diff --git a/content/blog/3 news/20200306.md b/content/blog/3 news/20200306.md new file mode 100644 index 0000000..80dabd8 --- /dev/null +++ b/content/blog/3 news/20200306.md @@ -0,0 +1,18 @@ +Title: 8 Marzo 2020 – S-Corteo Transfemminista +Date: 2020-03-06 +Tags: 8 marzo, coronavirus, smart +Slug: 8marzo2020 + + + +**8 Marzo 2020 - S-Corteo Transfemminista** + +_LottoMarzo: S-Corteo transfemminista!_ + +Per #lottomarzo era previsto il grande corteo cittadino in occasione dello sciopero globale transfemminista 2020, in contemporanea a 80 città in Italia e migliaia in tutto il mondo. + +La Lombardia, che trascina con sé anche Milano, è l’epicentro dell’emergenza Coronavirus in Europa: non vogliamo costruire una manifestazione che escluda i soggetti più vulnerabili ed esposti ai pericoli reali del virus, per questa ragione non potremo trovarci tutte, tutti e tuttu insieme come avremmo desiderato. + +Non possiamo però rinunciare a questa giornata di lotta: contro la violenza maschile sulle donne e di genere, contro le aggressioni omotransfobiche, per un welfare e un reddito di autodeterminazione per non lasciare indietro nessun*. + +[Come e perché](https://nonunadimenomilanoblog.wordpress.com/) diff --git a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp b/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp deleted file mode 100644 index 9e4518e..0000000 --- a/content/blog/documenti/20181017_disequilibrio.md.tmp +++ /dev/null @@ -1,423 +0,0 @@ -Title: LOST o del disequilibrio -Date: 2018-10-17 -Tags: -Slug: disequilibrio - - -LOST o del disequilibrio ------------------------- - -**Premessa** - -Quelle che seguono sono alcune considerazioni nate dopo i primi due cicli di LOST. Non -costituiscono una premessa agli incontri dei cicli successivi né, tanto meno, vogliono essere una -sintesi dei precedenti. Si tratta di osservazioni intese ad arricchire le [ipotesi iniziali]({filename}/pages/RFC.md) del progetto, -scaturite dal riascolto degli incontri svoltisi presso il CSOA Cox18[ref]A organizzare LOST, i cui primi due cicli d’incontri si sono tenuti presso il CSOA Cox 18 nella prima metà del -2018, sono stati: il centro sociale stesso, il collettivo Ippolita, l’hacklab UNIT, la Calusca City Lights e l’Archivio -Primo Moroni.[/ref]. -L’attività scientifica consiste nell’ipotizzare determinati schemi interpretativi, pur con la -consapevolezza che nessun modello potrà comprendere la materia del mondo. Ci si orienta quindi -per approssimazioni successive e inevitabilmente capita che ci si sbagli, ma non per questo si deve -ricominciare da capo né rinunciare del tutto. -Contemporaneamente anche la politica, intesa come attività volta a trasformare il mondo, necessita -inevitabilmente di un modello interpretativo che, a differenza di quanto si poteva pensare ai tempi -in cui la scienza aveva un assetto deterministico, sarà traballante e lacunoso. -Partendo da questi limiti (che sono innanzitutto di chi scrive) possiamo cercare di capire cosa sta -avvenendo nel campo tecnico-scientifico considerando il ruolo degli attori, la storia precedente e -facendo delle ipotesi -seppur timide- sulle possibili evoluzioni. Interesserà quindi la fenomenologia -dell’impatto delle ‘nuove’ tecnologie (dove il digitale la fa da leone ma non è solo) ed anche la loro -sostanza, sia materiale che organizzativa. -Interesserà sapere chi paga e chi guadagna con tutto ciò, essendo assai evidenti i grossi interessi in -gioco, ma anche “cosa” e “come” si paga e si guadagna, inquantoché non è detto che la posta in -gioco sia solamente economica e/o materiale. -Interesserà capire come accade che un meccanismo (tecnico o comunicativo) funzioni più di altri -dal punto di vista della produzione di consenso e dove ciò possa portare, con particolare attenzione -alla politica di cui si parlava prima[ref]Cfr. LOST 1.5, [Gamificazione e neuroscienze cognitive]({filename}/blog/eventi/20180418_Gamificazione.md).[/ref]. -Inevitabilmente l’interrogativo arriva poi a come la politica (nell’accezione sopra detta) agisce su -questo terreno. Ci sono sistemi che vanno costantemente alimentati dal punto di vista energetico, -sistemi che una volta innescati si autoalimentano e sistemi in cui improvvisamente si determina un -mutamento radicale degli equilibri, una trasformazione di stato non casuale ma che può dar luogo a -sviluppi imprevisti. È inutile negare che è proprio quest’ultima eventualità a offrire le prospettive -più interessanti in vista di un mutamento dello stato di cose vigenti. -È molto difficile sapere dove esattamente si è, ma porsi una domanda del genere è già qualcosa. - -**LOST e il convitato di pietra** - -In ogni esposizione è buona norma indicare il campo preso in considerazione e i suoi eventuali -limiti. Vediamo quindi di dire subito di cosa il LOST non si è occupato, affinché si possa pensare di -recuperare in futuro o decidere consapevolmente di lasciar perdere. -Fra tutte le scienze e le tecniche, LOST si è occupato prevalentemente del digitale, informatica, -networking e applicazioni connesse. Indiscutibilmente si tratta del fenomeno oggi più appariscente -e, probabilmente, dotato del maggiore impatto sulle nostre vite. Ciò non toglie che sia esso stesso -figlio di alcune trasformazioni tecnologiche nel campo della microfisica e della scienza dei -materiali che, per fare un solo esempio, hanno permesso l’estrema miniaturizzazione delle memorie -e dei processori a costi ‘accessibili’ per un mercato di massa. -Dove e come la ricerca di questa scienza si svolga è importante per conoscere le dinamiche sottese a -quegli epifenomeni che costituiscono la nostra prima base di osservazione. Le *server farm* sotto il -ghiaccio del polo o le transazioni finanziarie ad alta frequenza potrebbero sembrare un dato di fatto -mentre non lo sono per nulla. -Ogni sistema esplica la sua potenza per mezzo della trasformazione dell’energia. Le relazioni -politiche internazionali si sono, almeno dall’inizio del Novecento, attorcigliate attorno alle risorse -energetiche e, ancora oggi, gli Stati entrano in guerra per poter costruire un gasdotto, ma ciò non -toglie la pregnanza della domanda: quelle del metano e del petrolio sono le fonti energetiche e le -tecnologie che meglio si confanno alle nostre vite? Senz’altro la produzione di energia elettrica per -mezzo di combustibili fossili impone grosse concentrazioni di risorse, richiede un’ampia delega al -fornitore e produce notevoli dipendenze dalla fonte, cosa che alla Politica con la P maiuscola, -quella degli Stati e dei *media mainstream*, non dispiace affatto perché definisce precisi ambiti e -flussi di potere. -Un altro aspetto che non è stato finora messo sufficientemente in risalto da LOST è quanto accade -nel mondo della produzione, ciò vien chiamato *Business to Business*. Che ne è degli apparati di -elaborazione dell’informazione delle piccole e grandi imprese? Che ne è dei software che regolano -le transazioni commerciali di merci / denaro / eserciti? Che cosa sono divenuti oggi il tecnico -informatico, l’analista programmatore e anche l’analista finanziario? Che gradi di libertà hanno -queste figure, quando si confrontano con un’infrastruttura esternalizzata che vedono come un -*servizio*? E quindi, infine, chi controlla quest’infrastruttura e ne assicura la manutenzione? -L’impressione è che, similmente a quanto accade al privato cittadino quando si dota di uno -smartphone che non può neanche più spegnere, così l’impresa si affidi sempre più a strumenti sul -cui funzionamento non sa più nulla, cedendo così un ennesimo residuo di autonomia al monolito -della tecnologia, ancor prima di entrare nell’arena del mercato. -Interessa, si è detto, capire il ‘giro del fumo’: chi paga chi per fare cosa. C’è chi attribuisce una -connotazione volgare e retrò a un simile approccio, ed effettivamente una serie di vicende politiche -abbastanza recenti hanno dato fin troppo peso al lato economico della vita delle persone. Ma se -dell’effettiva utilità di un approccio come quello qui brevemente indicato si potrà dire solo a -posteriori, almeno dobbiamo fare lo sforzo di non dimenticare *mai* i lavoratori della Foxconn, della -cui fatica ci gioviamo quando prendiamo un passaggio con BlaBlaCar. -Potrebbe essere utile indagare anche gli effetti delle tecnologie sull’urbanizzazione e sulla -trasformazione del contesto sociale nel suo complesso. Come potrebbero reggere megalopoli da -30Mil di abitanti senza un uso *industriale, capitalista, mercificato* della tecnologia? Quanto il modo -dell’abitare / convivere / organizzarsi come individui associati delega oggi alla tecnica? E, ancora, -quali sono gli effetti di modelli di mercato, questi sì del tutto nuovi, tipo Uber o AirB&B sul -contesto urbano? -Infine a LOST vale chiedersi *chi è* e dov’è finito l’utente finale, l’attore intermedio, il *villico* che, -pur non essendo potente, non è per nulla ignorante? Anzi è proprio la storia della scienza a -insegnarci che è dalle piccole officine che le migliori soluzioni arrivano alle accademie[ref]Clifford D. Conner, *Storia popolare della scienza. Minatori, levatrici e “gente meccanica”*, Tropea, Milano, 2008.[/ref]. -Una riappropriazione collettiva della conoscenza e della capacità di *fare* è premessa -imprescindibile, e al contempo auspicabile e benefico effetto, d’una capace lotta contro gli -strumenti che aggrediscono le nostre vite. -Ora torniamo al dunque, che è un bel dunque. - -**Diffusione degli strumenti a tecnologia digitale** - -Oggi la diffusione di Internet è senza pari, probabilmente nella storia dell’umanità non ci sono -esempi di una tecnologia così uniformemente e capillarmente diffusa. Si può stimare a tre miliardi e -mezzo il numero di smartphone in uso attualmente nel Pianeta, prodotti da un certo numero di -marchi diversi che, però, non supera i duecento[ref][https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari](https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_produttori_di_telefoni_cellulari)[/ref]. Al di là degli aspetti più strettamente tecnici, è un -fatto rilevante che la gran parte delle informazioni scambiate tra le persone attraverso la rete viene -filtrata dai collettori dei social principali. - -Google, facebook, Twitter, Instagram, WhatsApp, ... sono il punto di arrivo o di partenza della -maggior parte delle interazioni rete/utente del “vecchio mondo”. Le multinazionali che li -possiedono, di fatto, maneggiano una quota enorme dello scambio mondiale di informazioni tra -privati. - -Di qui la nascita di una nuova tipologia di marketing votato alla promozione commerciale di -prodotti materiali o ideologie che, viste le dimensioni della platea e le possibilità di segmentarla con -grande precisione, va rapidamente erodendo lo spazio tradizionalmente occupato dalla carta -stampata e dai network radio-televisivi. È quanto viene definito *mercato consumer*. - -Parallelamente, e similmente, le diverse soluzioni di *cloud* professionale (Google Cloud Platform, -Amazon Web Services, Microsoft OneDrive) tendono ad accaparrarsi il *mercato business*, cioè la -sezione dei contenuti informativi e degli applicativi dell’apparato industriale e produttivo del -Pianeta. Dati grezzi, DataBase, Gestionali, sistemi di posta aziendale, ma anche software -applicativo, implementazioni di sistemi di intelligenza artificiale, tutto ciò viene tolto dalle sale dati -un tempo gestite dalle stesse aziende e trasferito su supporti collocati in un non-luogo chiamato -*cloud*. Il risparmio è spesso relativo mentre la delega nella gestione, nella scelta delle soluzioni -applicative, nella manutenzione del *ferro* e di quel che contiene è totale. I beneficiari sono -grossomodo sempre gli stessi pochi attori che tendono a spartirsi il mercato mondiale della -comunicazione. - -Grazie a ciò una fetta crescente delle transazioni commerciali ed economiche può passare attraverso -sistemi di vendita online, ragion per cui vanno affermandosi diverse *valute* digitali, oggi ancora -incerte se affidare la propria garanzia a un’autorità monetaria (*ethereum*), a un bene materiale -(*petro*) o alla comunità degli utenti (*bitcoin*)[ref]Cfr. LOST 2.1, [Blockchain]({filename}/blog/eventi/20180506_Blockchain.md).[/ref]. -In pratica, un numero ridottissimo di multinazionali ha in mano la gran parte delle comunicazioni -(tra privati, tra privato e azienda, tra azienda e azienda), delle transazioni commerciali e delle -funzioni di trattamento ed elaborazione di tutto questo enorme flusso comunicativo. Questo pugno -di multinazionali, oltre a trarci del profitto, impone gli standard operativi, le soluzioni tecnologiche, -tariffe e quindi anche le tecniche di sfruttamento e disciplinamento del lavoro. - -Che tutto questo sia in mano a imprese private può produrre situazioni di attrito con gli Stati -nazionali che perdono, nei fatti, le prerogative proprie della forma-Stato per come è stata finora -intesa in Occidente; non può quindi stupire che questi soggetti statuali cerchino variamente di -difendersi, di aggirare il predominio sovranazionale delle *corporation* o, alternativamente, di usare -in modo indipendente questo tipo di tecnologie. - -Per esempio, il governo dell’Iran ha provato a sviluppare un *simil twitter* nazionale e a caricare di -costi l’uso di Twitter per cercare di rimediare alla propria mancanza di controllo che su questo -*social*[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. Mentre il governo indiano ha introdotto una forma di schedatura dei cittadini per mezzo -della *Tecnologia del numero unico*, introdotta come volontaria nel 2004 ma divenuta obbligatoria -tre anni dopo. Oggi con questo sistema sono censiti (*schedati*) più di un miliardo di indiani. Anche -la Cina ha adottato la soluzione indiana, legandola inoltre a un sistema meritocratico. Un sistema -simile è usato pure da Estonia e Svezia. Quest’ultima, coniugando le tecnologie informatiche e la -cybernetica, sta sperimentando un sistema di chip sottopelle per legare indissolubilmente il *numero -unico* alla persona[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. -Nel 2009 si è tenuto un meeting in ambito UE per trattare dell’intercettazione delle chiamate -Skype[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. -Nel 2017, a Ischia, si è svolto il primo summit del G7 al quale, insieme con i ministri dell’Interno -dei sette Paesi più industrializzati del mondo, hanno partecipato i rappresentanti di quattro imprese -private: facebook, Google, Microsoft e Twitter[ref]Cfr. LOST 2.3, [Alcune tendenze totalizzanti nella società artificiale]({filename}/blog/eventi/20180527_TendenzeTotalizzanti.md).[/ref]. -In Italia sono stati recentemente stanziati 30 milioni di euro per facilitare le aziende nell’accesso -alle nuove tecnologie, cioè per permettere agli imprenditori di capire che cosa possono farsene -guadagnandoci, il che corrisponde esattamente al finanziamento di quella fase di analisi del ciclo -produttivo che va conteggiata tra i costi dell’innovazione, con buona pace dei neoliberisti teorici del -capitalismo puro. -Ancora in Italia, il Movimento 5 Stelle propone una piattaforma para-social per la gestione della -vita politica e della cosa pubblica. -E così via... - -D’altra parte il predominio di alcune – come si è detto, pochissime – *corporation* nella -manipolazione dei contenuti informativi scambiati su Internet espone l’utente privato a tre diverse -tipologie di “attacco” da parte dell’intermediatore, secondo una scala di sua crescente forza di -dominio: negazione (espulsione dalla rete), controllo (raccolta dati e informazioni, tracciamento, -profilazione), raggiro (modifica delle informazioni sulla base delle caratteristiche o dell’identità -dell’utente)[ref]Cfr. LOST 2.2, [Piano d’azione contro il dominio dei monopolisti]({filename}/blog/eventi/20180516_Facebook.md).[/ref]. -Contemporaneamente a una pressoché completa omogeneizzazione degli strumenti usati per -veicolare questo genere di informazioni – marche e modelli di PC e telefoni sono gli stessi su scala -globale –, si assiste a una enorme riduzione delle capacità di controllo, manipolazione, adattamento -dello strumento tecnologico da parte del suo utilizzatore, singolo o collettivo che sia. - -**Tecnologia come merce (rapporto tra tecnologia e capitalismo)** - -In una economia di mercato anche la tecnologia è una merce, ciò significa che ha determinati costi -(ricerca, sviluppo, l’implementazione), ha tempi di messa in produzione, necessita di un mercato, -ovverosia di acquirenti solvibili, e infine, oltre a ripagare le spese, deve generare degli utili secondo -tassi tali da permettere all’intero ciclo di riprodursi ed espandersi. Per riuscire in tutto ciò, si deve -anche organizzare – e non è l’ultimo dei problemi – una vasta massa di operatori secondo sistemi di -messa al lavoro e disciplinamento che siano conformi all’assiomatica complessiva. -Come tutte le altre merci, ogni innovazione mira a giocare sul tempo e ad approfittare di una -temporanea predominanza materiale per battere la concorrenza. Vi è quindi la costante necessità di -una messa a valore dell’*innovazione tecnologica*. Questo risultato si ottiene agendo su due piani: - -~~~~ -(1) la creazione e il mantenimento di un numero adeguato di utenti, clienti e lavoranti -(opportunamente formati, fidelizzati e disciplinati) - -(2) la gestione della concorrenza (previsione delle altrui mosse, confronto e imitazione) -~~~~ - -A ogni produttore è ben chiaro che quando le sue ‘esclusività’ saranno in mano ad altri, i margini di -profitto di cui gode non potranno che diminuire. Ciò vale sia per la materia tecnologica sia per le -implementazioni d’uso via via crescenti che questa permette, ma vale anche per la massa critica -degli utilizzatori. In meno di vent’anni facebook ha conquistato più di un miliardo di utenti, e gode -per questo di una posizione fortemente predominante. Sa però che altrettanto velocemente potrebbe -dover lasciare il posto ad altre tecnologie e ad altri sistemi (cosa che forse sta già avvenendo). - -La messa a valore di un prodotto che è anche un *marchio* sottoposto al mercato borsistico presenta a -sua volta due piani distinti. Uno produttivo commerciale: la valorizzazione di una merce che -permetta di estrarre profitto da un investimento mediante la compravendita, e un piano finanziario[ref]Una relazione forte tra la tecnica e l’esplosione della cosiddetta finanziarizzazione c’è. Solo una tecnica di -interconnessione in tempo reale su lunghe distanze poteva permettere il passaggio dalle borse delle “grida” alle -piazze borsistiche moderne. L’afflusso iniziale dei capitali finanziari ha invece una storia diversa ed è legata a -quella che a suo tempo fu chiamata crisi petrolifera, che fu crisi per qualcuno ma non per qualcun altro.[/ref]: -la valorizzazione della rendita del capitale per i titoli cosiddetti *tecnologici* è spesso determinata -dalla massa degli utenti e dal trend di crescita. In virtù della strutturale evanescenza del prodotto, il -titolo tecnologico è un ottimo generatore di *bolle* finanziarie. Questo per dire che non bisogna mai -dimenticare l’eterogenea composizione del capitale e le oscillazioni tra le sue diverse anime. - -In un sistema a economia capitalista, sistema che per sua natura è perennemente in disequilibrio, la -concorrenza, similmente a quanto fanno i differenziali dei tassi di sfruttamento, dà luogo a quei -vantaggi marginali che derivano da posizioni di predominio e che permettono di avvantaggiarsi -temporaneamente sul mercato. Da un lato il capitale complessivo si lancia nello sfruttamento di -nuove “frontiere” mercantili (nuovi bisogni, nuovi prodotti, nuovi consumatori), lavorative (nuova -forza-lavoro) e di risorse naturali (agrobusiness, estrattivismo), occupando quelle regioni del mondo -che gli garantiscono più alti tassi di sfruttamento e minore attenzione alla salute delle persone e -all’ambiente, essendovi ammesse tecniche produttive estremamente nocive ma redditizie. Dall’altro -lato i diversi capitali, con dietro i rispettivi Stati, sono costantemente impegnati in una spietata -concorrenza reciproca. In entrambi i casi il sistema tende a tornare verso una situazione di equilibrio -e di saturazione che riduce progressivamente i margini di profitto fino a farli scendere sotto il livello -necessario a impedire il collasso. - -L’innovazione tecnologica rientra pienamente in questo tipo di ciclicità. L’introduzione di una -tecnologia nel processo di valorizzazione, sia essa intesa come come mezzo di produzione o come -merce finale, ha dei costi che sono sia di ricerca tecnica sia di analisi del ciclo produttivo in -relazione al nuovo mezzo di produzione, per meglio sfruttare le sue potenzialità. Si tratta di -frammentare, per scoprire fino a che punto si possono parcellizzare e automatizzare le fasi del -lavoro. Questa attività va sotto il nome di Intelligenza Artificiale, ma a ben vedere non è molto -diversa da quanto accadde con gli spilli di Adam Smith[ref]Cfr. LOST 1.3, [Genealogia del tecno capitalismo]({filename}/blog/eventi/20180318_Genealogia.md).[/ref]. Si tratta di costi che alla fine della fiera -devono generare dei profitti prima che si vanifichino per effetto della stessa concorrenza[ref]La concorrenza può portare anche a fenomeni d’altro tipo. Per esempio, quando WhatsApp inizia a cifrare le -comunicazioni, forse lo fa per scaricarsi dalla responsabilità giuridica di detenere il contenuto di terabyte di -messaggi (cit. Vecna, LOST 2.2), ma forse anche perché è fortemente incalzato dal suo acerrimo avversario Telegram, che ha fatto -da subito della cifratura delle comunicazioni la propria bandiera.[/ref]. Se la -concorrenza intercapitalistica è l’anima dell’economia, benché tenda a ridurre progressivamente il -vantaggio tecnologico e con esso il saggio di profitto, in un sistema monopolistico puro (come non -è quello attuale) che cosa succederebbe? E in un sistema para-monopolistico come quello ch’esiste -oggi? Non a caso gli Stati-nazione, in quanto espressioni più o meno salde di borghesie locali più o -meno “storiche”, oscillano tra ammirazione, imitazione e allarme, temendo di perdere il controllo -della conoscenza e di ridursi a fare da guardiani di un impero più grande[ref]Cfr. LOST 2.4, [Narrazioni del neoliberismo]({filename}/blog/eventi/20180530_ProgNeoLib.md), dibattito.[/ref]. Comunque sia, gli effetti -delle trasformazioni tecnologiche vanno sempre esaminati nella loro dimensione temporale, -all’interno di un ciclo di valorizzazione che ha una dinamica oscillatoria. -