccia per proporre iniziative e progetti a Macao, iniziare nuove collaborazioni, condividere gli spazi ed occuparsi del mantenimento e del miglioramento degli stessi. In una parola: lavorare assieme. Macao è il posto dove provare nuovi metodi di produzione delle attività teatrali. In sinergia con diverse realtà sul territorio europeo, Macao promuove dibattiti, mostre, raccolte di beni di prima necessità e viaggi. L’Europa che vogliamo costruire non prevede né muri né barriere e, solo la resistenza di corpi mobili e desideranti, può demolire le passioni tristi dell’odio razziale e degli egoismi nazionalisti. Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini “Whatever my individual desires were to be free, I was not alone. There were many others who felt the same way.” Rosa Parks Nella primavera del 2016 all’interno di uno dei viaggi organizzati a Idomeni nasce radio noborder una radio web e pirata itinerante che tratta il tema dell’immigrazione dando voce a migranti ed attivisti di tutto il mondo. Terra di Nessuno è un laboratorio di formazione alla danza contemporanea, arrivato alla sua terza edizione. È aperto a danzatori, attori, ed a chiunque abbia interesse allo studio, l’approfondimento e la pratica dei temi riguardanti l’arte del movimento. Si svolge in cicli di lezioni e seminari, tenute da docenti di solida formazione, alternati ad incontri in autogestione, finalizzati all’integrazione ed allo sviluppo dei temi trattati. Particolare attenzione viene focalizzata sulla propriocezione fisica, emotiva e di memoria, l’utilizzo della voce, la relazione con lo spazio come fonte di stimolo e generazione del movimento. Dallo studio della coralità, dell’unisono e dell’improvvisazione nascono idee e possibilità coreografiche, che vengono finalizzate alla realizzazione di una performance collettiva finale, ispirata e strettamente in relazione con gli spazi messi a disposizione da Macao. GIORNO/I DI INCONTRO: Il calendario di quest’anno prevede un primo ciclo di incontri da aprile a luglio 2016, ed il secondo con inizio a settembre. Noi unitariani veniamo relativamente in pace. Siamo multigenere e multiforma. Condividiamo l’idea di condividere la condivisione con di voi. Pensiamo che la tecnologia non sia neutra, che Internet possa diventare anche un formidabile strumento di oppressione, che l’informazione debba essere libera, che il codice sia l’espressione poetica dei misconosciuti legislatori del mondo e che legale non significhi giusto. Siamo antifascisti, antisessisti e antirazzisti. Vogliamo creare spazi liberi da gerarchie e discriminazioni dove studiare e divulgare quello che ci piace. Siamo mossi dal desiderio, non crediamo ai confini. Ci aggreghiamo per affinità, prendiamo decisioni con il metodo del consenso, il nostro spazio è una Zona Autonoma, condivideremo saperi senza fondare poteri. Noi abbiamo sempre nutrito il sogno di una cosa, ma oggi abbiamo scelto di diventare coscienti. Non vogliamo tutto e subito e non abbiamo fretta, ma aspettiamo una risposta per domani mattina.