From 60bfea7a31a18bc1152642c9919ad95dd6d4fe66 Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: ommot Date: Fri, 6 Mar 2020 15:30:11 +0100 Subject: [PATCH] aggiornamenti --- content/blog/3 news/20200306.md | 18 + .../documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp | 423 ------------------ 2 files changed, 18 insertions(+), 423 deletions(-) create mode 100644 content/blog/3 news/20200306.md delete mode 100644 content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp diff --git a/content/blog/3 news/20200306.md b/content/blog/3 news/20200306.md new file mode 100644 index 0000000..80dabd8 --- /dev/null +++ b/content/blog/3 news/20200306.md @@ -0,0 +1,18 @@ +Title: 8 Marzo 2020 – S-Corteo Transfemminista +Date: 2020-03-06 +Tags: 8 marzo, coronavirus, smart +Slug: 8marzo2020 + + + +**8 Marzo 2020 - S-Corteo Transfemminista** + +_LottoMarzo: S-Corteo transfemminista!_ + +Per #lottomarzo era previsto il grande corteo cittadino in occasione dello sciopero globale transfemminista 2020, in contemporanea a 80 città in Italia e migliaia in tutto il mondo. + +La Lombardia, che trascina con sé anche Milano, è l’epicentro dell’emergenza Coronavirus in Europa: non vogliamo costruire una manifestazione che escluda i soggetti più vulnerabili ed esposti ai pericoli reali del virus, per questa ragione non potremo trovarci tutte, tutti e tuttu insieme come avremmo desiderato. + +Non possiamo però rinunciare a questa giornata di lotta: contro la violenza maschile sulle donne e di genere, contro le aggressioni omotransfobiche, per un welfare e un reddito di autodeterminazione per non lasciare indietro nessun*. + +[Come e perché](https://nonunadimenomilanoblog.wordpress.com/) diff --git a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp deleted file mode 100644 index 9e4518e..0000000 --- a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp +++ /dev/null @@ -1,423 +0,0 @@ -Title: LOST o del disequilibrio -Date: 2018-10-17 -Tags: -Slug: disequilibrio - - -LOST o del disequilibrio ------------------------- - -**Premessa** - -Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non -costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una -sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, -scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del -2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio -Primo Moroni.[/ref]. -L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la -consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi -per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve -ricominciare da capo né rinunciare del tutto. -Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita -inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi -in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso. -Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta -avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e -facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia -dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro -sostanza, sia materiale che organizzativa. -Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in -gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in -gioco sia solamente economica e/o materiale. -Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri -dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione -alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. -Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su -questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico, -sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un -mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a -sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive -più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti. -È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa. - -**LOST e il convitato di pietra** - -In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali -limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di -recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere. -Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica, -networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente -e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso -figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei -materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie -e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa. -Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a -quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il -ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto -mentre non lo sono per nulla. -Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni -politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse -energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non -toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le -tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per -mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al -fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola, -quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e -flussi di potere. -Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade -nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di -elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano -le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico -informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno -queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un -*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione? -L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno -smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul -cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito -della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato. -Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una -connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche -abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se -dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a -posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della -cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar. -Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla -trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da -30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo -dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora, -quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul -contesto urbano? -Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che, -pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a -insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref]. -Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa -imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli -strumenti che aggrediscono le nostre vite. -Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque. - -**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale** - -Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono -esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e -mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di -marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un -fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene -filtrata dai collettori dei social principali. - -Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della -maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li -possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra -privati. - -Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di -prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con -grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta -stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*. - -Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform, -Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la -sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del -Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software -applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati -un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato -*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni -applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono -grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della -comunicazione. - -Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso -sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora -incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale -(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. -In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni -(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle -funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno -di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche, -tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro. - -Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati -nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora -intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di -difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare -in modo indipendente questo tipo di tecnologie. - -Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di -costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo -*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo -della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria -tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche -la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema -simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la -cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero -unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. -Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate -Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. -Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno -dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese -private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. -In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso -alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene -guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo -produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del -capitalismo puro. -Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della -vita politica e della cosa pubblica. -E così via... - -D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella -manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse -tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di -dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento, -profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità -dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. -Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per -veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala -globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento -dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia. - -**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)** - -In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi -(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato, -ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo -tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve -anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di -messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva. -Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una -temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di -una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani: - -~~~~ -(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti -(opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati) - -(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione) -~~~~ - -A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di -profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le -implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica -degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode -per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe -dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo). - -La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a -sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che -permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di -interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle -piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a -quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]: -la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata -dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il -titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai -dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime. - -In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la -concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei -vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi -temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di -nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova -forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo -che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e -all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro -lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata -concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio -e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello -necessario a impedire il collasso. - -L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una -tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come -merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in -relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di -frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del -lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto -diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera -devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le -comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di -messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto -da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la -concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il -vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non -è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste -oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o -meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo -della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti -delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale, -all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria. -
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-Una domanda ancora apertissima è in quale misura (e se) queste tecnologie abbiano prodotto -tipologie di merce realmente diverse. O, per formulare meglio la domanda: che cosa è realmente -valorizzato da queste tecnologie? Qui corre tutta l’interrogazione intorno al “lavoro immateriale”, -per esempio analizzato da Guglielmo Carchedi[ref]Si veda il suo saggio intitolato *Sulle orme di Marx, lavoro mentale e classe operaia*, Quaderni di Contropiano, -Napoli, 2017.[/ref], come anche da Formenti[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md)[/ref], nonché oggetto di -attenzione costante da parte della scuola operaista. -Per meglio orientarsi nella ingarbugliata matassa che avvolge questo tipo di oggetti teorici, forse -conviene distinguere tra strumenti tecnologici “ludici” (per es. i social), l’uso dei quali è frutto di -una scelta ‘volontaria’ (seppur indotta), e strumenti (come per esempio quelli di controllo dei tempi) -che vengono imposti da chi acquista la forza-lavoro per usarla produttivamente (il computer per chi -lavora scrivendo, il braccialetto elettronico per gli addetti della logistica, l’app per il rider). Talvolta -le due cose coincidono o si scambiano le funzioni: per esempio l’uso di WhatsApp per coordinare i -gruppi di lavoro in alcuni contesti professionali è imposto, col risultato immediato di estendere di -fatto, ma non di diritto, la reperibilità all’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana[ref]Un’interessante descrizione di questo genere di fenomeni emerge dall’attività dei cantieri socioanalitici raccontati -da Renato Curcio nel suo *L'egemonia digitale. L'impatto delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro*, Sensibili alle -foglie, Roma, 2016[/ref]. Si deve -contemporaneamente riconoscere che il carattere implicitamente impositivo della tecnica lascia -sempre meno spazio alla scelta volontaria. Diventa sempre più difficile, per esempio, aprire un -conto corrente senza associarlo a un numero di cellulare e a uno smartphone, mentre di fatto alcune -transazioni (come l’addebito dello stipendio ma anche dei *voucher* per i lavori intermittenti) sono -indissolubilmente legate a un IBAN bancario. -Nell’analisi dei soggetti coinvolti nel campo di cui stiamo trattando, è utile chiedersi che ne sia -della figura del “tecnico” e domandarsi come avvengano l’analisi degli obiettivi, lo sviluppo, il test, -la messa in produzione di questo genere di innovazione tecnologica; se esista una pianificazione -strategica o se si sia ancora in una fase di ricerca; infine, quanto siano coinvolti istituti di ricerca -pubblici, di che natura siano gli investimenti che sostengono queste trasformazioni. Per esempio, in -alcun casi come l’India e la Cina, si direbbe vi sia un diretto apporto statale nel finanziamento e -nell’indirizzo delle scelte tecnologiche, in altri apparentemente meno, anche se bisognerebbe -verificare il nesso tra la ricerca militare e gli impatti sociali della tecnologia, visto che la ricerca -militare è ancora una prerogativa dell’apparato statale. -Infine, vale considerare che la genesi e definizione dei protocolli tecnologici implica l’esistenza di -un controllo standardizzato delle regole dello strumento prima ancora che del contenuto del -messaggio, Ciò vale per tutti i *social* ma anche per i *cloud* aziendali, che impongono in maniera -molto rigida le loro soluzioni. -
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-Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sul concetto di *gratuità* e sulla sua pratica: -- su internet (ma non solo) la gratuità è un paradigma oramai abbastanza scontato. Ci si aspetta -sempre che esista un minimo livello di accesso ai servizi online in forma gratuita o che esista -almeno un software gratuito che risponda a qualsiasi necessità. In realtà l’investimento per la messa -in opera dei servizi online è grosso e i costi di mantenimento delle piattaforme *social* sono -abbastanza elevati. Perciò, se la gratuità è un modo per generare la massa critica di utenti necessaria -per entrare nel gioco ed è un modo per accrescere il capitale finanziario aumentandone il corso sul -mercato azionario mondiale, d’altra parte questo po’ po’ d’investimento è necessario che renda -qualcosa, donde la necessità di valorizzare il BigData. Si è quindi aperto il torneo per vedere chi -meglio saprà utilizzare l’immensa mole di dati che i sistemi di oggi sono in grado di collezionare. -* Microsoft ha acquistato GitHub per 7 miliardi di USD e paga 1000 sviluppatori perché ci scrivano -codice ‘free’. È un investimento consistente sulla ‘gratuità’. -* Viceversa i due maggiori quotidiani online pubblicati in Italia hanno da poco e più o meno -contemporaneamente smesso di essere del tutto gratuiti. Evidentemente i milioni di contatti al -giorno non fruttavano abbastanza in termini di entrate pubblicitarie o di raccolta dati. Sarebbe -interessante vedere oggi qual è l’andamento degli accessi. -- immaginando la profilazione come una forma di pagamento per servizi *gratuiti*, si vede a che -punto siano state monetizzate la vita e le emozioni. -- i servizi / software gratis ricordano molto la caduta tendenziale del saggio di profitto di marxiana -memoria. Essendo questa famosa caduta una premessa alla crisi capitalista, ci possiamo aspettare un -momento di rottura ulteriore? -- resta aperta e oggetto di studio da parte degli attori principali, inclusi gli Stati nazionali e le -corporation, la questione dei rapporti del denaro virtuale con le istituzioni statuali, per esempio a -proposito dell’imposizione fiscale e della tracciabilità[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. - -**Rapporto tra tecnologia e vita (Bios)** - -Da quanto finora detto, dovrebbe risultare evidente come in alcuni casi sia sempre più difficile -distinguere tra produzione e consumo, come anche separare la sfera intima da quella del mercato. -Schematicamente (e malamente) si potrebbe dire almeno quanto segue. -Lo schermo delega la presenza, diventa un fattore di intermediazione tra i soggetti. Se vale la -considerazione di Bauman secondo cui «La responsabilità, questa componente costitutiva di ogni -condotta morale, scaturisce dalla prossimità dell’altro. [...] La responsabilità viene messa a tacere -quando si erode la prossimità; essa può alla fine trasformarsi in avversione una volta che i soggetti -umani a noi vicini siano stati trasformati in “altri”»[ref]Zygmunt Bauman, *Modernità e olocausto*, il Mulino, Bologna, 1989, p. 250.[/ref]. Che ne è della percezione dell’altro mutuata -da uno schermo[ref]Cfr. [*Il marketing sui bambini*](https://docplayer.it/1565338-Il-marketing-sui-bambini.html), Free Festival delle bambine e dei bambini, 3a edizione, 2013. -[/ref]? - -Con l’affermarsi dei monopolî del traffico dell’informazione si arriva a una standardizzazione delle -forme comunicative e a una polarizzazione su alcune formulazioni chiave, ben rappresentate -dall’uso dell’hashtag, fortemente semplificatorie della realtà. -Vi è una trasformazione in rapporto all’introduzione delle tecnologie nella percezione del tempo e -del concetto di presenza. L’immediatezza della comunicazione porta anche ad annullare o -quantomeno a derubricare il concetto di assenza: se non ci sono lo dico, quindi ci sono. Il controllo -sul presente sembra totale. - -Socialmente le tecniche oggi tendono a massificare, uniformare. Un pugno di strumenti tecnologici, -sempre gli stessi, riempie le case di gran parte del Pianeta. La “varietà” culturale ed esperienziale -planetaria si riduce di fronte alla TimeLine di facebook. - -Il gioco della tecnologia (anche quando è un gioco) diventa merce di scambio per informazioni -estremamente personali e private su ciascuno di noi. Dati personali, ubicazioni, relazioni, contatti, -sogni, desideri. La sfera del privato scompare, portandosi dietro il diritto alla menzogna. - -L’*algoritmo della soddisfazione*, ossia il criterio di assecondare e stimolare nell’utente della rete la -sensazione di una *manque* per poi offrirgli *proprio il bene che fa per per lui*, meccanismo tipico del -marketing sia commerciale che politico, ha tra i suoi effetti non secondari quello di produrre una -conoscenza del mondo per ciascuno diversa. Ciascuno avrà la sua fetta di verità adatta a lui. Da -questo punto di vista sapere quali sono i punti di concentrazione dell’algoritmo della soddisfazione -e da lì analizzarne i cluster sociali che ne conseguono potrebbe rappresentare il maggiore valore, dal -punto di vista della profittabilità e dell’esercizio del controllo sociale, fornito dal BigData ai suoi -analizzatori[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. -Non ci è dato sapere se i colossi della comunicazione saranno le vittime o i carnefici dell’*algoritmo -della comunicazione*. - -**La ciclicità, l’energia** - -Sul rapporto tra tecnologia, energia e cicli economici si può vedere l’articolo di L. Reynolds e B. -Szerszynsky *Neoliberismo e tecnologia: innovazione permanente o crisi permanente?*, pubblicato -in italiano sul secondo numero della rivista “CountDown”[ref]Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (MI), 2017.[/ref]. Di fatto l’impressione è che nessuna -delle innovazioni tecnologiche più recenti sia riuscita a far ripartire un ciclo economico bloccato da -una crisi che ha ormai toccato il decimo anno. - -**Confronto con la storia recente** - -Tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima degli anni Ottanta, sull’onda delle lotte sociali e -da queste senz’altro sostenuto, prese vita un dibattito stringente sulle trasformazioni tecnologiche in -corso e sui loro effetti, in particolare nei riguardi del mondo del lavoro. - -Nel 1978, Franco Piperno scrive: «*nel lavoro a domicilio il calcolatore sostituisce le fragili gambe -del caporeparto...*»[ref]F. Piperno, *Sul lavoro non operaio*, in “pre-print” 1/4, suppl. al n. 0 di “Metropoli”, 1978.[/ref]; l’anno dopo la rivista “aut aut” dedica il n. 172 al tema *Scienza, degradazione -del lavoro, sapere operaio*; nel 1980, Carlo Formenti pubblica per Feltrinelli *La fine del valore -d’uso. Riproduzione, informazione, controllo*; del 1981 è *Il comando cibernetico*, numero -monografico di [“CONTROinformazione”](https://www.inventati.org/apm/archivio/320/2/CON/controinformazione.php); nel 1984 Paola Manacorda, che già aveva pubblicato *Il -calcolatore del Capitale* nel 1976, dà alle stampe *Lavoro e intelligenza nell’era della -microelettronica*. - -Sono i tempi della rivista “Sapere” e poi di “SE / Scienza Esperienza”, tempi in cui un dibattito -ricco, spinto da un clima sociale combattivo, testimoniava delle trasformazioni in atto anche in -campo tecnico-scientifico. Si assiste in quegli anni a uno scardinarsi della rigidità della fabbrica -fordista in favore di forme più parcellizzate e diffuse, sia a livello locale che globale, della -produzione di merci. Questo passaggio, che prelude alla progressiva riduzione delle tutele sindacali -e normative, allo smantellamento della contrattazione collettiva e alla riconduzione del salario a -“variabile dipendente” del profitto, prefigura il quadro attuale dove la microconflittualità e la -concorrenza tra i fornitori di forza-lavoro hanno preso il posto dell’identità di classe[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. Un simile -processo difficilmente avrebbe potuto prendere piede e affermarsi in tempi così rapidi senza il -supporto delle tecniche dell’informatica e delle comunicazioni, senza una progressiva introduzione -dell’elettronica nelle fasi di organizzazione della produzione e della produzione stessa. Parimenti si -può immaginare che l’afflusso di capitali finanziari a seguito di quella che una fetta di mondo, -quella occidentale, chiamò la crisi del petrolio (1973) si avvalse in misura significativa delle -maggiori possibilità di gestione e comunicazione delle transazioni di capitale su scala mondiale -permesse dalle nuove tecnologie[ref]«Tra il 1974 e a fine degli anni ’80 vennero costituiti numerosi mercati regolamentati per questi strumenti derivati -(in Italia molto più tardi viene costituito l’IDEM, Italian Derivatives Market) e ne furono estese le negoziazioni -anche a prodotti diversi dalle commodities agricole, come già era accaduto per i contratti futures. ll progresso -tecnologico di questi ultimi anni e l’introduzione dei sistemi informatici all’interno dei mercati finanziari, ha -indotto importanti ridefinizioni nella struttura e nel funzionamento dei mercati stessi. La telematica ha consentito di -passare dalle contrattazioni “alle grida” (durante le quali il titolo viene “chiamato” a una certa ora del giorno ed è -possibile negoziarlo per un tempo determinato) a quelle “in continua” (in cui il titolo è continuamente scambiabile, -durante tutta la giornata borsistica, inserendo gli ordini di acquisto o vendita sul book di negoziazione)». Salvatore -Cataldo, Luca Signorini, *Investimenti, finanza e tassazione nel settore agricolo*, Maggioli Editore, Rimini, 2010.[/ref]. - -Il dibattito sulla scienza accompagna da sempre il mutare delle soggettività e il conseguente -trasformarsi dei terreni e degli strumenti che le lotte sociali si dànno. -Il processo di scomposizione del ciclo produttivo, a guisa di quel che avvenne con la produzione -dello spillo, permette la sua delocalizzazione nella *fabbrica diffusa* dei distretti industriali o nel -mercato del lavoro globale. Gli attrezzi di questo scenario così ricomposto sono *anche* tecnici[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. - -Oggi assistiamo a un impatto altrettanto rilevante delle tecnologie sull’intera vita delle persone, non -solo nel lavoro. Da un lato il ciclo produzione-consumo sembra aver invaso la sfera del tempo oltre -che dello spazio, delle emozioni oltre che del comando[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. -La proprietà conquista la conoscenza e la riduce a una merce come le altre (brevetti, copyright)[ref]Cfr. LOST 1.2, [Se questo è gratis, rompere i DRM]({filename}/blog/eventi/20180311_DRM.md).[/ref]. -Esiste un parallelo tra quanto avviene oggi e quanto avvenne alla fine degli anni Settanta? -Una tesi interessante è quella secondo cui questo parallelo sarebbe solo apparente. Di fatto con la -“rivoluzione microelettronica” (anni Settanta-Ottanta) l’innovazione tecnologica spostava verso -l’alto le mansioni operaie, che si sarebbero trasformate in figure di tecnico qualificato (naturalmente -lasciando a casa una buona fetta di persone), quindi parte della disoccupazione prodotta -dall’automazione sarebbe stata riassorbita, mentre oggi la “rivoluzione digitale” colpisce gli anelli -medio-alti della catena professionale, producendo una disoccupazione non riassorbibile. Al posto -delle persone lavorano degli algoritmi. Le funzioni di dirigenza e di controllo vengono trasferite a -delle macchine[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md).[/ref]. -Questo non farebbe che evidenziare l’effetto che sullo strato medio della popolazione ha la -trasformazione in atto, che invece lascia sostanzialmente immutata la percezione degli strati bassi, -meno “loquaci” e meno “ascoltati”, se non per sfruttarne demagogicamente i “dolori di pancia” in -materia di “sicurezza” e immigrazione. - -0mmot, 17 ottobre 2018 - - - -