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2020-01-24 18:01:23 +01:00
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title: "La trasparenza radicale si inurba: una contro-narrazione della smart-city."
2020-01-24 18:11:30 +01:00
author: "dan [at] autistici.org"
2020-01-24 18:01:23 +01:00
date: " 25 gennaio 2020 - [Contesto Urbano](https://www.offtopiclab.org/contesto-urbano/)"
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\pagenumbering{gobble}
La parola *smart* indica la raccolta dati, nell'attuale modello economico basato
sulla sorveglianza. Se nella narrazione tecnottimista si parla di investimenti
e innovazione, non è difficile vedere in azione in nuce una forma di governance
attraverso il controllo, cheap e automatizzato, che potrebbe esacerbare il
digital divide tra gli *smart-citizen* che hanno i soldi per i servizi e le
vittime della *smartificazione* prossima ventura.
Nell'accezione odierna Smart significa intelligente, furbo o moderno. Definirsi
smart è un modo per far apparire stupidi gli altri. Se qualcosa si chiama
*smart* (intelligente) significa che chi non la capisce o non la usa è *dumb*
(stupido).[^sterling] Si tratta di una **Buzzword**: parola o frase usata per
impressionare. Esempi di buzzword sono: sinergia, cyber, strategico e
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smart (smartbomb). Lo slogan di IBM è: *Let's build a smarter planet*.
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**S.M.A.R.T.**: **S**urveillance **M**arketed **A**s **R**evolutionary **T**echnology.
**Smart significa: "che raccoglie dati".**
**È qualunque cosa che in qualche modo o in qualche momento agisce in seguito alla
risposta di un qualche sensore e produce un qualcosa in maniera automatica.[^ditanellapresa]**
## Controllo
L'Economia basata sulla conoscenza, o Sfruttamento del general intellect, o
Capitalismo cognitivo[^paultre] non si basa più sulla produzione e scambio di
beni materiali, ma sulle rendite tecnologiche. La raccolta dati è una raccolta
di valore che può essere realizzata solo da chi possiede i mezzi di produzione
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per raccoglierli e analizzarli. L'analisi avviene attraverso l'uso
di algoritmi, alla portata di pochi e che ovviamente non sono neutrali: *"Le
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modalità di analisi dei dati chiamano in causa gli algoritmi, ossia calcoli
finiti che hanno lo scopo di trarre conclusioni. Possiamo paragonare
l'algoritmo a una ricetta, un insieme di istruzioni finite che ha lo scopo di
ottenere una pietanza. Potrebbe essere segreta e non è detto che dal piatto
finale si possa ricostruirla a ritroso. Potrebbe nutrire o far morire
gonfi. Servono la cucina, i fuochi e le conoscenze per seguire una ricetta e
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naturalmente gli ingredienti freschi. Il cuoco ha opinioni, gusti e
umori. Una ricetta non è neutrale, e neanche lo è un algoritmo"*[^datacrazia].
La mercificazione delle informazioni corrisponde al passaggio dal capitalismo
basato sull'economia a quello basato sulle informazioni, dove la raccolta dati e
dunque il controllo rappresenta la modalità di raccolta delle informazioni: *"Il
motore del capitalismo non è più l'economia, ma il controllo"*[^zuboff]. La
raccolta di dati e metadati, cioè dati che rimandano al dato stesso. In una
intercettazione telefonica il dato è la registrazione audio, i metadati sono:
l'orario in cui è avvenuta, il numero di telefono, la posizione geografica,
quanti squilli sono avvenuti prima della risposta, la durata della convesazione,
eccetera. Mentre il dato (la conversazione) richiede di essere interpretato da
un essere umano, il quale deve ascoltare la registrazione per capire e
attribuirne un valore e questo ha un costo in termini di tempo e competenze, il
metadato invece viene generato dalle macchine ed usato dalle macchine, quindi
la sorveglianza e la capitalizzazione dei metadati scalano molto più in fretta
verso la: *Repressione algoritmica*[^tracking-exposed].
Se la raccolta dati (e dunque la sorveglianza) è il motore del capitale moderno,
il controllo è inoltre facile ed economico, mentre l'educazione costa ed è
lenta. C'è anche un problema di scala. Se un piccola comunità può avere modalità
umane di gestione, una grande comunità tenderà verso modalità automatizzate di
gestione. La tecnologia permette di avere virtualmente infiniti contatti,
infinite relazioni, infinite comunità, ma: *"una tecnologia infinatemente
scalabile è nociva per l'essere umano"*[^illich].
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Un sistema sociale completamente controllato non è auspicabile, sia perché
toglie spontaneità: chi viene sorvegliato si comporta in modo diverso, e perché
toglie agli individui la possibilità di sbagliare, caratteristica comune alle
diverse forme di democrazia. Dato che la tecnologia non è neutrale[^simondon],
ma dipende oltre che dal contesto, da individuo, era, posizione geografica,
sociale, clima, esperienza e rapporti di potere, una soluzione tecnica ad una
questione sociale non farà che inizialmente rispecchiare e poi irrigidire, le
attuali disparità. La dottrina della *Trasparenza radicale*, malgrado il
concetto sia evidentemente parto di ambiti autoritari dopo il 9/11[^patriotact],
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alletta con l'illusione di annullare la corruzione e migliorare la
partecipazione politica, mentre instaura un sistema di controllo che rispecchia
la situazione di potere.
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## Estigrandati?
Siamo nell'era chiamata datafication, la raccolta dati e la loro esistenza è un
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dato (ahem) di fatto e le entità autoritarie li usano per la repressione
(braccialetto elettronico che controlla il lavoratore); quelle riformiste per la
pace sociale (data justice), ma la raccolta dati è sempre esercizio del
controllo da parte di chi ha i mezzi produttivi per farlo. I dati ci sono per
restare. E dunque, cosa ne facciamo di tutti 'sti gran dati? Per raccoglierli
e usarli senza essere esplicitamente una dittatura, ci vuole consenso.
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## Manipolazione e consenso
*"Non siamo più solo nell'epoca del controllo, ma siamo nell'epoca della
manipolazione"*.[^circe] Oltre a un discorso sul materiale, dobbiamo fare un
discorso sulla percezione: la perdita dei dati non è valutata come una perdita
di libertà, in quanto la nostra libertà oggi è concepita solo in senso di
incolumità, nel modello neoliberista l'insicurezza di tipo economico non viene
valutata. Perdere il lavoro non sembra riguardare la sfera politica della
libertà. Eppure i dati sono importanti: "*L'identità dell'individuo in rete è
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rappresentato dai suoi dati*"[^rodota].
Le conseguenze del controllo in rete
ricadono sul corpo. Un danno ai dati, una lacerazione come ad esempio l'essere
bandito da un social network, fa star male e dunque si ripercuote sul corpo
della persona. Quando parliamo di privacy parliamo di diritti civili in rete, i
dati personali non sono una merce, ma sono la rappresentazione dell'individuo in
rete e i *Big data* sono i dati di tante persone. Quando parliamo di *Big Data*
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parliamo di diritti. Qui ci vuole una bella *Big Class Conscience*, perché è una
questione politica[^datacrazia]. Ad esempio in Spagna, l'Istituto nazionale di
statistica registra dove si muovono i cittadini spagnoli per quattro giorni
consecutivi grazie ai cellulari, con un accordo fra i tre principali operatori
telefonici, usando questa retorica: *"la tecnologia e i big data oggi permettono
innovazioni come questa che possono arricchire di molto le
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statistiche".*[^pais]. In Italia si apre nello stesso periodo del 2019 un
dibattito sull'obbligo di verifica dell'identità per accedere ai social. La
cessione dei dati viene fatta percepire come un vantaggio, mentre lo è solo per
la classe sociale dominante.
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*Un governo che sappia dei suoi cittadini più di quanto sappiano i cittadini su
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sé stessi, è pericoloso*[^chomsky].
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## Smartcities
La smart city è il parto in ambito urbano dell'attuale modello economico basato
sulla sorveglianza. Le disparità sociali vengono regolate e automatizzate
attraverso servizi erogati dalle macchine.
Sono prevedibili nuove forme di lotta di classe tra gli *smart citizen*, che
hanno i soldi per accedere ai servizi e chi no, le vittime del nuovo digital
divide. Una volta assodato che gli algoritmi che determinano le scelte dei
sensori non sono neutrali, ma diretta espressione di chi detiene i mezzi di
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produzione e analisi dei dati, avremo il fenomeno della *smartificazione* in città.
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## La narrazione ufficiale e un tentativo di decostruzione
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Una narrazione breve (slogan): *Smartcity: la città al servizio del cittadino*.
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Una narrazione più elaborata: *"le smart cities sono servizi che rispondono a necessità
reali della città che i cittadini hanno contribuito a definire attraverso
gli strumenti della democrazia partecipativa, servizi che la città stessa
sviluppa usando i dati che i cittadini hanno deciso spontaneamente di
donare"*
Una traduzione: *lo spazio dove vivi è un servizio (tu sei un consumatore)
che fa cose per il bene comune (necessità reale) che tu e gli altri come te
hanno contribuito a definire con un software (strumento della democrazia
partecipativa) che abbiamo fatto noi per noi a nostra insaputa (spontaneamente)*.
## Trasparenza radicale e lotta di classe
I data commons hanno a che vedere con il concetto di ragion di stato. dove la
trasparenza radicale è il male minore. Le smart city sono una risposta del
socialismo pacato e amico delle imprese, ma rispecchiano gli interessi di chi
detiene i mezzi di produzione (in questo caso sono la possibilità di raccolta e
analisi dei big data). Si basa sul presupposto che la legge è giusta, mentre
invece è espressione del potere. Le *smart city* sono costruite per gli *smart
citizens*: persone che si trovano in accordo con il progetto delle smart city,
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che usano la App e che hanno i soldi per i servizi. La città impone come
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viverla. Come anche le piattaforme partecipative, dove puoi esprimerti, nei
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limiti della piattaforma e di chi l'ha costruita, distingue tra cittadini che
sanno usare la piattaforma e non. Una struttura a misura delle componenti
ricche della società, che ne sono i principali beneficiari.
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La contraddizione tra progetto sociale e profitto non viene rilevata. Smart
vuol dire investimento: sono le grandi società ad essere interessate ai grandi
dati, la smart city non pare avere le caratteristiche per produrre equilibrio
sociale[^ditanellapresa].
Un'altra definizione di *Smart*: un modo per rendere le città più attraenti per
il capitale.
Alcuni esempi della direzione presa delle smartcities viene da Barcellona, dove
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sono state implementate luci stradali con i led e si sono presto accorti che
gestire le luci può essere utilizzato per attirare la gente nelle zone di
interesse commerciale. Un altro esempio è quello dei parcheggi, sensori
nell'asfalto che permettono a chi ha pagato il servizio di essere guidati verso
un parcheggio disponibile in centro città. No App, no parcheggio.
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## Servizi e governance
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Le smart cities sono progetti di governance che riproporranno il digital divide.
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"Smartificazione" e sbiancamento: prima la gentrificazione, poi i sensori per
combattere la gentrificazione. Eppure alcuni dati già c'erano, bastava
ascoltare. Non c'è bisogno del sensore per sapere che la città è inquinata o che
la zona del ponte è rumorosa, usare il sensore per scoprirlo è negare il fatto
che una politica sul territorio già c'era[^ditanellapresa2]. La smart city è una
fantasia tecno-utopista promossa da multinazionali e da governi sponsorizzati.
Questo è visibile soprattutto nelle città nuove: New Songdo (Korea), Masdar City
(Emirati arabi), PlanIT Valley (Portogallo). Il progetto smartcity è spinto
principalmente da tre società: IBM, Cisco Systems e Siemens AG. [^greenfield]
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Elementi dello *smart*[^ditanellapresa]:
1. Monitoraggio
2. Attenzione all'ambiente
3. Automazione di operazioni per ottimizzare processi (luci, raccolta rifiuti, trasporti pubblici)
4. Interazione pubblico-privato.
## La trasparenza radicale si inurba
La trasparenza radicale come soluzione alla corruzione, all'evasione fiscale, ma
se una volta implementato su sistema di controllo così capillare arrivasse una
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dittatura? Io temo che questa narrazione farà una lunga strada: abbiamo vissuto
per tanto tempo quella del libero mercato che si autoregola, senza tenere conto
del contesto di disparità economica, potrebbe funzionare ora quella
della trasparenza radicale per il progresso e la sicurezza. In caso di
emergenza, come in guerra, funziona anche meglio.
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Considero le smartcity come delle serre dove il male minore è rappresentato
dalla cessione "spontanea" di quei dati che le imprese comunque vogliono, in
cambio di un poco di pace sociale per chi partecipa, con la App, spontaneamente.
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Un elemento della narrazione è: "fare la smart city con open software".
*Basta un poco di zucchero e la pillola va giù.*
La tecnologia non è neutrale[^simondon], ma dipende dal contesto,
dall'individuo, era, posizione geografica, sociale, clima, esperienza e rapporti
di potere (è complicata). Sarà dunque espressione di queste variabili.
Nel romanzo di fantascienza: *Il difficile ritorno del signor Carmody*, di
Robert Sheckely, il protagonista trova una città complemante automatizzata, ma
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abbandonata dai suoi abitanti. la abita per qualche tempo, fino poi scappare
quando si rende conto che la città è troppo possessiva nei confronti dei suoi
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abitanti[^sheckely].
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25 gennaio 2020.
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[^sterling]: Bruce Sterling: <https://www.internazionale.it/notizie/bruce-sterling/2018/04/10/citta-intelligenti-smart-city>
[^circe]: C.I.R.C.E. Centro Internazionale di Ricerca per la Convivialità Elettrica <https://circex.org/articles/hacker-pedagogy-awareness/>
[^datacrazia]: Son grossi dati servon grossi diritti, Daniele Salvini - Datacrazia: Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data, antologia, D Editore, 2018
[^paultre]: Bernard Paulré, Carlo Vercellone, Antonella Corsani. Le Capitalisme Cognitif Comme Sortie de La Crise Du Capitalisme Industriel. Matisse/CNRS Document, Université Paris-1, 2002.
[^zuboff]: Shoshana Zuboff - The Age of Surveillance Capitalism, PublicAffair 2019
[^tracking-exposed]: Claudio Agosti, 2017 - <https://tracking.exposed/>
[^rodota]: Stefano Rodotà - Il Mondo Nella Rete. Quali i diritti, quali i vincoli. Laterza, 2014
[^illich]: Ivan Illich - Tools for Conviviality, Harper & Row, 1973
[^patriotact]: Patriot Act, 2001 - <https://it.wikipedia.org/wiki/USA_PATRIOT_Act>
[^pais]: <https://elpais.com/economia/2019/10/28/actualidad/1572295148_688318.html>
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[^ditanellapresa]: Le dita nella presa, trasmissione radiofonica in onda su Radio Ondarossa, Roma <https://www.ondarossa.info/trx/dita-nella-presa>
[^ditanellapresa2]: podcast smartcities <https://ia803007.us.archive.org/29/items/ror-190714_2103-2249-ldnpsmartcities/ror-190714_2103-2249-ldnpsmartcities.ogg>
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[^simondon]: Gilbert Simondon, Sur la technique, 2014 (postumo)
[^greenfield]: Adam Greenfield - Against the Smart City, 2013
[^sheckely]: Il difficile ritorno del signor Carmody, Robert Sheckely - Mondadori, 1969
[^chomsky]: Noam Chomsky, La fabbrica del consenso, 1988 (Il saggiatore 2014)